Su un noto quotidiano un giornalista ha scritto “dove c**o erano i NO TAV?” mentre la Valsusa bruciava. E allora i NO TAV in questi lunghi dieci giorni, insieme a tutti i cittadini della Valle, erano a cercare di fermare le fiamme. Chi sotto il casco della protezione civile, chi sotto quello dei vigili del fuoco, chi sotto i berretti di cittadini comuni che hanno lavorato rischiando la vita…
NEWSLETTER DI COMUNE
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE
RISONANZE [EX LAVANDERIA]
«Comune è la nostra “cassa di risonanza” e noi siamo le sue radici nel territorio…»
SABATO 11 NOVEMBRE, TAVERNA COMUNALE
Libri, cena, concerto all’ex Lavanderia, a Roma: una serata per sostenere la fragile avventura editoriale di Comune, in uno spazio sociale molto accogliente. Vi aspettiamo
CATALOGNA, CRISI DELLO STATO E DELL’EUROPA
IL PRECIPIZIO FRANCO BERARDI BIFO
CHE COSA CELANO LE BANDIERE (UNA CONGETTURA) AMADOR FERNÁNDEZ-SAVATER
ECCO DOVE ERANO I NO TAV
Su un noto quotidiano un giornalista ha scritto “dove cazzo erano i NO TAV?” mentre la Valsusa bruciava. L’ottima risposta di un valsusino: “I NO TAV non sono un partito o una squadra di calcio, sono dei cittadini che vivono la loro quotidianità opponendosi a un’opera che ritengono antieconomica, dannosa e inutile. E allora i NO TAV in questi lunghi dieci giorni, insieme a tutti i cittadini della Valle, erano a cercare di fermare le fiamme. Chi sotto il casco della protezione civile, chi sotto quello dei vigili del fuoco, chi sotto i berretti di cittadini comuni che hanno lavorato rischiando la vita e respirando PM 10 oltre dieci volte le soglie di sicurezza…. sembrerà strano ma una collettività vera vive così. Ci si tira su le maniche e tutti insieme si cerc a di reagire alle intemperie della vita…”
LUIGI CASEL
QUELLO CHE È SUCCESSO A MONPANTERO
L’incendio della montagna di Mompantero, di proporzioni epiche, non è la storia di un dramma ma di una battaglia: quella incredibile di migliaia di volontari che hanno salvato la vita e le case a centinaia di persone
NOTAV.INFO
REDDITO PER TUTTI IN FILA ALLE POSTE
“A gennaio sono andato a lavorare per consegnare le pizze. Giusto per guadagnare qualcosa, 20 euro al giorno, dalle 6 alle 10 di sera. Freddo, pioggia, neve, vento, tutto, col motorino. Poi mi dicevano, senti, dopo ti trattieni, per pulire? oppure, mi fai due supplì che c’ho da fare? E non potevi mica farli! Tocchi di tutto, e poi ti metti in cucina? Mancava un collega? Coprivo due turni. Su e giù per la città, di qua, di là, la gente che sbaglia l’indirizzo di casa propria, quelli incazzati perché stai in ritardo, quelli che perché così la pizza è fredda… Mio padre non c’è più. Mia madre è invalida al cento per cento, sta sulla sedia a rotelle, c’ha una pensione di 400 euro al mese. Una volta gli s’erano rotti i termosifoni, l’ho aggiustati e rimontati, ho fatto tardi al lavoro, in pizzeria. Si sono incazzati! Qui ci stanno da fare le consegne! dai! muoviti! Ho preso le pizze, e poi non c’ho visto più. Mi sono girato e … SEGUE QUI“
UGO CARLONE
NOI CI IMPEGNAMO PER LO IUS SOLI
“Continuiamo nelle scuole e in tutti i luoghi educativi la campagna di sensibilizzazione sui temi della cittadinanza e organizziamo per lunedì 20 novembre, giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, mobilitazioni nelle scuole e nelle città in sostegno della legge dello ius soli e ius culturae e un nuovo sciopero della fame di educatori ed insegnanti…”. Un nuovo appello (tra i primi firmatari, Franco Lorenzoni, Eraldo Affinati, Giuseppe Bagni, Roberta Passoni, Giovanna Marini, Patrizia Sentinelli, Anna Angelucci…) per una grande giornata di iniziative dal basso
APPELLO
IUS SOLI, LO SPIRAGLIO APERTO DAI CITTADINI
Ora lo si può dire: l’obiettivo della riforma delle norme sulla cittadinanza, lo Ius soli e Ius culturae, è raggiungibile. Soltanto un mese fa sembrava un risultato impensabile. “Se accadrà e quando accadrà – scrive Luigi Manconi -, si dovrà evitare l’indecorosa corsa ad assumersene il merito…”
LUIGI MANCONI
DIFENDERE L’ALLEGRIA, TROVARE UNA STANZA PER SÉ
«Non sono donne richiedenti asilo, non sono donne rifugiate. Alcune lavorano come commesse, o badanti, o bariste, o al mercato a vendere formaggi. Qualcuna faceva l’ostetrica, o la pediatra, o l’insegnante, nel proprio paese… A volte hanno sposato italiani, a volte sono in Italia da parecchio tempo, hanno avuto figli qui. Una delle molle più potenti che le porta a frequentare la scuola per adulti è la necessità di conoscere l’italiano scritto, le regole, gli errori per poter aiutare i figli piccoli a scuola. O la necessità di parlare bene. Non cercano titoli di studio, ma una lingua che dia loro piena cittadinanza. A volte non hanno figli, ma vengono per trovare “una stanza per sé”: un posto dove altre donne, straniere… poss ono diventare tue amiche…»
LINO DI GIANNI
Ci sono molte cose da imparare da “Non una di meno”, una delle novità, italiane e internazionali, più importanti degli ultimi anni. “In un anno di mobilitazioni, campagne, assemblee nazionali e tematiche, mettendo in rete esperienze e saperi femministi, abbiamo scritto un Piano femminista contro la violenza maschile e di genere, uno strumento di lotta e di rivendicazione, un documento di proposta e di azione che porteremo in piazza a Roma il 25 novembre. Un documento politico femminista che considera la violenza maschile e di genere come fenomeno strutturale e sistemico, che non può essere affrontato aumentando le pene dei reati o con approcci emergenziali ma a partire dall’esperienza dei centri antiviolenza e del movimento femminista…”»
NON UNA DI MENO
MALTA. LA SITUAZIONE È DISPERATA
A poco più di un’ora di volo dall’aereoporto di Fiumicino c’è un piccolo arcipelago senza boschi né fiumi che conosciamo pochissimo. Eppure può insegnarci molto. L’assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia è un segnale preciso dello stato di salute della democrazia in Europa. “Il nostro è un Paese mafioso, dove puoi cambiare genere sulla carta di identità ma vieni ridotto in pezzi se eserciti le tue libertà”, ha detto Matthew, il figlio di Daphne. Nelle molte inchieste di sua madre, che anche quindici giorni giorni prima del suo omicidio aveva denunciato alle autorità le minacce di morte ricevute, le connessioni tra la malavita organizzata, gli interessi della finanza int ernazionale e la corruzione delle istituzioni politiche sono tutte spaventosamente evidenti. Quasi un manuale sulla crescente difficoltà di distinguere il business legale da quello criminoso ma anche sui rischi letali cui va incontro chi prova a raccontarne i perversi intrecci. A Malta come in Messico, a Mosca come in Italia
PATRIZIA LARESE
*********
AGENDA:
MILANO Forum diritto alla salute e accesso universale alle cure
REGGIO EMILIA Laboratorio di falegnameria sociale
ROMA La guerra dichiarata ai migranti
NAPOLI Wu Ming 1 all’Ex OPG! Letteratura e lotta NO TAV
Per seguire gli aggiornamenti di Comune-info ogni giorno su facebook clicca «Mi piace» qui
Inoltre dopo aver cliccato “Mi piace” mettete la spunta su “Ricevi le notifiche” per poter rivevere la notifica dei nostri post sulla Vostra pagina Fb.