[Roma] Diffidata Soprintendenza archeologica per Parco Centocelle

I cittadini hanno presentato una diffida rivolta alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma con un richiamo ai doveri di Ispezione, vigilanza e tutela del Parco Archeologico di Centocelle, la cui area è sottoposta a vincolo paesaggistico del comprensorio Archeologico Ad Duas Lauros, istituito con Decreto del Ministero Beni Ambientali e culturali del 1995, in virtù dell’eccezionale valore delle numerose e rilevanti presenze archeologiche.

 

Comunicato stampa n. 1/18

Diffida dei cittadini alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma. Richiamo ai doveri di Ispezione, vigilanza e tutela del Parco Archeologico di Centocelle.

L’area in cui sorge il Parco Archeologico di Centocelle è sottoposta a vincolo paesaggistico del comprensorio Archeologico Ad Duas Lauros, istituito con Decreto del Ministero Beni Ambientali e culturali del 1995, in virtù dell’eccezionale valore delle numerose e rilevanti presenze archeologiche.

Successive deliberazioni consiliari del Comune di Roma, ratificate dalla Giunta Regionale del Lazio, hanno istituito formalmente il PAC continuando a rafforzare – sulla carta – la volontà di realizzarlo e renderlo fruibile per i cittadini di tutto il Quadrante sud-est di Roma. Nel piano di realizzazione del Parco sono previste, oltre alle aree verdi, anche lo scavo e la musealizzazione di tre ville romane.

Da allora nessun intervento è stato compiuto dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma per la realizzazione di quanto previsto e intanto nel Parco assistiamo:

  • aree archeologiche chiuse e non accessibili o fruibili dalla cittadinanza

  • totale abbandono della cosiddetta “Osteria di Centocelle”, nonostante i costi allora sostenuti per acquisirla dal Demanio

  • nuovi insediamenti umani in situazione di totale disagio

  • presenza in costante proroga degli autodemolitori e rottamatori, che stanno – tra l’altro – realizzando abusi edilizi con aumento di cubatura a danno del Parco

  • il cosiddetto Canalone ancora in uno stato di degrado diffuso, con il perseverare di sversamenti di materiali ingombranti quali slot machine, frigoriferi, fogli di eternit

  • inquinamento dell’acqua in falda del Parco senza nessuna azione per eliminare tale contaminazione

  • mancata attuazione del II e III stralcio di sistemazione del Parco che rende fruibile alla cittadinanza non più di ¼ dell’intera estensione del Parco (circa 35 ettari su 126 ettari)

  • mancanza di accessi – attualmente ne è presente solo 1 da Via Casilina, tra l’altro non a norma con il Codice della strada

  • notizie confuse e mal comunicate circa l’espansione dell’area di pertinenza militare con le relative opere all’interno del Pac che ruberebbero altri 24 ettari di verde pubblico e inalienabile alla cittadinanza.
     

Richiamiamo la Soprintendenza alla sua responsabilità, visti gli artt 18 e 19 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004 che assegna al Ministero l’ispezione e la vigilanza sui beni culturali e sulle aree interessate.

Basta fare lo spettatore mentre il PAC viene depredato dagli abusi edilizi, utilizzato impropriamente in un processo di decadimento a cui sembra non esserci fine e che mette a repentaglio anche la salute pubblica visti i continui roghi tossici.

Un Parco inquinato e sfruttato da tutti, tranne che dai cittadini romani.

Il Comitato Pac Libero, se non si reputerà soddisfatto dalle azioni che metterà in campo nei prossimi 30 giorni il Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo, proseguirà la lotta affinchè il PAC – bene pubblico e inalienabile – diventi un polmone verde producendo esposto alla Procura della Repubblica per la valutazione dei profili di responsabilità anche per la condotta omissiva, al fine di garantire l’interesse pubblico dei vincoli rappresentati sul territorio.
 

Roma, 15.03.2018

Parco Archeologico di Centocelle Libero

 


 

Il testo della diffida:

 

Direttore Arch. Francesco Prosperetti
Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma
Piazza dei Cinquecento, 67
00185 Roma
mbac-ss-abap-rm@mailcert.beniculturali.it
Atto di notifica con diffida a provvedere
I sottoscritti
—————————————————————————
in qualità di residenti del Comune di Roma – abitanti delle zone poste nelle vicinanze del Parco Archeologico di Centocelle (PAC) – e in qualità di genitori di soggetti minorenni iscritti alle scuole ubicate nelle immediate adiacenze del suddetto Parco
Premesso che
L’area in cui sorge il PAC è sottoposta al vincolo paesaggistico del Comprensorio archeologico “Ad duas Lauros” istituito con Decreto del Ministero Beni ambientali e culturali del 21/10/1995 (tra le aree di interesse archeologico ai sensi dell’art. 1, lettera m della Legge 431/1985) in virtù delle caratteristiche di eccezionale valore paesistico e delle numerose e rilevanti emergenze archeologiche.
Il PAC è stato istituito con Deliberazione consiliare n. 69 del 10/04/2003 del Comune di Roma, ratificata dalla Giunta Regionale del Lazio con Delibera n. 676 del 20/10/2006.
Tutta l’area del Comprensorio “Ad duas Lauros” è stata inserita nel Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio (Tavola B Foglio 374 – con Delibera di Giunta n. 556 del 25/07/2007 e n. 1025 del 21/12/2007), come area sottoposta a vincolo paesaggistico in virtù dell’art. 8 del PTPR stesso e in applicazione dell’art. 134, comma 1, lett. a, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.Lgs. 42/04.
Da allora nessun intervento è stato compiuto da codesti uffici per valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale presente nell’area del PAC. Le aree archeologiche sono tuttora recintate e non accessibili. In particolare stato di abbandono e degrado risulta l’immobile denominato “Osteria di Centocelle”, acquisito al Demanio statale nel con D.M. del 21/09/1990 per la cifra di 60.000.000 di £ esercitando il diritto di prelazione ai sensi della Legge 1089 del 01/06/1939 per il sua importanza archeologico-monumentale. Secondo quanto esposto dagli amministratori del V Municipio la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma ha vincolato l’uso dei 2,5 milioni di € stanziati per riportare alla luce le ville romane presenti alla messa in sicurezza e bonifica del sottosuolo (Mozione del Consiglio del V Municipio di Roma Capitale n. 17 in data 11/04/2017 con Prot. n. 61568 – All. 28), stanziamento che se non utilizzato rischia di andare perso.
Il Comune di Roma ha iniziato le pratiche per l’allontanamento delle attività non compatibili con la destinazione d’uso del PAC, con la vincolistica presente e più generalmente con la tutela della salute in un’area così densamente popolata. In particolare con Delibera di Giunta n. 451 del 23/12/2009 e n. 181 del 25/06/2014 si provvedeva a disporre l’allontanamento degli autodemolitori e rottamatori, che occupano circa 5 ettari dell’area, come anche ribadito il 17 dicembre 2013 con Risoluzione n. 27 del Consiglio del V Municipio (in cui si evidenziano la mancata osservanza delle norme sullo smaltimento rifiuti e il conseguente danno ambientale). Attualmente, a dispetto delle delibere sopra citate, tali attività sono tutte presenti e operative, con concessione in deroga in scadenza il 30/07/2018, nuovamente rinnovate da parte di Roma Capitale con Determina Dirigenziale del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale n. 519 del 28/06/2017 (nonostante i numerosi episodi di incendi). Talune risultano essere completamente prive dei necessari requisiti di legge tanto da essere state poste sotto sequestro per disposizione della Procura della Repubblica.
Il 2 gennaio 2017 i Vigili del fuoco del Comando Provinciale di Roma sono intervenuti a seguito di una segnalazione di fuoriuscita di fumi di natura ignota da un canalone posto all’interno del PAC, tra via di Centocelle e via Casilina, nel V Municipio di Roma Capitale. Si è palesata una situazione di degrado diffuso, tanto che il 10 febbraio Roma Capitale, con l’Ordinanza del Sindaco n. 22, ordinava ad ARPA Lazio di eseguire analisi delle acque di falda dei pozzi ubicati nelle aree circostanti, la caratterizzazione dei rifiuti presenti e la bonifica dell’area tutta.
In seguito ai rilievi e alla analisi effettuate Arpa Lazio in data 31/03/2017 con Prot. n. 0025073 i cui risultati evidenziando il superamento nelle acque di falda delle concentrazioni di soglia di contaminazione previsti dalla normativa, D.Lgs. 152/06.
Attualmente l’area del PAC risulta fruibile alla cittadinanza per non più di 1/4 della sua estensione, con un solo ingresso sito in via Casilina, mentre la parte restante del PAC risulta ancora da sottoporre alla caratterizzazione dei rifiuti presenti e completamente da bonificare e sistemare a parco.
Considerato
Quanto proposto dal Ministero della Difesa, come evidenziato dal protocollo Prot. MIBACT in entrata MIBACT–SS-COLOSSEO TUTELA n. 32276 del 13/11/2017 CI 04.04.28/61 (corrispondente a quanto inviato dal Ministero della Difesa con proprio Protocollo M_D SSMD REG2017 0160993 del 27/10/2017) e successive comunicazioni in merito all’espansione dell’area di pertinenza militare e relative opere all’interno dell’area del PAC.
La Carta dei Vincoli allegata al Piano, che evidenzia i vincoli diretti ed indiretti “Elaborato 2C – Vincoli storico ambientali”, così come meglio specificato nell’”Elaborato n. 11- Indagini Archeologiche – Relazione”, tra cui:
· “Villa romana”, notifica del 7.1.1965 (vincolo archeologico sulla fascia che costeggia Via Casilina).
· “Osteria di Centocelle”, D.M. 12.6.1966 (vincolo archeologico sul monumento presente su Via Casilina in prossimità dell’incrocio con Viale Togliatti);
· “Forte Casilino”, D.M. 23.2.1984 (vincolo monumentale sull’ex Forte Casilino).
· “Villa rustica dei Flavi Cristiani”, D.M. 19.12.1991 (vincolo archeologico diretto ed indiretto sulla villa romana prospiciente Viale Togliatti).
· “Campo Marzio”, D.M. 9.7.1992 (vincolo archeologico sull’intera parte centrale, corrispondente all’antico Campo marzio di età imperiale).
L’“Elaborato 9E – Carta delle pericolosità e delle cavità” allegato al Piano, che mostra come le aree indicate per la realizzazione di parte delle opere proposte dal Ministero della Difesa non possa essere eseguita alla luce delle attuali conoscenze in condizioni di sicurezza.
Che in merito alla Determina Dirigenziale del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale n. 519 del 28/06/2017, con cui si richiede agli autodemolitori come condizione di ulteriori rinnovi in deroga della concessione, la realizzazione di opere per la messa a norma, che tali eventuali opere richiedono nulla osta in virtù dei citati vincoli e che tali attività risultano incompatibili con la destinazione d’uso dell’area.
Tenuto conto
Degli Art. 20 e Art.170 del CBCP Decreto legislativo n° 42 del 22/01/2004, che vietano e sanzionano l’uso improprio e distorsivo del bene culturale, pregiudizievole della sua conservazione e integrità, interessi diversi da quelli relativi alla natura ed alla destinazione pubblica del bene (vedi anche Cass. Pen., Sez. III, 29 settembre 2011, n. 42065) per cui sussistono in questo caso “profili di responsabilità degli amministratori pubblici che spetta al Procuratore della Repubblica individuare e identificare”.
Degli Art. 18 e 19 del CBCP Decreto legislativo n° 42 del 22/01/2004, che assegnano a codesto Ministero la vigilanza sui beni culturali e sulle aree interessate da prescrizioni di tutela indiretta con relativo potere di ispezione.
Che la condotta penalmente rilevante prevista dall’art. 733 CP, ad avviso della giurisprudenza, non si limita ad essere integrata nella sola ipotesi di condotta attiva, ma anche in una condotta omissiva. Che quindi dolosa è anche la condotta di chi omette coscientemente di intervenire quando sarebbe per lui doveroso intervenire come Autorità preposte alla tutela, conservazione del bene culturale.
Tutto ciò premesso e considerato, al fine di garantire l’interesse pubblico dei vincoli rappresentati sul territorio
invitano e diffidano
a compiere l’atto oggetto del dovere del proprio ufficio, entro e non oltre il termine di gg. 30 a far tempo dalla notifica del presente atto ai sensi dell’art. 328 c.p., preannunciandovi che, in difetto, non esiteremo ad adire le vie legali per ottenere la piena tutela dei nostri diritti ivi compreso il risarcimento danni per conseguenza da comportamenti dichiarati illegittimi dalla Autorità Giudiziaria rivolgendo la relativa azione anche nei confronti dei singoli funzionari e/o dirigenti responsabili.
Roma, 14 marzo 2018

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