Su brogli elezioni Venezuela, “Giornalismo senza etica”

All’indomani della netta vittoria ottenuta dal Partito Socialista Unito del Venezuela nelle elezioni regionali di domenica scorsa, l’AntiDiplomatico continua la sua serie di interviste agli esperti di America Latina per comprendere il voto e le dinamiche che hanno portato il popolo venezuelano a confermare la propria fiducia nella Rivoluzione Bolivariana avviata da Hugo Chavez nel 1998.  

 

La stampa italiana parla di brogli in Venezuela, la prof. Riccio denuncia: «Giornalismo senza etica»

La docente di Lingua e Letterature ispano-americane presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli ai microfoni de l’AntiDiplomatico evidenzia inoltre come Maduro sia un «uomo politico di grande taglia»

di Fabrizio Verde

All’indomani della netta vittoria ottenuta dal Partito Socialista Unito del Venezuela nelle elezioni regionali di domenica scorsa, l’AntiDiplomatico continua la sua serie di interviste agli esperti di America Latina per comprendere il voto e le dinamiche che hanno portato il popolo venezuelano a confermare la propria fiducia nella Rivoluzione Bolivariana avviata da Hugo Chavez nel 1998.  

Quest’oggi abbiamo sentito una voce autorevole, la professoressa Alessandra Riccio, docente di Lingua e Letterature ispano-americane presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli e già condirettrice insieme a Gianni Minà della rivista Latinoamerica.

La professoressa afferma che dal Venezuela giungono «dati incoraggianti». Spiegando che il presidente Maduro si è confermato «uomo politico di grande taglia». Visto anche «ormai sono parecchi anni che si trova al vertice. Spesso sento parlare di chavismo, io parlerei anche di madurismo». Sottolineando un aspetto sempre occultato dai media mainstream, ossia che in Venezuela è in sviluppo «un processo politico e sociale importante».  

Dove anche gli ultimi sono divenuti importanti. «Gli indocumentati, che in Italia definirebbero clandestini, perlopiù colombiani che in Venezuela hanno ricevuto uno status e diritti».  

Un passaggio importante che ci permette di giungere alle paradossali considerazioni del presidente colombiano sul processo elettorale: «Santos chiede la convocazione di elezioni generali per cacciare Maduro. In un paese dove si sono svolte 22 elezioni in meno di 20 anni. Tutto ciò è ridicolo», il commento di Alessandra Riccio.  

La professoressa ha inoltre evidenziato come «la convocazione dell’Assemblea Costituente da parte di Maduro ha calmato le acque, spento la violenza.
Mi piacerebbe che questo aspetto venisse esaltato».

Questo accade anche perché abbiamo un «giornalismo senza etica», come noi de l’AntiDiplomatico andiamo denunciando da tempo immemore in particolare quando si affronta la tematica Venezuela. Dove un esempio paradigmatico è rappresentato dall’incredibile topica presa da ‘La Repubblica’ nella giornata di ieri: in un articolo dove vengono denunciati non meglio specificati brogli nelle elezioni, il dirigente chavista Jorge Rodriguez viene presentato come leader dell’opposizione. Sull’irregolarità delle elezioni l’opinione della professoressa è chiara: «Non capisco perché sarebbero irregolari».  

Sulla disinformazione imperante la professoressa ci spiega: «Il Venezuela è sotto attacco per il petrolio e le risorse naturali. Io ho vissuto a Cuba. Anche lì viene ripetuto lo stesso repertorio da 50 anni. Il giornalismo senza etica ormai non mi stupisce più».  

I risultati delle elezioni regionali, però, per la Rivoluzione Bolivariana portano anche delle insidie. La conquista da parte delle destre dei tre Stati confinanti con la Colombia può creare una «situazione pericolosa». Infatti si tratta di una zona calda segnata da paramilitarismo ed illegalità. Senza dimenticare le «7 spade nel cuore dell’America Latina come le definiva Fidel Castro. Ossia le basi Usa presenti in Colombia», come ci spiega la professoressa.  

In ultima analisi, Alessandra Riccio evidenzia come la Repubblica Bolivariana del Venezuela già sia proiettata al 2018 quando si terranno le elezioni presidenziali, mentre «organizza un paese sotto attacco internazionale».  

L’intervista si conclude con una frase che non possiamo non sottoscrivere: «Non possiamo non stare dalla parte del Venezuela».  
 
Notizia del: 18/10/2017

da: www.lantidiplomatico.it

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