“Whistleblower tutelati perché servitori dello Stato”

La Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ha incontrato oggi i rappresentanti delle organizzazioni Transparency International Italia e Riparte il futuro, da cui ha ricevuto le oltre 66.000 firme di cittadini che hanno sottoscritto la campagna #vocidigiustizia per avere anche in Italia una legge a protezione dei whistleblower. 

 

 

COMUNICATO STAMPA

Per la Boldrini la legge sui whistleblower va approvata subito “perché sono servitori dello Stato”

Transparency International Italia e Riparte il futuro incontrano la Presidente della Camera in vista della discussione a Montecitorio della legge in difesa dei whistleblower
 
 
La Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ha incontrato oggi i rappresentanti delle organizzazioni Transparency International Italia e Riparte il futuro, da cui ha ricevuto le oltre 66.000 firme di cittadini che hanno sottoscritto la campagna #vocidigiustizia per avere anche in Italia una legge a protezione dei whistleblower. 

“I whistleblower sono un bene comune da tutelare perchè sono servitori dello Stato” ha dichiarato la Presidente Boldrini. 

“Siamo davvero a un passo da un traguardo importante: una legge che tutela tutti i cittadini che non vogliono rimanere indifferenti davanti alla corruzione. Ad oggi la paura di ritorsioni è un freno per chi vuole segnalare possibili illeciti, ma se viene approvata questa legge avremo tutti maggiori opportunità e garanzie” sottolinea Davide Del Monte, Direttore Esecutivo di Transparency International Italia “Attendiamo quindi l’ok della Camera. L’Italia non può più aspettare e deve diventare un Paese sempre più all’avanguardia nella lotta alla corruzione”.  

“Ora che il provvedimento sembra prossimo a una definitiva approvazione – con la calendarizzazione fissata in Aula per martedì 14 novembre – ci sembra giusto dimostrare ai cittadini che hanno firmato le petizione che la loro richiesta di tutelare chi segnala corruzione e illeciti sul posto di lavoro viene presa sul serio dalle istituzioni. Abbiamo già consegnato le firme al Presidente Grasso lo scorso 13 settembre, contribuendo così a snellire l’iter approvativo al Senato. Oggi vogliamo fare lo stesso con la Camera, incontrando la Presidente Boldrini e consegnandole le firme di coloro che hanno continuato a sottoscrivere la petizione in questo momento cruciale” spiega Federico Anghelé di Riparte il futuro.

Lanciata nel luglio 2016 per chiedere al Senato di discutere il provvedimento approvato dalla Camera il 21 gennaio 2016, la campagna #vocidigiustizia ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema di enorme importanza: le segnalazioni dei whistleblower, infatti, potrebbero permettere di prevenire frodi, corruzione, ruberie sul posto di lavoro. Chi oggi segnala si espone a consistenti rischi, che vanno dal demansionamento, al mobbing, fino alla perdita dello stesso posto di lavoro. Per questo è necessario arrivare subito, entro la fine di questa legislatura, ad avere una legge efficace che tuteli i whistleblower: se questo non dovesse accadere, il rischio è che il prossimo Parlamento mandi in fumo quanto ottenuto finora.

Proposto alla Camera da Francesca Businarolo del M5S il testo – dopo un lungo ed estenuante stallo al Senato, è stato approvato il 18 ottobre 2017 da un’ampia maggioranza trasversale. Grazie anche alle pressioni di Transparency International Italia e Riparte il futuro e alle sollecitazioni dell’ANAC – il testo emendato presenta alcune significative migliorie rispetto alla proposta uscita dalla Camera: ha rimosso il concetto di “buona fede” del whistleblower: un criterio soggettivo e che quindi avrebbe introdotto un elemento discrezionale a carico del giudice o del ricevente; ha invertito l’onere della prova: quindi sarà l’ente a dover dimostrare che una misura disciplinare nei confronti di chi segnala corruzione o illeciti è stata presa per motivi estranei alla segnalazione. Ha poi introdotto il reintegro sul posto di lavoro e il risarcimento dei danni morali e materiali e il rimborso delle spese legali per i whistleblower. Inoltre, ha aumentato le sanzioni a carico dei responsabili per la prevenzione della corruzione che non prendono correttamente in carico la segnalazione di illeciti o corruzione. E infine, ha sancito il divieto di rivelare l’identità del segnalante, oltre che nel procedimento disciplinare, anche in quello contabile e penale (salvo quanto disposto dal CP, art. 329).

Con la sua approvazione tutti i lavoratori del settore pubblico e in parte anche quelli del privato (limitatamente alle aziende e agli enti che adottino il modello organizzativo ex d.lgs.231) non potranno essere discriminati per aver segnalato corruzione e illeciti sul posto di lavoro.

Roma, 10 novembre 2017

www.transparency.it/whistleblowing 

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