Campagna “Meglio nuda che in pelliccia”

La pluripremiata attrice, protagonista della fortunatissima serie tv “The X-Files”, è la Testimonial della Campagna lanciata negli Stati Uniti dalla PeTA in occasione della New York Fashion Week 2018. Animalisti Italiani Onlus rinnova la partnership con l’Associazione d’Oltreoceano: “Il tema delle pellicce ci vede da sempre schierati in prima linea. Siamo orgogliosi di unirci alla PeTA e a Gillian Anderson in questa battaglia di civiltà”

 

NEW YORK FASHION WEEK, “MEGLIO NUDA CHE IN PELLICCIA”. ANIMALISTI ITALIANI ONLUS ADERISCE ALLA NUOVA CAMPAGNA DELLA PeTA CON GILLIAN ANDERSON. IL PRESIDENTE WALTER CAPORALE: “UN MERCATO IN CADUTA LIBERA ANCHE QUI IN ITALIA. DICIAMO NO ALLA MODA INSANGUINATA”

La pluripremiata attrice, protagonista della fortunatissima serie tv “The X-Files”, è la Testimonial della Campagna lanciata negli Stati Uniti dalla PeTA in occasione della New York Fashion Week 2018. Animalisti Italiani Onlus rinnova la partnership con l’Associazione d’Oltreoceano: “Il tema delle pellicce ci vede da sempre schierati in prima linea. Siamo orgogliosi di unirci alla PeTA e a Gillian Anderson in questa battaglia di civiltà”

Un gigantesco cartellone pubblicitario di circa 20 metri che raffigura l’attrice Gillian Anderson, con nulla indosso, se non il suo sorriso, e lo slogan “Meglio nuda che in pelliccia”. È la nuova Campagna che la PeTA ha lanciato in occasione della New York Fashion Week, in programma dall’8 al 16 Febbraio 2018, a cui ha aderito Animalisti Italiani Onlus (www.animalisti.it) promuovendo l’iniziativa anche qui in Italia. La foto, che ritrae la Testimonial della Campagna e pluripremiata protagonista della fortunata serie tv “The X-Files”, è stata scattata dall’acclamato fotografo di ritratti, il britannico Rankin.

“Mi è sembrato incredibilmente liberatorio usare il mio corpo per fare una dichiarazione politica – ha dichiarato con la sua consueta modestia Gillian Anderson, vincitrice anche di un Emmy per la sua interpretazione in “The X-Files”, e co-autrice del Best Seller “We: A Manifesto for Women Everywhere”, che uscirà in edizione tascabile a fine mese – spesso le persone tendono a distogliere lo sguardo dagli annunci anti-pelliccia che mostrano animali maciullati, ma sono attratti dalla Campagna di PeTA, e sono orgogliosa di farne parte”.

La Campagna di Gillian Anderson è stata lanciata sulla scia degli annunci di stilisti come Michael Kors e Gucci che non useranno più la pelliccia, dopo anni di proteste e trattative da parte del gruppo. Altri marchi che hanno deciso di interrompere l’utilizzo della pelliccia per le loro creazioni, dopo essere stati presi di mira con video che testimoniavano cosa succedeva negli allevamenti di conigli da pelliccia (come questo, con il racconto proprio della Anderson), sono Ralph Lauren, Vivienne Westwood e Giorgio Armani. La PeTA ha esercitato una grande spinta, nel corso degli anni, per esporre la crudeltà esercitata dall’uomo nei confronti degli animali tenuti in gabbia e, oltretutto, percossi, fulminati e scuoiati per ricavarne angora, pelli, pellicce, cuoio e lana.

Proprio per questo, Animalisti Italiani Onlus ha deciso di appoggiare questa importante iniziativa e di promuoverla anche qui in Italia: “Siamo molto orgogliosi di schierarci in prima linea al fianco di un’Associazione importantissima come la PeTA per questa battaglia di civiltà – commenta il Presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale – non è la prima volta che lavoriamo insieme per progetti di questo tipo e anche noi, recentemente, sul tema delle pellicce siamo intervenuti in maniera decisa in occasione della Settimana della Moda a Milano lo scorso 13 Gennaio. Ciò che genera sofferenza e morte non può essere considerato come una moda, senza considerare che, soprattutto qui in Italia, quello delle pellicce è un mercato ormai in caduta libera”.

I dati dell’Associazione Italiana Pellicceria (AIP), infatti, parlano da soli: dagli 1,8 miliardi di fatturato della produzione italiana del 2007, si è passati agli 1,6 miliardi di euro del 2011, fino a 1,2 miliardi del 2016, con una diminuzione di oltre il 33% in dieci anni. Il 41% dei produttori o venditori di pellicce in Italia ritiene che nei prossimi anni le pellicce perderanno altre quote di vendita.

“Ci chiediamo quanto ancora debba durare tutto questo – prosegue Walter Caporale – un chilo di pelliccia provoca un impatto sui cambiamenti climatici superiore di 14 volte rispetto al pile. In soldoni: 1 kg di cotone, acrilico e poliestere inquina meno e, pensate, non comporta la morte di nessun essere vivente. Senza contare tutto ciò che avviene nel procedimento di lavorazione della pelliccia (quella di visone in particolare), nemmeno lontanamente paragonabile a quello di altri materiali. Noi siamo a favore della moda – conclude il Presidente di Animalisti Italiani Onlus – e non vogliamo far perdere il lavoro a nessuno. Chiediamo solo, come abbiamo sempre fatto e come ribadiamo oggi insieme alla PeTA, di lavorare insieme affinché si dica definitivamente basta a questo mercato di sofferenza e morte. La moda è stile, è eleganza e l’eleganza non può macchiarsi di sangue”.

New York, 7 Febbraio 2018

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