Un’accurata analisi del voto in Catalogna e della violenta repressione messa in atto dalla polizia spagnola da parte di Cathy La Torre: “E’ accettabile calpestare, da entrambe le parti la Costituzione, ottenuta democraticamente dopo 35 anni di regime franchista?”.
Non è semplice uscire dalla logica pro o contro il Referendum catalano.
Perché le scene di violenza sono disarmanti, allucinanti, ingiustificabili.
Perché Rajoy è un maiale a capo di un’operazione di repressione folle che fa gioco alla confusione e alla disinformazione.
Ma bisogna avere la capacità di entrare nel merito delle cose: SEMPRE.
Ecco perché racconto nel dettaglio come si è arrivati a questo Referendum.
Ognuno trarrà le proprie opinioni.
La mia è che Rajoy dovrebbe dimettersi subito e così anche il capo degli indipendentisti catalani.
Entrambi, infatti, si sono macchiati di colpe inaudite.
Il Governo centrale di una violenza da regime.
Gli indipendentisti catalani, della rottura delle regole costituzionali.
Regole che forse hanno bisogno di essere ridiscusse, ma di certo non unilateralmente, non con la forza, non così!
E ora la sintesi precisa di quanto fin qui accaduto:
L’articolo 2 della Costituzione spagnola, nata nel 1978 ed approvata dai cittadini (in Catalogna i voti a favore furono superiori all’80% del totale) recita:
“La Costituzione si fonda sull’indissolubile unità della Nazione spagnola, patria comune e indivisibile di tutti gli spagnoli, e riconosce e garantisce il diritto all’autonomia delle nazionalità e delle regioni che la integrano e la solidarietà tra tutte”.
La Catalogna è una delle 16 Autonomie Spagnole e gode già di grande autonomia: linguistica, sanitaria, in parte di sicurezza (avrete sentito parlare del corpo de “los Mossos”), scolastica, ecc.
Il suo residuo fiscale è intorno ai 10 miliardi di euro.
Nel giugno scorso il Parlamento centrale ha risposto al governo catalano sulla richiesta di poter indire un referendum di autodeterminazione: “il referendum non può essere indetto unilateralmente”.
Il 6 settembre il Parlamento di Catalogna (il corrispettivo del nostro consiglio regionale) ha approvato con 72 voti a favore ( su 135 deputati totali) la legge del Referendum di autodeterminazione.
Questa legge che indice un “Referendum vincolante sulla indipendenza della Catalogna” è stata approvata con il parere contrario de “los letrados”, una sorta di legali del parlamento che danno il loro parere sulle leggi da approvare.
La sessione parlamentare è stata molto convulsa visto che si è arrivati al voto andando contro a diversi regolamenti dello stesso Parlamento.
Ad esempio si è infranta le legge che stabilisce che per indire un Referendum di tale portata servirebbe la maggioranza dei 2/3.
In questo caso invece il Referendum è passato con 72 voti su 135, dunque con maggioranza NON qualificata.
Il 7 settembre è stata approvata la legge di “transizione giuridica”, che dovrebbe “traghettare” la Catalogna all’indipendenza dopo il risultato del Referendum.
La legge prevede che, in caso di vittoria del “si” al referendum (senza un quorum) il Preente del governo catalano prenda tutto il potere ed indica elezioni costituzionali per una data tutt’ora sconosciuta.
Pochi giorni dopo, il Tribunale Costituzionale Spagnolo, ha sospeso le due leggi, dichiarandole anti costituzionali.
Nonostante ciò Il presidente catalano ha detto che l’1 ottobre avrebbero comunque votato il Referendum.
Nel giro di 48 ore è stata trovata tutta la documentazione necessaria (10 milioni di schede elettorali e qualche migliaio di lettere di convocazione per supervisori dei seggi elettorali) e sono state arrestate 14 persone su ordine della magistratura.
Gli arresti sono stati ordinati dalla magistratura per una inchiesta cominciata mesi fa dopo la denuncia dell’avvocato di un partito semi-sconosciuto, Vox, contro esponenti del governo catalano, accusati di aver collezionato illegalmente dati sensibili di tutti i cittadini residenti in Catalogna.
Infine nelle ultime 48 ore, il governo di Rajoy ha mandato migliaia di soldati per impedire il voto.
Soldati che si sono macchiati di violenze gravissime, che hanno sequestrato urne e sparato proiettili di gomma sulla folla pacifica.
Ora ditemi se tutto ciò, da entrambe le parti, è accettabile?
Se è accettabile convocare unilateralmente un referendum illegale per l’autodeterminazione.
Se è accettabile, per dissuaderlo, sparare sulla gente.
Se è accettabile calpestare, da entrambe le parti la Costituzione, ottenuta democraticamente dopo 35 anni di regime franchista.
Via subito Rajoy e via subito la destra indipententista.
Spazio alla politica e alla libertà.
Cathy La Torre