“Come neve in un sogno. Tel Abbas”

Una finestra su un piccolo campo profughi nel nord del Libano, a cinque chilometri dal confine siriano. È una finestra del “fare”, un diario che racconta cose semplici, essenziali: la vita a Tel Abbas, una vita particolarmente intrisa di dolore, resistenza e speranze. Una vita vera, che inventa con pazienza, giorno per giorno, le ragioni per essere vissuta.

 

 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI [LA CAMPAGNA DI COMUNE]

SLURP! [DANIELE BARBIERI]
“…. Su Comune trovo un po’ di speranza, individuale e collettiva. Per questo aderisco. Grazie o se preferite slurp …”

AIRES BUENOS SULL’ECONOMIA
ROMA, 24 GENNAIO: TAVERNA COMUNALE CON RODOLFO PASTORE

CAMBIARE LA SCUOLA E IL MONDO OGNI GIORNO
ROMA, 30 GENNAIO: TAVERNA COMUNALE CON LUCIANA BERTINATO

 

COME NEVE IN UN SOGNO. TEL ABBAS
Da oggi apriamo su Comune una finestra su un piccolo campo profughi nel nord del Libano, a cinque chilometri dal confine siriano. È una finestra del “fare”, un diario che racconta cose semplici, essenziali: la vita a Tel Abbas, una vita particolarmente intrisa di dolore, resistenza e speranze. Una vita vera, che inventa con pazienza, giorno per giorno, le ragioni per essere vissuta. A scrivere è Alessandro, arrivato in quel villaggio per coordinare il gruppetto di volontari dell’Operazione Colomba che ha scelto di condividere un’esistenza difficile quanto straordinaria: vivere con una tenda tra le tende dei profughi, confrontandosi con posizioni molto diverse rispetto alla guerra che incendia il mondo tanto vicino. Nell’estate del 2014, un’esc alation di violenza tra gruppi jihadisti e militari libanesi ha portato a ritorsioni di civili e di militari nei confronti dei profughi siriani. Le persone del campo, impaurite, hanno chiesto la presenza protettiva dei volontari, anche perché i campi profughi non sono riconosciuti come tali dallo Stato libanese e non possono essere né gestiti né protetti dalle Nazioni Unite. Sofia, una persona importante per Comune, arrivata anche lei a Beirut da qualche mese per un’esperienza di volontariato, ha detto che i testi di Alessandro sono bellissimi e le hanno fatto pensare subito a noi. Il perché ci pare di averlo capito leggendo le ultime parole del primo racconto di una finestra che vorremmo tenere aperta a lungo, perché fa entrare un’aria di cui avevamo un gran bisogno: siamo testimoni di una vita che non si arrende, continua a soffiare, a scendere silenziosa, come la neve in un sogno
ALESSANDRO CINQUERA
 

ABBIAMO MARCIATO SULLA NEVE
Dopo l’intensificarsi dei respingimenti a Ventimiglia, da alcuni mesi la Val di Susa è diventata una delle zone di pressione dei migranti che vogliono raggiungere la Francia. Per questo il confine è sempre più militarizzato e per questo, in modo spontaneo, gruppi di persone del movimento No Tav e cittadini francesi del Brianzonese si sono messi insieme per dare soccorso a chi rischia la vita attraversando la frontiera. È la rete di solidarietà Briser Le Frontières che domenica ha fatto ricorso (come dimostrano le foto di Luca Perino) a uno strumento tradizionale, il corteo, in modo diverso… È stata una splendida giornata di libertà
R.C.

LA GUERRA PERDUTA NEL SAHEL
Tutta l’area di raccordo col deserto del Sahara, il Sahel, è da tempo immemorabile un luogo di scambi commerciali e di migrazioni umane. L’Africa occidentale è tra le zone del mondo a più alta percentuale di mobilità umana. Solo una minima parte degli spostamenti è diretta verso l’Europa, eppure L’Europa combatte una vera guerra contro le migrazioni, non da oggi. Oggi però il Niger, paese strategico per collocazione geografica e geopolitica, si è visto assegnare un ruolo di primo piano in quella guerra e si è gradualmente trasformato in un’azienda cui vengono appaltati il compito di bloccare fisicamente i migranti e parte del controllo della mobilità regionale. Agadez ne è la visibile frontiera e il te rritorio viene militarizzato. Il diritto umano di muoversi resta spesso formalmente riconosciuto ma la sua negazione concreta (e finanziata dalle potenze europee) serve a garantire la spartizione di questa parte del mondo, delle sue ricchezze e delle sue risorse. Un interesse astratto, armato ma solo apparentemente invincibile
MAURO ARMANINO
 

SE COMINCIAMO DALL’INFANZIA
Smettiamo di dire alle bambine che devono essere brave, belle, seduttive. Abbiamo bisogno di investire sulla decostruzione dell’immaginario e smontare un pezzo di sessismo per volta, quello che abita negli uomini ma anche nelle donne fin dall’infanzia. “Tutti gli uomini sono stati bambini e hanno avuto una madre e un padre che dovevano insegnare loro da subito a saper portare nel mondo la loro domanda d’amore – scrive Rosaria Gasparro – A sapere la differenza che c’è tra corteggiare e molestare, tra forza e violenza, tra desiderio e abuso, tra avance e consenso. A non crescere narcisi dell’eros e del potere…”
ROSARIA GASPARRO

ELOGIO DELL’INDUGIARE
“Vai piano… Concediti tempo… Esita… Abita lo spazio che desideri… Ascolta. Te stesso e l’altro che parla, che, a volte, le risposte non servono, serve stare lì… Ruba. Attimi d’indugio, nello smarrimento il segreto, nell’erranza la percorrenza. Sii inabile, fuori posto, improprio. Nelle imperfezioni sta la forza, nella mancanza la ricerca del senso, dentro di noi la bellezza delle cose…”
PENNY

GRAZIE A TRUMP PER I CESSO DI PAESI
Secondo un resoconto del Washington Post, dopo che gli è stata presentata una proposta per ripristinare le protezioni per gli immigrati da El Salvador, Haiti e alcune nazioni africane come parte di un accordo di immigrazione bipartisan, il presidente Trump ha di recente affermato: “Perché stiamo facendo venire tutte queste persone da questi cesso di paesi (shithole countries)?” Be’, c’è solo un modo per replicare a chi non ha alcun senso della Storia passata e dei tanti, piccoli racconti viventi che nascono e sopravvivono intorno a noi…
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

COSA HO FATTO DEL MIO BONUS
Ci sono maestri “meritevoli” quanto disobbedienti che rifiutano la logica del bonus della legge 107, un provvedimento che mina le ragioni della cooperazione tra gli insegnanti ed è di fatto un sostituto miserevole e riservato a pochi di una dignitosa retribuzione che spetterebbe a tutte e a tutti. Ecco cosa ha fatto il maestro Gianluca quando ha ricevuto quei soldi:
GIANLUCA GABRIELLI

PROPOSITO PER IL NUOVO ANNO
A volte le scuole sembrano il parlamento, dove non si discute più. Lettera di una maestra, che non vuole smettere di discutere e confrontarsi, almeno con i suoi alunni
G.V.

IUS SOLI: DELL’IGNAVIA
L’ultima, patetica immagine del 2017 è stata quella di un parlamento che se ne frega della civiltà e della cultura in nome del barometro elettorale. Ne faranno le spese per primi i bambini. Sarà difficile spiegarne loro i perché
GIANLUCA SOLERA

MI SUGGERISCI UN FILM DA VEDERE?
Vogliamo mettere in comune titoli di buoni film e validi documentari dedicati ai temi dell’educazione e della scuola. Scrivete subito in coda all’articolo linkato, nello spazio commenti, cosa vedere. Creiamo insieme una filmografia dal basso sul “cinema di formazione”
A CURA DI CARLO RIDOLFI

FARE AGRI-CULTURA NELLA TERRA DEI FUOCHI
“Il nostro si chiama Orto Conviviale, un nome scelto perché secondo Ivan Illich la convivialità è l’unica risposta alla megamacchina infernale”. Quello di Miriam è un orto speciale: perché qui ci sono alberi che sono stati dimenticati, come il nespolo germanico e il corbezzolo, e perché chi se ne prende cura lo ha ha fatto mettendo su anche spazi e momenti dedicati ai libri per bambini, al cinema, al jazz e naturalmente alla relazione con l’ambiente naturale. Ma è speciale prima di tutto perché se la Terra in cui nasce è quella dei Fuochi, allora è uno spazio davvero liberato, ben oltre i disciplinari del biologico, un luogo dove nuove declinazioni del vivere diventano ogni giorno possibili
MIRIAM CORONGIU

LA VITA CHE BASTA
“Mi piace camminare… L’altra sera, ho chiesto alla girl grande se avesse voglia di venire con me. Ho insistito un po’, perché come tutti gli adolescenti è parecchio pigra, e, sopratutto, non vuole fare le cose con sua madre. Prima ha nicchiato, ma poi l’ho convinta, non so come, ma l’ho convinta… Abbiamo camminato. I minuti sono diventati 40, lei ha parlato quasi tutto il tempo… È stato bello dimenticare la fretta, le cose da fare… Non abbiamo fatto niente di speciale. E lei, nel tempo, non si ricorderà di aver camminato con me una sera di gennaio, sui tetti di Genova… Io sì. Ricorderò i passi. La città. La pausa… L’odore di pioggia. La sua adolescenza… Il mare, laggiù. Noi due. Vicine. E mi basta. Mi basta davvero. Come &egr ave; bello quando ci facciamo bastare le cose. La vita…”
PENNY

 

AGENDA

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