L’abbandono del progetto dell’aeroporto a Notre Dame des Landes è vissuto nella zona come una vittoria che riempie di gioia, ma anche come una tappa della negoziazione sull’avvenire del territorio. Rappresenta sicuramente una data nella storia delle lotte. La storia delle lotte sui territori, delle lotte per delle terre. Il racconto di una giornata straordinaria.
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI [LA CAMPAGNA DI COMUNE]
UN MONDO NUOVO DA COLTIVARE [GIANMARCO CATALANO]
“Aderisco perché in Comune abbiamo un mondo nuovo da coltivare”
AIRES BUENOS SULL’ECONOMIA
Possiamo ancora provare a cambiare l’economia? Oppure dobbiamo solo costruirne un’altra? È ancora pensabile trasformare le relazioni sociali dell’economia per fare un mondo diverso? Dal 2001, in Argentina, paese che evoca più d’ogni altro la profondità delle crisi dell’economia moderne, sono cresciute rilevanti reti di economia sociale e solidale, lavoro autogestito e scambio non centrato sul lucro. Oggi quel salutare vento di rinnovamento investe il territorio e mette radici nel mondo della cultura. Un confronto – durante Taverna comunale i mercoledì 24 gennaio (a Scup, Roma, prenotate subito l’incontro-cena) – con Rodolfo Pastore, preside della Facoltà di economia dell’Università Nazionale di Quilmes a Buenos Ai res
UNA VITTORIA STORICA
L’abbandono del progetto dell’aeroporto a Notre Dame des Landes è un risultato storico per i movimenti territoriali, non soltanto quelli francesi. Un traguardo meraviglioso atteso da oltre quarant’anni
NICOLAS DE LA CASINÈRE
LA NUOVA MINIERA DELLA POVERTÀ
Le banche hanno trovato un nuovo giacimento per il loro business: indurre milioni di persone a basso e bassissimo reddito, migranti inclusi, all’utilizzo del credito per far fronte alla vita di ogni giorno. Dagli Stati uniti all’Italia, passando per la Turchia e la Svezia: estrattivismo è finanza. La genialità del male
STEFANO ROTA
IL CORAGGIO DELLA DISOBBEDIENZA
Ci vogliono una certa dose di follia e molto coraggio in tempi di campagna elettorale a seminare la nascita di un Sanctuary Movement in Europa a cominciare dall’Italia. Ci vogliono una certa dose di follia e molto coraggio nell’epoca del razzismo scomposto di Trump e in quello economicista dell’Ue a promuovere azioni di disobbedienza che coinvolgano chiese ma anche università e amministrazioni locali. In fondo sono la follia e il coraggio con i quali lo scorso anno, anche se pochi lo raccontano, il New Sanctuary Movement ha visto raddoppiare negli Stati uniti il numero di chiese e di persone comuni che offrono rifugio e asilo politico ai migranti minacciati di deportazione
ALEX ZANOTELLI
SERIFOU NON RICORDA PIÙ LE SILLABE
C’è chi, come Serifou, ha dimenticato tutte le sillabe nelle vacanze di Natale. Moussa invece ora è lanciato nella lettura delle frasi. Un altro ragazzo è completamente analfabeta e fa una fatica immensa a ricordare l’alfabeto ma a tris batte tutti, maestro incluso. Poi ci sono le donne dell’est che arrivano ogni giorno perché sentono che la conoscenza della lingua e la cultura restano strade da percorrere per non essere inchiodate al ruolo di badanti, operaie, parrucchiere… C’è un mondo ricco di vita di cui prendersi cura nelle scuole di italiano per stranieri
LINO DI GIANNI
UN NO-GLOBAL A TUTTO TONDO
Quelli che sono in alto hanno dichiarato guerra ai popoli. Come resistere, come ricostruire comunità solidali passando “dalla cooperazione per competere” alla “competizione per cooperare” per dirla con Bruno Amoroso? La priorità, al tempo della globalizzazione, dovrebbe essere liberare territori e comunità. “La globalizzazione non è un fenomeno oggettivo della modernizzazione, è una forma contingente assunta dal capitalismo – scrive Amoroso -, uno stadio particolare ed eventualmente, il suo ultimo stadio. È il capitalismo nella sua forma più maligna, poiché si diffonde come una forma tumorale; come una metastasi si concentra su poche aree strategiche, … sul resto enormi effetti distruttivi. Con buona pace delle molt itudini di Toni Negri e dei new-global della globalizzazione buona…”. Mondializzazione, comunità, bene comune: un viaggio nel pensiero di Bruno Amoroso
ANTONIO CASTRONOVI
GUERRA O PACE, DOVE VA LA SCUOLA?
Una volta c’erano le visite ai musei, ai centri storici delle città, alle aree archeologiche e alle riserve naturali. Ora ci sono gli open day nelle basi militari, per ragazzi e perfino bambini. Le città e le regioni a esserne più interessate sono quelle dove maggiore è la presenza di basi, porti e strutture militari italiane, Nato o statunitensi
GIANMARCO CATALANO
NON È COSÌ CHE SI IMPARA
Le conseguenze dei compiti nella vita delle famiglie (a cominciare dalla più fragili), l’importanza delle motivazioni nell’apprendimento, imparare facendo e condividendo, l’assenza di un pensiero pedagogico dietro la prassi di assegnare i compiti a casa, ma anche la nascita della Rete Docenti e Dirigenti a Compiti Zero. Questi e molti altri sono stati i temi del primo convegno nazionale della campagna “Basta compiti” ospitato nel teatro Pergolesi di Jesi
CARLA FEDELE
LEGGIAMO PER COLTIVARE UN PEZZETTO DI LIBERTÀ
“Pezzettini”, la Festa della lettura di Altramente, è arrivata alla quarta edizione: si svolge a Torpignattara, a Roma, ed è una fantastica maratona di libri e di storie. “Pezzettini pensa di essere un evento che ci allarga la mente – scrive Patrizia Sentinelli di Altramente – e ci fa, grandi e piccoli, sentire protagonisti della nostra vita…”
PATRIZIA SENTINELLI
I MATTONI DI UNA SCUOLA SENZA MURA
Preparare un canovaccio educativo di attività e iniziative per i gruppi e le classi coinvolti, individuare insegnanti interessati, scegliere gli obiettivi da condividere con famiglie e studenti, preparare un patto tra associazioni, cooperative, gruppi culturali, enti pubblici e privati, laboratori e botteghe intenzionati a collaborare, mettersi in rete con realtà analoghe di altre città…
GIUSEPPE CAMPAGNOLI
CAMBIARE LA SCUOLA E IL MONDO OGNI GIORNO
Per molti anni Luciana Bertinato ogni mattina, dopo aver salutato la sua gatta, ha raggiunto in bicicletta i bambini e le bambine della scuola elementare del borgo di Soave. Nelle sue classi ha sempre preso forma una scuola che ha radici nel passato (Lodi, Freinet, don Milani, Montessori, Rodari, Zavalloni) ed è aperta al mondo, dove si impara a scrivere, leggere ma anche ad ascoltare e, prima di tutto, a trasformare l’io in noi, dove spesso le aule sono senza mura, tra alberi, malghe e ortaggi, una scuola pensata per gestire i conflitti e pure per disobbedire, ad esempio alla guerra. Luciana Bertinato fa parte anche della Casa delle Arti e del Gioco, promossa da Mario Lodi, di cui è stata amica e collaboratrice: le sue classi hanno sempre avuto un’intensa e gioiosa corrispondenza con il maestro di Cipì. E proprio dalla cascina del maestro, nel 2011, ha preso vita la Rete di Cooperazione Educativa “C’è speranza se accade @”, alla quale aderiscono insegnanti, educatori e genitori. «Una scuola felice» (Franco Angeli), è lo straordinario diario con cui la maestra Luciana racconta la sua esperienza educativa. Martedì 30 gennaio (dalle 18 alle 21,30), la redazione di Comune, la scuola IC Manin e l’Associazione Genitori Di Donato promuovono un incontro-cena con Luciana Bertinato nella scuola di via Nino Bixio (piazza Vittorio): un appuntamento prezioso per Roma, per ragionare di come è possibile cambiare la scuola e il mondo ogni giorno
R.C.
DOVE COMINCIA IL CAMBIAMENTO?
Il mondo non ci piace, ma indignarsi non basta, è tempo di sentirsi responsabili, vincere la pigrizia, cambiare qui e ora. Per dirla con Miguel Benasayag, “prima di diventare torturatore, si comincia sempre con l’essere un pigro”. Scrive Emilia De Rienzo: “Vincere la propria pigrizia vorrebbe dire ribaltare i luoghi comuni …, non solo informarsi, ma a mettersi al posto dell’altro, imparare ad affrontare la realtà senza pensare che nulla è impossibile … operare il cambiamento prima di tutto dentro di sé … “
EMILIA DE RIENZO
IL PREZZO DELL’ORO AMAZZONICO
Nelle miniere del Perù le condizioni del lavoro sono indicibili. Minatori irregolari fanno orari estenuanti con il rischio di malattie e infortuni e la possibilità di perdere la vita stessa. Non pochi, infatti, scompaiono, inghiottiti dalla foresta, forse solo per avere minacciato di autodenunciarsi alle autorità competenti. Purtroppo al dramma sociale si aggiunge quello ambientale per lo sversamento nei fiumi e nel terreno di montagne di olio esausto usato dalle imbarcazioni, di montagne di mercurio usato per l’amalgama dell’oro, di montagne di detriti prodotti durante l’esplorazione: un paio di tonnellate per ogni grammo di oro
FRANCESCO GESUALDI
PER I MAPUCHE LE PAROLE NON BASTANO
Il passo compiuto anche solo scegliendo di andare a Temuco, l’augurio di pace in lingua mapudungun, il riconoscimento della sofferenza generata con la secolare rapina delle terre indigene e la conseguente e sistematica violazione dei diritti umani restano a testimoniare una scelta coraggiosa. Eppure, buona parte delle comunità dei Mapuche – almeno quelle più combattive – hanno espresso netta delusione sulla visita di papa Francesco nella Patagonia cilena, la terra del popolo della terra, ancora oggetto di feroce repressione da parte dello Stato cileno. L’occupazione della terra oggi di proprietà dell’arcidiocesi di Concepción, avvenuta poco prima dell’arrivo di Bergoglio, spiega meglio di ogni altro commento come le comunit&agr ave; in lotta avrebbero auspicato gesti simbolici ma anche concreti: la restituzione senza condizioni di una terra usurpata. Una generica condanna della violenza non poteva bastare a chi tanta violenza ha subito e subisce, ieri in nome del diritto predatorio e razzista della brutale conquista, oggi con la maschera di assurde e pretestuose norme antiterrorismo
PATRIZIA LARESE
AGENDA
TORINO 23/01 SCENARI DI FUTURO: INCONTRO CON SERGE LATOUCHE
ROMA 23/01 FEMMINISMI ALTRI: DAL KURDISTAN ALL’AMERICA LATINA
ROMA 24/01 AIRES BUENOS SULL’ECONOMIA
VERONA 25/01 PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO “LUNGO LA ROTTA DEL BRENNERO”
LECCE 25/01 PRANZO SOCIALE AL PRESIDIO NO TAP DI SAN BASILIO
PESCARA 27/01 LA QUESTIONE DEL DEBITO GLOBALE