“La brezza di Melendugno”

Mercoledì 6 dicembre a Melendugno (Lecce) soffierà una forte, inarrestabile brezza marina. Per le strade del paese salentino confluiranno uomini, donne e bambini per gridare, ancora una volta, il loro fermo “No” alla costruzione del gasdotto Tap. E tutti sanno che vento e mare non si possono contrastare né fermare.

 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI 
LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE

SEMINARE SPERANZA [A SUD]
«Comune è una cosa assai bella, una casa di tutti,
un vento che semina speranza…»

REGALI DI NATALE: UN LIBRO FOTOGRAFICO SU ROMA
Abbiamo bisogno di esplorare e raccontare le periferie in modo diverso. Abbiamo bisogno di mettere da parte la frenesia di chi pensa al territorio come una merce. Un reportage fotografico tra le borgate di Roma: un libro di Pas Liguori con oltre 100 grandi fotografie a colori. I lettori romani interessati possono prenotare una copia di Borgate via email (l’autore ha scelto di destinare una percentuale del prezzo di copertina all’avventura editoriale di Comune e di aderire così alla campagna di sostegno)
 

LA BREZZA DI MELENDUGNO
Il 6 dicembre in un Salento militarizzato soffierà un’inarrestabile brezza marina. Donne, uomini e bambini grideranno il loro “No” alla costruzione del gasdotto Tap. E tutti lo sanno: il vento non lo puoi fermare
STEF ATREBIL
 

A TARANTO NON CI SONO GLADIATORI NÉ ILOTI GENITORI TARANTINI

ALLA CANNA DEL GAS ALEXIK

VOGLIAMO CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE
Se cinquecento persone, in grande maggioranza donne, provenienti da oltre cento città si incontrano per ragionare di migrazioni e per immaginare percorsi comuni nei giorni in cui il razzismo sembra inarrestabile e la campagna elettorale non smette di dettare parole d’ordine e agende, significa che sono ancora molti e molte coloro che rifiutano le gabbie che Stato, circo mediatico e mercato hanno loro assegnato. Nessuno conosce il futuro del Forum nazionale PerCambiareLOrdineDelleCose, promosso a Roma dal regista Andrea Segre insieme ad Amnesty, Msf, Banca Etica, Naga, Medu, ZaLab e JoleFilm, e dedicato ad Alessandro Leogrande. Ma l’alta partecipazione e la ricchezza dei tre lavori di gruppo aprono possibilit&a grave; inesplorate e con ogni probabilità favoriranno percorsi, tutti da inventare, che andranno ben oltre i nove punti già raccolti nel Manifesto del Forum
GIANLUCA CARMOSINO
 

DOSSIER. CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE

APPELLO. LA VERITÀ VA GRIDATA DAI TETTI

MACHIAVELLI, INVITATO D’ONORE AL SUMMIT
Adesso i Paesi africani devono fare la loro parte riprendendosi i migranti. L’Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Federica Mogherini, ha sintetizzato assai bene la sostanza della “nuova” pagina aperta con il Summit di Abidjan. Una pagina nuova? I governi e i funzionari europei come quelli africani e i rappresentanti dell’Onu riuniti a quel tavolo sono artisti consumati che recitano copioni ingialliti dal tempo e imparati a memoria nei palazzi del potere. È l’antica lezione di Niccolò Machiavelli, consigliere dei prìncipi e maestro della separazione della politica dall’etica. Il banchetto di quel tavolo asimmetrico è apparecchiato da una parte sola, la solita. I poveri sono tenuti lo ntano, dietro la porta, possono sperare, come sempre, tutt’al più negli avanzi poco prima che si buttino via
MAURO ARMANINO
 

SENTIRSI NOMADI NEL MONDO
Dovremmo sentirci tutti ogni giorno nomadi, dovremmo camminare non per arrivare velocemente da qualche parte, ma per il puro gusto di viaggiare e passo dopo passo imparare a conoscere il mondo e chi lo abita. Chi è nomade impara presto ad ascoltare ma anche a scavalcare i muri, quelli di mattone e quelli di parole. “Chi è nomade vede il mondo in continuo cambiamento, è aperto a tutto ciò che accade e non si nasconde dietro sicurezze costruite come trincee… – scrive Emilia De Rienzo – Il nomade sa che la terra in cui si trova non gli appartiene… Il viandante impara che la Storia, quella raccontata sui libri, è fatta da un numero immenso di piccole storie…”. Per questo chi guarda dalla terra i cosiddetti barconi vede un insieme omogeneo di persone, mentre il viandan te sente prima di tutto una multiformità di voci. “Il viandante che incontra il migrante avrà orecchie per ascoltare l’urlo che si alza dal mare che tanti corpi ha sepolto dentro di sé nell’indifferenza di chi sta al di là della frontiera, un urlo di dolore che proviene da tante vite spezzate…”
EMILIA DE RIENZO
 

L’ARTE DI OSSERVARE LE RADICI
Le scuole di migranti per imparare l’italiano hanno bisogno di sapere molte cose. Ad esempio sapere “quando passano i pullman, che dopo le 17, nelle vallate alpine, arrivano solo in rari casi e se perdi quelli non torni a casa. Sapere che se le madri vengono a scuola, qualcuno dovrà tenere i bimbi, alternandosi nei giorni. Sapere se hanno malattie, come quell’amico ferito in Libia… – scrive Lino Di Gianni, maestro – In questo variegato mondo di mezzo, in cui capita di trovare anche qualcuno come Moussa sempre pronto a sorridere e andare incontro agli altri col suo Bambarà, gli insegnanti cercano di osservare se le radici che mettono a dimora avranno modo di crescere, e quando si scopre che qualcuno ha imparato a leggere, è come se arrivassero le prime arance dalla Sicilia, col sole dentro…”
LINO DI GIANNI
 

PASTA FRESCA, CHE PASSIONE!
Il cibo non è una merce e non è neanche soltanto un bisogno primario. È sapienza, convivialità, scienza, creatività, legame con la terra. Storia di un laboratorio di educazione alimentare (raccontata in un libro straordinario, “Una scuola felice. Diario di un’esperienza educativa possibile”, Franco Angeli ed.). Scrive Luciana Bertinato nel paragrafo dedicato al cibo: “Non è mai troppo presto per coinvolgere i bambini nel fare la spesa, pulire le verdure, impastare, cuocere, preparare la tavola, lavare le stoviglie. Per scoprire insieme, in una tavola imbandita con una varietà di cibi, la scienza, la storia, l’arte, la cultura e le tradizioni dei popoli del mondo…”
LUCIA NA BERTINATO
 

“Lasciate che i bambini giochino. Corrano e cadano. Si rotolino sull’erba… Che s’incantino di fronte a un libro o a un cartone animato… Che non sappiano stare dentro ai bordi… Che chiedano continuamente perché… Che si sbuccino le ginocchia… Che sappiano disobbedire… Lasciate che a fare tutto ciò siano soprattutto le bambine. A loro chiediamo di riordinare. Di essere ragionevoli. Di essere composte. Di vestirsi da signorine… Non è mai troppo tardi per essere quelle bambine. Ciò che non siamo state. E disobbedire. Salire sugli alberi. Desiderare un paio di guantoni. Fare ciò che ci piace. Prenderci tempo…”
PENNY
 

IL DONO DEL RACCONTO DELLE MADRI-ATTIVISTE
Il momento della nascita di un essere umano è talmente complesso che raccontarlo è un dono. Per le mamme e per le nuove generazioni. Eppure sono tante le donne che restano in silenzio. Uno dei motivi? Negli ultimi 40 anni in Italia si sono accumulate esperienze traumatiche per come le donne si sono sentite trattate negli ospedali. “Nel mondo occidentale in particolare l’esperienza del parto resta rinchiusa tra le mura dell’ospedale – scrive Giulia Giordano – La società non ci prepara ad affrontare questo evento nella sua complessità…”. Finora è mancata prima di tutto la volontà politica di ascoltare le madri: per questa ragione nascono sempre più spesso reti di auto mutuo aiuto, cerchi di mamme, che si autogestiscono, raccontano le e sperienze del parto, creano legami di sorellanza. È tempo di nascere e partorire con piacere, lontani dalle grinfie dell’ipermedicalizzazione
GIULIA GIORDANO
 

SE LA MISSION NON È FAR SOLDI DAI SOLDI
Il mondo finanziario che le istituzioni definiscono di “importanza sistemica” è sempre più insostenibile. Crescono le iniziative di vero greenwashing, con banche che magnificano la propria “sostenibilità” ambientale perché mettono le lampadine a basso consumo o usano carta riciclata nelle filiali ma continuano a finanziare pesantemente l’industria dei combustibili fossili. La sostenibilità, inoltre, non può esser certo valutata solo in ambito ambientale. Per fortuna, c’è anche chi non pensa solo a far soldi dai soldi ma si interroga su come dare credito ai soggetti più deboli, esclusi dai servizi finanziari; sui diritti umani e del lavoro; sulla trasparenza; sulle forme di governance e partecipazione. Di recente, è stata pubblicata la prima ricerca sulla finanza etica e sostenibile in Europa, realizzata dalla Fondazione Finanza Etica. Secondo il rapporto, la somma delle attività di finanza etica e sostenibile in Europa è pari a 715 miliardi di euro: quasi il 5 per cento in rapporto al Pil dell’Ue
ANDREA BARANES
 

CARLO
La Corte di Appello di Genova ha finalmente dato risposte a molti interrogativi sull’uccisione di Carlo Giuliani, che però, spiega il Comitato Piazza Carlo Giuliani “non possono essere considerate soddisfacenti”. Di chi sono le responsabilità per la morte di Carlo? La domanda, dopo sedici anni, per loro non ha ancora risposte
COMITATO PIAZZA CARLO GIULIANI

GIGANTI DEL FUTURO E NANI DEL PRESENTE
Dal 2018 il piú ricco fondo del mondo e il principale azionista singolo sui mercati internazionali, il fondo sovrano norvegese, disinveste una somma tra i 35 e i 37 miliardi di dollari da titoli di aziende attive nell’estrazione e vendita di petrolio e di gas. E pensare che la Norvegia è l’unico Stato al mondo che, con il petrolio, si è arricchito in maniera democratica ed equa quasi per tutti. Ora i norvegesi anticipano tutti con una scelta storica, che dovrebbe far almeno riflettere tutti gli altri investitori pubblici e privati, a cominciare dalla Banca della Ue, prigioniera del passato e dell’asservimento al business dei soliti e noti distruttori del pianeta. Un segnale dirompente al mercato arriva invece dal fondo norvegese, un gigante non solo per la taglia ma sopr attutto per la lungimiranza e l’esempio di democrazia e promozione dell’interesse pubblico che dà al mondo intero. Gratulerer (complimenti)!
ANTONIO TRICARICO
 

IL PIANETA PAGHERÀ IL CONTO
Molti speravano che nell’ultima riunione utile, quella del 29 novembre, le ragioni della tutela della salute umana e dell’ambiente prevalessero finalmente su quelle delle lobby ma così non è stato all’Ue: l’autorizzazione all’uso del glifosato è stata rinnovata per altri cinque anni. “La posizione della Germania è stata davvero sconcertante … – scrive Patrizia Gentilini, oncoematologa – Non ci vuole molto ad ipotizzare che nella scelta abbiano avuto un peso preponderante le trattative in corso per una fusione fra Bayer e Monsanto… Tuttavia l’azione di informazione che ha preso lo spunto dalla battaglia contro il glifosato, diventato il simbolo del contrasto all ’agricoltura industriale, non è certo stata vana perché, oltre alla maggior consapevolezza dei cittadini, numerose amministrazioni comunali e regioni hanno già preso provvedimenti concreti per la sua messa al bando, escludendo ad esempio dai sussidi economici le aziende che continuano a utilizzarlo…”
PATRIZIA GENTILINI
 

AGENDA

ROMA. IUS SOLI, ANCORA UNO SFORZO

MILANO. ASSEMBLEA DI NONUNADIMENO

BRINDISI. COMMEMORAZIONE VITTIME DEL PETROLCHIMICO

 

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