Ancora licenziamenti alla Yamaha di Lippo

Lo scorso Settembre la Yamaha ha annunciato l’avvio di 70 licenziamenti alla Motori Minarelli di Lippo di Calderara, dove lavorano 260 persone in due stabilimenti che il gruppo giapponese controlla dall’inizio degli anni Duemila. Denunciamo che questa è la quarta volta, nell’ultimo decennio, che la multinazionale taglia il personale per far fronte al calo della produzione.

 

ANCORA LICENZIAMENTI

Lo scorso Settembre la Yamaha ha annunciato l’avvio di 70 licenziamenti alla Motori Minarelli di Lippo di Calderara, dove lavorano 260 persone in due stabilimenti che il gruppo giapponese controlla dall’inizio degli anni Duemila.

Denunciamo che questa è la quarta volta, nell’ultimo decennio, che la multinazionale taglia il personale per far fronte al calo della produzione.
Le ragioni addotte dalla Yamaha sono simili a quelle che la stessa aveva presentato quattro anni fa.

La comunicazione, a fine Settembre, è stata data alle forze sindacali durante un incontro per verificare l’andamento della cassa integrazione che, ricordiamo dura da un anno e riguarda a rotazione tutti gli operai. L’azienda ha annunciato, durante l’incontro, l’apertura imminente di una procedura di licenziamento per 70 persone.

Come Partito Comunista Italiano di Bologna denunciammo subito questo ennesimo esempio di crisi di una multinazionale che viene scaricata sulle lavoratrici e sui lavoratori.

Nel successivo incontro avvenuto il 2 Ottobre, nonostante le proteste dei lavoratori, la situazione non si è sbloccata. Quello che risulta evidente è l’assoluta mancanza di un piano industriale serio da parte della Yamaha.

La protesta dei lavoratori non si è fermata. Il 3 Ottobre nelle assemblee i lavoratori hanno approvato la proclamazione di un pacchetto di 24 ore di sciopero da svolgere nei prossimi giorni, I sindacati, intanto, aspettano anche una convocazione di un tavolo di crisi al Ministero dello sviluppo economico.

Il PCI chiede che la Regione intervenga chiedendo un incontro, urgente, con i vertici aziendali partecipando attivamente ai prossimi tavoli di crisi.

Non si può accettare che un grande gruppo depotenzi progressivamente un polo produttivo che rappresenta un unicum di conoscenza e saper fare.

IL PCI sarà al fianco dei lavoratori nelle lotte che essi intraprenderanno contro questo, ennesimo, tentativo di dequalificare il sistema produttivo bolognese e contro la minaccia di licenziamento.

IL RESPONSABILE LAVORO DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO DI BOLOGNA

PCI Federazione di Bologna
Via Lodovico Berti 15/a

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