{Lampedusa] Preoccupazione per trattamento migranti

Amnesty International condivide le preoccupazioni espresse dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, a seguito delle recenti denunce delle organizzazioni ASGI e CILD, in merito alle condizioni di degrado e ai rischi per la sicurezza, in particolare di donne e minori, riscontrati nell’hotspot di Lampedusa.

 

PREOCCUPAZIONI PER LE CONDIZIONI E IL TRATTAMENTO DELLE PERSONE STRANIERE NELL’HOTSPOT DI LAMPEDUSA

Amnesty International condivide le preoccupazioni espresse dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, a seguito delle recenti denunce delle organizzazioni ASGI e CILD, in merito alle condizioni di degrado e ai rischi per la sicurezza, in particolare di donne e minori, riscontrati nell’hotspot di Lampedusa.

L’organizzazione nota che la temporanea chiusura del centro decisa dalle autorità può rappresentare solo una prima risposta alle molteplici criticità sollevate in tempi recenti anche da organismi delle Nazioni Unite per la tutela dei diritti umani.

Nel maggio 2017, il Comitato Onu per i diritti umani ha criticato l’Italia proprio per la detenzione prolungata oltre i termini previsti dalla legge negli hotspot, nonché per le mancate indagini in merito alle denunce di uso eccessivo della forza nel corso delle operazioni di identificazione. Critiche simili sono state espresse lo scorso dicembre anche dal Comitato Onu contro la tortura che ha chiesto che l’Italia chiarisca quale sia la base giuridica per il trattenimento negli hotspot.

Amnesty International, che ha denunciato violazioni dei diritti dei cittadini stranieri trattenuti negli hotspot nel rapporto “Hotspot Italia” del novembre 2016, continuerà a monitorare la situazione del centro di Lampedusa e degli altri hotspot presenti nel paese.

In particolare, Amnesty International ritiene urgente che le autorità assicurino che la permanenza negli hotspot non superi le 48 ore previste dalla legge. L’organizzazione ritiene altresì che un’adeguata regolamentazione giuridica degli hotspot debba costituire una priorità per il nuovo governo, per scongiurare che il trattenimento in queste strutture continui a configurare una detenzione arbitraria dei cittadini stranieri in violazione degli obblighi internazionali.

Misure al riguardo sono tanto più urgenti ora che il ministro degli Interni prevede l’apertura di tre nuovi hotspot nel corso del 2018, come annunciato il 14 marzo dalla Commissione europea nel “Progress report on the Implementation of the European Agenda on Migration”.

https://ec.europa.eu/home-affairs/sites/homeaffairs/files/what-we-do/policies/european-agenda-migration/20180314_progress-report-progress-report-european-agenda-migration_en.pdf

Roma, 15 marzo 2018
 

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