“Fascismo e antifascismo: chi tira le fila?”

Se consideriamo le cose dal punto di vista oggettivo bisogna riconoscere che negli ultimi tempi alcune organizzazioni fascio-naziste hanno trovato una loro visibilità e hanno persino raccolto qualche risultato elettorale. Che cosa dinamizza questi rigurgiti di fascismo? Alla base c’è l’instabilità politica e sociale che alimenta l’idea che bisogna mettere ‘ordine’ nel paese e ‘l’invasione’ extra-comunitaria che minaccerebbe la supremazia della ‘razza bianca’.

 

FASCISMO E ANTIFASCISMO
Chi tira le fila?

Se consideriamo le cose dal punto di vista oggettivo bisogna riconoscere che negli ultimi tempi alcune organizzazioni fascio-naziste hanno trovato una loro visibilità e hanno persino raccolto qualche risultato elettorale. Che cosa dinamizza questi rigurgiti di fascismo? Alla base c’è l’instabilità politica e sociale che alimenta l’idea che bisogna mettere ‘ordine’ nel paese e ‘l’invasione’ extra-comunitaria che minaccerebbe la supremazia della ‘razza bianca’. Si ripropone così il repertorio tradizionale del neofascismo, con la variante dei pacchi dono ai diseredati di piazzale Gasparri a Ostia.

Le grida di allarme su questa rinascita neofascista non sembrano però troppo convincenti. Intanto perchè basterebbero Salvini e la Meloni, con il loro sponsor Berlusconi, a dimostrare che in Italia la destra ha una corposità che va ben oltre i confini di Casapound e di Forza nuova. Se di preoccupazione si deve parlare, la prima cosa da fare sarebbe scendere in piazza, da antifascisti, contro costoro. Ovviamente però questa scelta è interdetta da chi si è inventato il Nazareno e il Rosatellum e mantiene la mistificazione di rapporti istituzionali tra forze ‘democratiche’, passando sopra al fatto che Dell’Utri, fondatore di Forza Italia, è in prigione per mafia e che Mangano era un collaboratore di Berlusconi. Ma soprattutto passando sopra al fatto che gli immigrati, contro cui Salvini costruisce buona parte delle sue fortune, sono il prodotto delle guerre imperialiste, comprese le avventure militari che la Repubblica italiana, fondata sulla Resistenza, sta conducendo in vari scacchieri, dall’Afghanistan alla Somalia, passando per la Libia e il Niger.

Vedere l’albero e non la foresta può sembrare una questione di miopia. La miopia però nasconde la realtà preoccupante di un’operazione che viene da lontano e passa anche per la campagna elettorale. Il ministro Minniti, tanto apprezzato tutore della legalità, al pari di altri ministri e governi precedenti, ha sempre avuto a disposizione leggi contro il razzismo e le organizzazioni neofasciste, ma non le ha mai applicate. Il fatto è che tenere in piedi organizzazioni neofasciste fa comodo ai governi ‘democratici’ che, in caso di necessità, possono sempre evocare il pericolo degli opposti estremismi per dimostrare di essere tutori dell’ordine e garanti della democrazia o imbastire provocazioni come all’epoca della strategia della tensione delle stragi e di Gladio.

La manifestazione a Roma contro il fascismo indetta dall’Anpi e sponsorizzata da Renzi è la palese dimostrazione di quanto stiamo dicendo. Contro gli opposti estremismi si erge, alla vigilia del voto, la diga dei democratici – quasi a dire del PD – a garanzia dei valori costituzionali, quelli peraltro che vengono continuamente calpestati con le iniziative belliche e le politiche economiche e sociali.

Questa operazione viene facilitata anche dall’esistenza di una schiera di ‘antagonisti’ che è pronta a recitare la parte (assegnata da chi?) di un antifascismo ‘militante’ ad uso e consumo proprio di chi ha interesse ad alimentare l’immagine degli opposti estremismi. E’ il caso che si incominci a discutere non solo di miopia politica, ma anche di registi interessati.

In piazza si deve scendere, ma contro il governo che consente la sopravvivenza di organizzazioni fasciste proibite dalla Costituzione. In piazza bisogna scendere, ma contro le guerre criminali che costringono gli immigrati a fuggire. In piazza bisogna scendere per liquidare questa classe politica e non per raccattare qualche voto.

Aginform
24 febbraio 2018

PS. Nella foto: Nazisti ucraini ricevuti in Italia con tutti gli onori

 

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