“Il fallimento del mercato dell’acqua”

L’Italia brucia, la siccità strangola l’agricoltura e perfino Roma rischia il razionamento dell’acqua. Le conseguenze dei cambiamenti climatici – che i movimenti denunciano da tempo immemorabile – si fanno evidenti anche in Italia. Altrove lo sono da tempo ma i media continuano a raccontare, ad esempio il Nordafrica, come una realtà lontana.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE

TRASFORMARE LA REALTA’ (Simone Ogno)
 

Negli ultimi tre paragrafi di questa ripartenza è contenuta l’essenza di Comune-info e, di conseguenza, l’urgenza che il progetto continui ad accompagnarci verso l’alba di mondi altri. Con tempi che siano nuovi, con idee che siano nuove, con occhi che siano nuovi. Essenza e necessità di esistere – volontà di esistere – sono due concetti alla base di ogni resilienza. In un mondo così caotico, a volte solo all’apparenza, dominato da pochi conosciuti e dominato da tanti che si spacciano per ciò che non sono, manifestare la propria essenza è già un primo passo verso il cambiamento, verso nuovi modi intendere le relazioni, quindi la socialità e la politica. Negli anni Comune-info ha spesso ospitato nostri contributi, rilanciando le nostre attività e creando spazi orizzontali per il confronto sulle tematiche alle quali siamo legati. Uno scambio che va oltre il m ero contenuto ma tocca le corde e i desideri più intimi: quello di trasformare la realtà circostante affinché possa seguire il ritmo del più lento, della più lenta, per cui nessun@ rimanga indietro. Per queste ragioni e tante altre, come Servizio Civile Internazionale aderiamo alla campagna 2017. Che cento fiori sboccino. Ancora e ancora.

 

IL FALLIMENTO DEL MERCATO DELL’ACQUA

L’Italia brucia, la siccità strangola l’agricoltura e perfino Roma rischia il razionamento dell’acqua. Le conseguenze dei cambiamenti climatici – che i movimenti denunciano da tempo immemorabile – si fanno evidenti anche in Italia. Altrove lo sono da tempo ma i media continuano a raccontare, ad esempio il Nordafrica, come una realtà lontana. Quelle nefaste conseguenze peseranno per decenni, eppure, puntualmente, ci si stupisce del fatto che le stagioni non siano più quelle di una volta e la siccità e le alluvioni non siano ormai eventi estremi quanto straordinari. L’acqua è una risorsa limitata e la natura ha tempi di rigenerazione non accelerabili. A maggior ragione quando i nodi vengono al pettine, non è possibile affidare le soluzioni agli interessi privati di chi dell’acqua ha fatto il nuovo business su cui riprendere l’accumulazione finanziaria. Ventisette milio ni di italiani lo avevano detto in modo netto nel 2011: l’acqua non può essere gestita dal mercato. Quel che oggi abbiamo di fronte è il suo miserabile fallimento. Ci sono alternative? Un intervento pubblico sul dissesto idrogeologico dei nostri territori e un piano per migliorare le reti idriche costerebbero complessivamente 15 miliardi e produrrebbero 200 mila posti di lavoro pulito e socialmente utile (Marco Bersani)

NINIVE, LA VIA SENZA USCITA 
Forse nessuno sarà mai capace di raccontare veramente quel che è accaduto in questi mesi a Mosul e nella Piana di Ninive, la città che è alle origini della vicenda biblica di Giona, l’antica capitale assira del regno di Assurbanipal. Quel che sappiamo, malgrado l’esultanza dei presidenti e dei generali che hanno lanciato una vera competizione per poter gridare per primi e brindare a Mosul “libera” dopo un assedio più lungo di quello di Stalingrado, è che non ci sono vincitori né vinti. Non ci saranno mai più, sulle sponde del fiume Tigri, né vincitori né vinti . Le splendide foto dell’articolo sono di Laurence Geai, pubblicate su Paris Matc h da lei concesse per la pubblicazione su Comune-info (Mimmo Cortese)

CAYENNE ITALIANE. UNA LUNGA TRADIZIONE
L’incubo della macelleria del luglio 2001 a Genova e le sue profonde radici nella storia della detenzione italiana. Lontano da sguardi indiscreti, nel chiuso delle galere, si può sperimentare con calma. La violenza sui corpi e sulla psiche, anche quando appare immotivata e gratuita, assolve sempre una sua funzione: da quella funzionale alla creazione dei pentiti all’annientamento del “nemico”, dall’annullamento dell’identità personale del prigioniero alla cancellazione di quella politica. Testimonianze di un racconto dell’orrore che risale nel tempo. A partire da Genova: “…Una volta all’interno gli sbattevano la testa contro il mur o. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri colpi se non cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò dei GOM la stavano a guardare. Alle ragazze le minacciavano di stuprarle con i manganelli“. Erano andati al macello inermi, chi con una bandiera rossa, chi con una A cerchiata, chi con la testa piena di fantasticherie democratiche…Arrivarono pensando che bastasse la forza dei numeri per contrastare quella dei potenti, o che si trattasse ancora una volta della simulazione di uno scontro. I più erano immemori o inconsapevoli di quello che aveva dovuto affrontare, circa 20 anni prima, l’ultima generazione che aveva provato seriamente a sovvertire le regole del gioco… Prima puntata (Alexik )

SORELLE RIBELLI
Multinazionali: anche le suore nel loro piccolo si incazzano (Maria Rita D’Orsogna)

NON BASTA PENSARE AL PRODOTTO
Serve un cambiamento culturale enorme e un’etica dell’impresa, non basta pensare al prodotto (che sia buono, sano, bello …) e nemmeno al processo (economia circolare, rifiuti zero, basso impatto ambientale …), Si tratta di fare a meno delll’etica del capitalismo, cioè l’etica dell’utilitarismo individualista che afferma: se ognuno bada al proprio tornaconto, l’intera società ne beneficerà (Paolo Cacciari )

NAPOLI COME RAQQA? “”THE SUN” SI VERGOGNI

Il quotidiano inglese The Sun ha inserito Napoli nella classifica dei 10 luoghi del mondo dove è più pericoloso vivere paragonandola addirittura alla città siriana di Raqqa. Si tratta di una scelta ridicola quanto la discussione che ne è seguita ma anche offensiva per la tragedia che vive la popolazione di una città, una delle roccaforti dell’Isis, rasa al suolo, dove non esistono ospedali né scuole. In Siria la bellezza di un paese che era meraviglioso è persa, e con lei l’incanto di molti luoghi. Molti bambini lavorano e le bambine si sposano o sono vendute a 10 anni. Il vero pericolo dell’articolo del tabloid britannico sta nella banalizzazione del male. Nel mettere tutto su uno stesso piano senza riflettere sui danni che fa. Paragonare un luogo di tragedia continua come la Siria ad altri dove ci sono altri elementi di insicurezza è vergognoso (Domenico Chirico)

LA NAVE CHE DIFENDE LA PUREZZA EUROPEA 
“Essere identitari – si legge nel loro sito – significa difendere in ogni ambito l’identità etnica e culturale della quale siamo detentori”. L’ambito, in questo caso, è il mare di Sicilia, dove – per ostacolare le Ong che salvano i migranti – potrà darsi da fare anche la squadra italiana di Generazione Identitaria, una volta che sarà salita a bordo della C-Star, la nave di 40 metri che batte un’improbabile bandiera della Mongolia. Un’imbarcazione che racconta di per sè, come ben ricostruito da Andrea Palladino di Famiglia Cristiana, una lunga e torbida storia di traffici d’armi e mercenari, una storia che si armonizza perfettamente con la cultura che esprime quella che orgogliosamente si definisce &ld quo;la generazione della frattura etnica, del fallimento totale del vivere insieme” (Riccardo Bottazzo)

STORIE DELLA BUONANOTTE 
Magari sarà capitato anche a voi di regalare a una bambina il best seller della Mondadori “Storie della buona notte per bambine ribelli”, senza aver letto prima alcuna recensione e critica… (Matteo Saudino )

FERMATE QUEL REDDITO DI CITTADINANZA
Cultura imprenditoriale, personalizzazione dei percorsi, enfasi sull’auto-attivazione nel lavoro sono al centro del disegno di legge sul reddito di cittadinanza del M5S e sono parte integrante di un ordine del discorso che mira a far interiorizzare la normalità della precarietà lavorativa. Per questo, secondo gli autori del libro Reddito di cittadinanza: emancipazione dal lavoro o lavoro coatto? quel disegno va conosciuto, discusso e contestato ( G. Commisso e G. Sivini)

RIMAFLOW, UN PUNTO DI NON RITORNO
La storia è nota: un’impresa fallisce per bancarotta fraudolenta e delocalizza in Polonia per continuare i suoi profitti mandando a casa trecento lavoratori. Quello che sembrava impossibile accade: alcuni lavoratori e lavoratrici si autorganizzano, si prendono cura del luogo abbandonato, reinventano attività e l’idea di lavoro, trasformano quello che era un sito industriale in un luogo di relazioni sociali meraviglioso nonostante mille difficoltà. Associazioni, cooperative, università, uomini e donne di diversi angoli del mondo, perfino alcune istituzioni non possono che riconoscere il percorso della fabbrica recuperata più nota in Italia, RiMaflow. Ora polizia locale e tecnici del Comune di Trezzano sul Naviglio si divertono a fare ispezioni nella fabbrica (&egrav e; noto che tutte le grandi imprese sono oggetto di seri e costanti controlli…), a trovare irregolarità, a giocare al legalismo parlando di sequestro delle attività e di sanzioni penali e amministrative. Forse a qualcuno non è chiaro ciò che è davvero cambiato da cinque anni a questa parte: donne e uomini, prima braccia da lavoro, hanno ricominciato a coltivare la propria capacità autonoma di decidere della vita, un punto di non ritorno (Rimaflow )

LO STUPRO COME ARMA E STRATEGIA DI GUERRA 
Da sempre le donne sono state considerate un bottino ma nel corso degli anni, la violenza sessuale, con tutte le diverse e molteplici azioni che questa definizione racchiude, è divenuta una vera e propria strategia di guerra, una tattica terroristica. La sezione italiana della International Campaign to Stop Rape and Gender Violence in Conflict vuole opporsi a questa secolare ma infinita crescita di violenza. Per cominciare a cambiare, invita tutti a mandare un proprio video per la campagna “Il mio corpo non è un campo di battaglia ma…” all’indirizzo email video@stoprapeitalia.it o sulla pagina FB STOPRAPEITALIA   (Tibisay Ambrosini< /span>)

UNO SPORCO LAVORO
È grazie anche a ciò che accade in un piccolo centro della Sardegna, Dosmusnovas, che un piccolo paese come l’Italia resta il secondo produttore mondiale di armi. La multinazionale RWM possiede più di 500.000 mq di territorio nel sud- ovest sardo di cui una parte è occupata dall’enorme quanto blindato stabilimento, circondato da un muro di cemento armato alto tre metri e da filo spinato. Il fiore all’occhiello della RWM sono le bombe vendute all’Arabia Saudita, monarchia assoluta e teocratica, che si diverte a scagliarle sui civili nello Yemen. Secondo Medici Senza Frontiere, le stragi quotidiane nello Yemen si svolgono ”a porte chiuse in un’area fuori dal tempo”, in un Paese al collasso anche a causa del blocco navale imposto dall’Arabia Saudita. Lo Yemen non fa notizia e non fa notizia neanche le ribellione pacifista in Sardegna, dove si moltiplicano le denunce, le manifestazioni, i sit-in di fronte alla sede di RWM, i cortei di protesta e le iniziative di singoli cittadini, tra cui quelle coraggiose di Antonio Repetto. Un pezzo di società rifiuta i ricatti occupazionali, le note ricette di progresso con i relativi danni collaterali (Eliana Catte)

LA SCRITTURA DELLA BELLEZZA 
In un mondo di disuguaglianze crescenti, governato dai falsi idoli del capitale, impariamo a resistere con la bellezza (Dale Zaccaria)

RENZI, BLAIR E IL VENDITORE DI PERLINE

Recalcati ama Renzi che ama Blair che ha amato Thatcher. Scrive Franco Berardi Bifo: “In cosa consistono le politiche di Thatcher e del suo allievo Blair? È presto detto: ridurre il salario, privatizzare i servizi sociali, sottomettere la scuola agli interessi delle grandi corporation, distruggere le organizzazioni dei lavoratori, prolungare il tempo di lavoro, rinviare i pensionamenti, di conseguenza sprofondare i giovani nella disoccupazione, e costringerli ad accettare lavoro senza garanzie e senza contratto. Poi viene Recalcati e chiede: ma perché mai dovete odiare Renzi?…”  (Franco Berardi Bifo)

CHIEDIAMO TROPPO?
“Forse, un giorno, questa tragedia entrerà a pieno titolo nei libri di storia come Bhopal, Chernobyl, Seveso, Hiroshima…”. La sua “La lettera che nessuno legge”, oscurata dai grandi media tempo fa, ha comunque fatto il giro del web permettendo a molti di conoscere l’inferno di Augusta. Ora che l’area del petrolkiller è stata sequestrata (grazie alle denunce dei cittadini) perché sono state «violate le norme che tutelano salute e ambiente», Palmiro Prisutto, il prete della città del petrolchimico – che hanno tentato di allontanare dalla Sicilia perché ogni mese legge durante la messa i nomi di tutti i morti per cancro – scrive a proposito di quello che occorre fare subito per salvare cittadini e territorio (Palmiro Prisutto)

SPREMERE LE ARANCE, NON I BRACCIANTI 
Mani e terra Onlus è una cooperativa sociale che distribuisce in tutta Italia vari prodotti agricoli calabresi: con la campagna SOS Rosarno rompe lo sfruttamento mafioso del caporalato e dà lavoro a migliaia di migranti vendendo prodotti di qualità a un prezzo giusto e rispettando l’ambiente. Con il “fondo di solidarietà”, parte del ricavato di ogni prodotto venduto, si finanziano progetti e lotte, a cominciare da quelle contro la devastazione ambientale (Altragricoltura Nordest)

VI RACCONTO LA VERA STORIA DI SALVATORE BUZZI
A proposito di #mafiacapitale  (Lanfranco Caminiti)

CAMBIARE IL MONDO SU DUE RUOTE 
Se vuoi cambiare il mondo, parti dalle piccole cose”: per migliorare gli stili di vita e creare spazi di convivenza tra nativi e migranti in cerca di una vita migliore si può partire da una bici. Grazie a una bella collaborazione tra una rete di realtà padovane, le molte biciclette donate per il progetto sono state aggiustate da gruppi misti di migranti e no e date a chi ne aveva bisogno. Non possiamo trattare una vicenda seria come quella delle migrazioni facendoci schiacciare dall’autotreno mediatico razzista degli sbarchi (Luca Cirese)

AGENDA

FARE COMUNITÀ’ PER FAR FRONTE AL SISMA
Dal 25 agosto al 5 settembre 2017 lo Sci-Italia in collaborazione con l’Associazione Pro Villa Capricchia, organizza un campo di lavoro a Capricchia, nella conca amatriciana, per far fronte all’emergenza terremoto, a un anno di distanza ancora attuale. (Sci-Italia)

 

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