L’occidentalizzazione del mondo, che consente un dominio senza precedenti a una vasta rete di imprese transnazionali gigantesche, non smette di imporsi ma i suoi effetti devastanti, a differenza di qualche anno fa, non si limitano più soltanto al Sud del mondo. Anche il terrorismo va compreso in questo scenario, spiega Serge Latouche.
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI [LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE]
COLTIVARE E RACCONTARE LA SPERANZA [MARINA RUSSO]
“Condivido la campagna e sostengo il lavoro che fate con Comune, perché abbiamo bisogno di coltivare, accompagnare, proteggere e raccontare la speranza…”
CAPOVOLGERE I NOSTRI MODI DI PENSARE E DI FARE
L’occidentalizzazione del mondo, che consente un dominio senza precedenti a una vasta rete di imprese transnazionali gigantesche, non smette di imporsi ma i suoi effetti devastanti, a differenza di qualche anno fa, non si limitano più soltanto al Sud del mondo. Anche il terrorismo va compreso in questo scenario, spiega Serge Latouche, si tratta prima di tutto di “un controterrorismo di risposta al totalitarismo del mercato e al terrorismo dell’imperialismo culturale occidentale…”. Per cercare di resistere, tanti negli ultimi tempi hanno alimentato la pedagogia delle catastrofi. Ma non basta per una radicale e diffusa decolonizzazione dell’immaginario, cioè per ribaltare i nostri modi di pensare e di fa re. Resta la vita di ognuno di noi per rifiutare la dittatura dello sviluppo e per creare qualcosa di diverso. “Ogni speranza non è perduta ed è opportuno gioire del miracolo di essere ancora semplicemente vivi…”
SERGE LATOUCHE
CONSUMARE IN MODO DIVERSO
Quelli che sono in alto sono stati piuttosto bravi: hanno inventato la rigida divisione tra consumatori e produttori e, attraverso il rapporto di lavoro salariato, hanno favorito la deresponsabilizzazione (alienazione) del produttore: pane o cannoni, fa lo stesso. Non contenti, hanno poi favorito l’ideologia illusoria del consumatore sovrano. Il mantra è noto: “nel mercato libero sono i consumatori finali ad avere l’ultima parola”. Tuttavia, in questo campo minato, secondo Paolo Cacciari resta necessario e possibile aggredire l’Idra dalle mille teste anche dal lato del consumo, “usando i margini di potere di scelta che sono nelle mani del consumatore consapevole e responsabile”. Si tratta, ad esempio, di riunire il più possibile l’azio ne del produttore e quella del consumatore (è la strada dei Gruppi di acquisto solidale, degli orti sociali, delle ciclofficine, delle banche del tempo, della Mag…) e di creare la società beni comuni, come insegnano sempre più movimenti popolari in tutto il mondo
PAOLO CACCIARI
CERCHEREMO DI RESISTERE, ANTONELLO
Quando muore qualcuno con cui ti sei trovato ad attraversare molti anni, pendii e crocevia straordinari, capita spesso che i ricordi si accavallino falsando le prospettive. Per conservarne il rigore, invece, servirebbe uno sguardo nitido, capace di mettere bene a fuoco le linee, le luci, le ombre, i punti di fuga. Se quello sguardo è rivolto al vivere, più ancora che all’abitare in città, c’è bisogno poi di tenere ben fermo il punto di vista: da dove si guarda e perché. Antonello Sotgia sapeva disegnare e raccontare ma aveva quello sguardo fermo. Non solo per la passione che ne aveva modellato negli anni il talento professionale ma per la forza che dà la capacità d’indignarsi di fronte all’ingiustizia, a ogni ingiustiz ia, al prevalere dell’interesse di pochi sull’esistenza e la dignità di tutti. Un’indignazione impetuosa, estrema, meticolosa quanto tenace, quella di Antonello. Eppure, in qualche occasione, il punto di vista di acuminata denuncia e quello, arcinoto, della difesa a oltranza di ogni spazio vivo di autonomia e libertà cittadina, sapeva farsi triplo, quasi a tratteggiare una spericolata assonometria, la capacità di rappresentare insieme non due ma tre facce di uno stesso poliedro. Era la tenerezza, quella terza faccia. Ed era riservata, forse, alla sola idea di rivoluzione possibile, quella legata ai desideri e ai gesti semplici della vita di ogni giorno. Come l’ultima volta che lo abbiamo visto, solo qualche settimana fa, allungare la mano per accarezzare la testa di un bambino e la sua presenza “importante”. Quella stessa tenerezza che, in fondo a questo essenziale articolo, scritto 14 anni fa per Carta, lo spinge a scartare o gni esortazione risoluta, perentoria per rivolgerci invece, a bassa voce, quasi una preghiera comune: cerchiamo di resistere (m.c.)
ANTONELLO SOTGIA
DISEGNARE INSIEME LA CITTÀ EDUCANTE
Il bisogno di ripensare la scuola resta legato alla necessità di cambiare le città e le sue relazioni sociali. Secondo Giuseppe Campagnoli non possiamo più distinguere e separare la scuola dalla vita di ogni giorno. Per questo “è bene che non vi siano più degli edifici a senso unico, dedicati rigidamente ed esclusivamente alla funzione dominante, sia essa espressa attraverso una scuola, un teatro, un centro commerciale”. Prima di tutto vanno riutilizzati in senso polifunzionale spazi e luoghi abbandonati o malamente usati, magari in autocostruzione, per favorire l’idea della scuola diffusa, del museo diffuso, dell’agricoltura diffusa… Si tratta anche di superare muri, aule e spazi chiusi e concentrati dell’apprendere: “Perfino ne i tanto osannati paesi del nord Europa non si è ancora superato il concetto di school building se non nelle forme variegate e ipertecnologiche ed ecologiche di una edilizia scolastica d’avanguardia”. È ora di coinvolgere, progettare, trasformare e realizzare
GIUSEPPE CAMPAGNOLI
IN PIAZZA CON IL CONCERTO DAI BALCONI
Un vecchio mercato coperto che chiude, una piazza che si svuota e diventa un non-luogo, un senso di comunità da ricomporre. Che fare? C’è chi ha cominciato dal basso, con lettere recapitate a mano, artisti e danzatori in strada, un fantastico museo domestico che costringe ad aprire le porte di casa per raccontare e ascoltare storie, un mercatino delle autoproduzioni, la raccolta di idee per ripensare la piazza e, soprattutto, il grande concerto dai balconi con un partecipazione altissima… Non servono deleghe, né attendere tempi migliori e neanche le tradizionali assemblee per ricostruire i legami sociali e per abitare in modo diverso la città
MARCO VULCANO
I FERTILI SPAESAMENTI DI MILANO
“Per la sua natura composita, che la vede ogni volta ripopolarsi di masse inurbate, ora dalla provincia italiana ora dalla provincia del mondo, Milano si può considerare il luogo più adatto a produrre fertili spaesamenti e nuove imprevedibili convivenze – scrive Lea Melandri – La mancanza di grandi parchi, la sua fisicità dura e disadorna, in alcuni casi respingente, la fa somigliare a una grande fabbrica destinata a svuotarsi nei fine settimana, lasciando allo scoperto solo gli ultimi venuti. Ma è questa, paradossalmente, la condizione che spinge chi la abita a disegnare la mappa cittadina secondo le linee del paesaggio che più si avvicina alle proprie necessità vitali e ai propri desideri… Milano &e grave; la città che non ha mai smesso di manifestare per le strade – lavoratori, studenti, maestre e bambini della scuola elementare -, che ha visto riemergere, quando tutti lo davano per morto, un movimento di donne capace di ritrovarsi in grandi assemblee, e un corteo di oltre centomila persone…”
LEA MELANDRI
UN MONDO DI TUTTI
“I governi europei non hanno una strategia per affrontare il problema dei profughi perché non sanno più dare lavoro, casa e servizi nemmeno a un numero crescente di loro concittadini; e perché sono tutti lanciati all’inseguimento delle forze di destra e razziste che del respingimento hanno fatto la loro sirena elettorale… – scrive Guido Viale – I profughi ambientali e climatici, e le vittime delle guerre provocate da quei dissesti, non sono pochi; sono milioni; e saranno sempre di più; e nessuno riuscirà a fermarli… Abbiamo tanto da imparare da popoli e culture che continuiamo invece a trattare come se fossero ancora delle colonie…”
GUIDO VIALE
ULTIMA POSSIBILITÀ PER LO IUS SOLI
La maggioranza in senato e il governo hanno dunque abbandonato la riforma della cittadinanza, lasciando 800mila alunni e alunne, nel pantano della discriminazione. Il 20 dicembre le organizzazioni che hanno promosso in questi mesi la campagna per lo ius soli organizzano una fiaccolata per la cittadinanza in piazza Montecitorio. Non è solo un grido contro quei parlamentari, è prima di tutto “l’iniziativa di uomini e donne che si sentono responsabili del futuro di tutti i bambini e le bambine che crescono in Italia, la speranza della nostra società”, scrive Franco Lorenzoni. È una fiaccolata contro la crescente “deriva razzista”, è un modo per ricordare che “il presente e futuro dipendono da ciascuno di noi”
FRANCO LORENZONI
METTIAMOCI IN DISCUSSIONE. UNA LETTERA
«Qualche giorno fa ho accompagnato i bambini e le bambine in piazza per i canti di Natale e gli auguri delle autorità – scrive G.V., maestra – Ho indossato la bandiera della pace e un cartello con scritto: “Sí ius soli. Insegnante per la cittadinanza”. Prima che il piccolo e allegro corteo partisse… SEGUE QUI
G.V.
I BAMBINI DA NOI SI ASPETTANO SOLTANTO UNA COSA
“I bambini vengono traditi tutte le volte che non possono dire la paura… Quando non devono disturbare e mettiamo in mano un oggetto, o un cibo in bocca per farli stare buoni. Li tradiamo quando non si spiegano i vuoti… Li tradiamo tutte le volte che non li abbracciamo abbastanza. Che non chiediamo scusa se sbagliamo. Quando abbiamo aspettative. E vogliamo che riescano ad ogni costo… Quando insegniamo che l’altro è lo straniero e devono averne paura… Quando cerchiamo di eliminare ogni sofferenza: imprevisti, delusioni, fallimenti…”
PENNY
LA DEMOCRAZIA IN MANO A TRE MANAGER
La Walt Disney ha dunque acquisito buona parte di 21st Century Fox, la grande multinazionale di proprietà di Rupert Murdoch. Ora a sfidarsi sul piano delle notizie diffuse tramite televisione e internet (con i loro carichi di pubblicità) a livello planetario sono soltanto tre emittenti, tutte statunitensi: Time Warner (CNN), Comcast (NBC) e Walt Disney tramite ABC e Sky. E se andiamo a vedere chi sono gli azionisti dei tre colossi scopriamo che ai primi posti compaiono sempre gli stessi nomi: si tratta di fondi di investimento, insomma il mondo della finanza. La democrazia è da tempo una parola vuota, ora parlare di democrazia è anche ridicoli
FRANCESCO GESUALDI
LA TRAPPOLA DELLA DEUTSCHE BANK
Le responsabilità della banca per l’allarme del 2011 sul debito italiano
MARCO BERSANI
LA FINANZA CHE AFFOSSA IL CLIMA
Tra il 2014 e il 2017, i grandi istituti di credito globali hanno garantito ben 630 miliardi di dollari per finanziare 120 centrali a carbone. La metà dei venti maggiori finanziatori sono occidentali, non mancano le istituzioni. Quando parlano di clima, di risparmio energetico e di fonti rinnovabili… sappiamo che mentono
LUCA MANES
LA VERA MISURA DELLA POVERTÀ
Il divario tra ricchi e poveri nel mondo continua ad allargarsi. Secondo Oxfam, la ricchezza detenuta dall’1 per cento della popolazione mondiale supera quella del restante 99 per cento. Per dirla in parole povere, bastano otto “paperoni” del pianeta per fare la ricchezza dei 3,6 miliardi più poveri. I dati Eurostat raccontano anche che l’Italia è il Paese che ha più impoveriti in Europa. L’aumento del divario tra ricchi e poveri non è un fenomeno inevitabile: è compito della geografia della speranza, dei vinti che hanno subito le conseguenze della crisi e le pagano tutt’ora, mettersi insieme e tentare in molti modi di invertire la rotta
MARTINO DI PIRRO
DIFENDIAMOCI, SÌ, MA DA CHI E COME?
Il 15 dicembre di quarantacinque anni fa veniva approvata la prima legge italiana di riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Oggi, in tempi di guerra permanente e violenza diffusa, abbiamo sempre più bisogno di una Difesa civile non armata e nonviolenta
R.C.
DALLA VIOLENZA SI PUÒ USCIRE
Il racconto della violenza contro le donne resta ingabbiato nella sequenza infinita di volti tumefatti e corpi accasciati. Si ripropone all’infinito soltanto l’immagine della donna vittima senza mai cercare di storicizzare la violenza, senza mai mostrare i legami con il dominio dell’economia patriarcale. È tempo di rompere quella narrazione. Si tratta prima di tutto di raccontare l’immensa forza delle donne, che non si stancano di agire, nonostante la violenza, di tessere relazioni, fare comunità, riprogettare l’esistente. La violenza non è un destino per le donne
GRAZIA BONANTE FASSIOLA
AGENDA
ROMA.L/IVRE FESTIVAL DEI VINI E DEI LIBRI INDIPENDENTI 2017
NAPOLI. GERUSALEMME È LA CAPITALE DELLA PALESTINA
MILANO. IL MASCHIO PREPOTENTE