[Brasile] Uccisi e fatti a pezzi dai minatori di oro

E’ un genocidio senza fine quello che ha come protagoniste le tribù incontattate sempre più spesso vittime di multinazionali, bracconieri e minatori. Ultima in ordine di tempo è la morte di dieci indigeni tra cui donne e bambini, uccisi sulle rive del fiume Jandiatuba nel Brasile occidentale.

 

 

Uccisi e fatti a pezzi: le tribù indigene sotto attacco dai minatori di oro

 

Uccisi, fatti a pezzi e gettati nel fiume. Sarebbero morte in questo barbaro modo dieci persone della tribù indigena brasiliana, massacrate dai minatori di oro nelle zone più remote della foresta Amazzonica.

E’ un genocidio senza fine quello che ha come protagoniste le tribù incontattate sempre più spesso vittime di multinazionali, bracconieri e minatori. Ultima in ordine di tempo è la morte di dieci indigeni tra cui donne e bambini, uccisi sulle rive del fiume Jandiatuba nel Brasile occidentale.

Sotto pressione della Fondazione nazionale dell’Indio (Funai), adesso i procuratori federali hanno aperto un’inchiesta perché secondo la coordinatrice Funai Leila Silvia Burger Sotto-Maior, i minatori sostenevano in un bar “di aver tagliato i corpi e averli gettati in acqua. Dicevano che dovevano ucciderli o sarebbero stati uccisi”.

Cosa sia successo realmente è tutto ancora da stabilire, ciò che è certo che i soprusi nei confronti delle tribù indigene non cessano, anzi sono in continuo aumento e in ballo ci sono sempre interessi economici.

La loro unica colpa è quella di voler difendere le terre ancestrali e di combattere contro il disboscamento dell’Amazzonia e il depauperamento delle risorse. Trovare i colpevoli però è sempre più difficile.

“Stiamo seguendo delle piste ma i territori sono grandi e l’accesso è limitato. Anche il Funai ha informazioni sporadiche su queste tribù: è un lavoro difficile che richiede il lavoro congiunto di tutti i servizi governativi ha detto il procuratore Pablo Luz de Beltrand.

Da tempo le associazioni di difesa delle tribù indigene conducono una battaglia contro il governo di Micheal Temer che secondo il Funai, avrebbe dimezzato i finanziamenti e non avrebbe a cuore la salvaguardia delle popolazioni in contattate.

Un’idea condivisa anche da Survival International che interviene sulla questione in un comunicato in cui spiega che

“le uccisioni nelle piccole comunità tribali incontattate dell’Amazzonia potrebbero significare l’eliminazione di un gruppo etnico remoto. Se i fatti saranno confermati, questo significa che fino a un quinto dell’intera tribù è stato annientato”.

Il movimento che si batte per i diritti delle tribù indigene accusa poi il presidente di avere legami stretti con le lobby agroalimentari del paese.

Le tribù indigene sono sempre in pericolo:

“Se queste denunce saranno confermate, il presidente Temer e il suo governo avranno la pesante responsabilità di questo attacco genocida. Ci sono migliaia di invasori,  – cercatori d’oro, allevatori e taglialegna – che vogliono disperatamente rubare e razziare le loro terre” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival International.

Dominella Trunfio

Foto: © G.Miranda/FUNAI/Survival

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