Mentre finiscono al tribunale dell’Aia le dure e circostanziate accuse delle Nazioni unite contro la Guardia costiera libica per le sue “condotte spericolate e violente”, l’ambasciata italiana a Tripoli non trova di meglio che difendere la Guardia “libica”. Ovviamente per parlamento, istituzioni giudiziarie e grandi media nel Mediterraneo e in Libia non accade nulla di particolare.
AMBASCIATOR ESPORTA PENA
Mentre finiscono al tribunale dell’Aia le dure e circostanziate accuse delle Nazioni unite contro la Guardia costiera libica per le sue “condotte spericolate e violente”, l’ambasciata italiana a Tripoli non trova di meglio che difendere la Guardia “libica”. Ovviamente per parlamento, istituzioni giudiziarie e grandi media nel Mediterraneo e in Libia non accade nulla di particolare. “Le parole dell’ambasciatore sono emblematiche di un indirizzo politico che subordina la protezione della vita e dei diritti delle persone alle esigenze di ‘contenimento’ dei ‘flussi migratori’…”, scrive Fulvio Vassallo. A noi restano gli sguardi e le parole sussurrate con fatica di Sagen, morto di stenti qualche settimana fa dopo essere sbarcato a Pozzallo dall a nave di Open Arms (adesso sotto sequestro), per non smettere di difendere la vita
FULVIO VASSALLO PALEOLOGO
EUROPA NAZIONE
“Le elezioni italiane segnano un nuovo passaggio nella disintegrazione di quella che fu l’Ue… Venticinque anni di politiche monetariste rivolte allo smantellamento dello stato sociale e alla precarizzazione del lavoro hanno prodotto l’effetto che potevamo attenderci e ci attendevamo: un’ondata di rigetto sempre più vasto del progetto europeo – scrive Franco Berardi Bifo -, un’ondata di nazionalismo… L’acampada spagnola, il movimento Occupy e infine il referendum greco contro l’imposizione del memorandum da parte della troika hanno segnato il tentativo di fermare il prelievo finanziario e lo smantellamento delle strutture sociali. Ma l’opposizione sociale è stata sconfitta… A questo punto si è presentata la nuova minaccia: la grande migr azione, effetto di processi di lunghissima durata (depredazione coloniale delle risorse umane e fisiche, degradazione dell’ambiente) e di processi più recenti, come la guerra scatenata dal clan Bush in Medio Oriente,… Ma queste due tendenze sono distinte, anche se ovviamente interagenti…”
FRANCO BERARDI BIFO
«“Non hai il permesso di soggiorno? Se vuoi essere curato devi pagare ed essere identificato dalla polizia”. Siamo al Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni di Roma, il medico ortopedico di turno manda un fax alla questura per denunciare la presenza di un migrante “irregolare” che necessitava di cure mediche essenziali. Il ragazzo, spaventato, rinuncia alle cure e lascia l’ospedale. Di questo siamo stati testimoni qualche giorno fa…»
BAOBAB EXPERIENCE
VENDITORI DI ACQUA
Il teatro dei mercanti dell’acqua, come dimostra il nuovo feroce conflitto tra Veolia e il governo del Gabon – per quella che è nota come la prima storica privatizzazione di un servizio di pubblica utilità realizzata nell’Africa a sud del Sahara -, non smette di assegnare un ruolo a tutti gli attori: multinazionali, istituzioni internazionali e Stati. Naturalmente la gestione comunitaria dal basso continua a essere espropriata
PAOLA SOMMA
SEICENTO DONNE OCCUPANO LA NESTLÉ
Si è concluso nei giorni scorsi a Brasilia il World Water Forum, meeting internazionale che si svolge ogni tre anni per discutere come avvicinarsi agli obiettivi posti dalle Nazioni Unite sui problemi idrici del pianeta. Vi partecipano migliaia di esponenti dei governi, funzionari e dirigenti d’azienda, accademici e rappresentanti delle grandi Ong, un grande e prestigioso circo dell’acqua, segnato da qualche buona intenzione ma, soprattutto, dall’ossessione di privatizzare la fonte della vita e dalle stesse ipocrisie di ogni summit di potenti votati al business e al saccheggio delle risorse naturali. Il meeting viene infatti severamente contestato dal FAMA, il Forum alternativo mondiale dell’acqua, promosso da movimenti sociali di tutto il mondo che l ottano contro la mercificazione delle risorse e della vita. Parte essenziale del FAMA sono le proteste all’esterno, che anche quest’anno hanno preso di mira le multinazionali e le istituzioni responsabili della crisi idrica e di quella ambientale. Tra le azioni di protesta, spicca quella del 20 marzo, quando 600 donne del Movimento dei lavoratori rurali senza terra (MST) hanno occupato il quartier generale di Nestlé a São Lourenço, nello Stato meridionale del Minas Gerais, per protestare contro gli accordi tra il governo di Temer e la società per la privatizzazione delle risorse idriche
DESINFORMÉMONOS
DAVVERO NON C’È ALTERNATIVA?
Dagli anni Ottanta in modo sempre più assillante quelli che sono in alto hanno detto e fatto capire in tutti i modi che “there is no alternative”, non c’è alternativa, tutta va gestito come un’azienda. Tuttavia, secondo Mark Fisher oggi, pur tra immense difficoltà, ci sono le condizioni per far nascere un nuovo anticapitalismo in grado di mostrare quanto il dominio sia indifendibile e non naturale, ma anche di far emergere e «politicizzare» bisogni, lotte, situazioni di difficoltà personali e collettive che vengono presentati indipendenti dal sistema politico in cui viviamo, come nel caso della sofferenza mentale o dei nuovi stili di vita
UGO CARLONE
TUTTI HANNO BISOGNO DI SPERANZA
Da qualche tempo, abbiamo aperto una finestra sulla vita di ogni giorno a Tel Abbas, il campo libanese dei profughi siriani a qualche chilometro dal confine. Lascia passare una voce che ha lo straordinario potere di far uscire dall’astrazione e dalla riduzione a una dimensione algebrica le tragedie del nostro tempo. È la voce dei volontari dell’Operazione Colomba che vivono lì, con una tenda tra le tende di un non luogo assurdo quanto reale, dove si inventa la vita nonostante tutto ma si è esposti all’arbitrio più assoluto delle autorità libanesi e, a un altro livello, delle potenze mondiali. A Tel Abbas si ascoltano storie tremende e, di tanto in tanto, si raccolgono le speranze di qualche famiglia che riesce a usufruire di un corridoio umanitario per ricominciare a immaginare un futuro, lontano dalla guerra e dalle macerie che hanno seppellito le case in cui chi è fuggito sa bene di non poter tornare. Eppure, una delle prime sensazioni, per chi arriva da volontario nel campo, è quella di non sentirsi mai l’ultimo arrivato
ALESSIO AGNOLETTI
Smettiamo di pensare che tutto succeda senza che non possiamo fare nulla. Spezziamo la gabbia della paura, apriamoci all’ascolto, impariamo a prenderci cura l’un l’altro. Cerchiamo ovunque siamo di creare comunità. “Ci vogliono chiudere dentro una fortezza chiusa, ci dicono che così saremo al sicuro – scrive Emilia De Rienzo – Ci dicono che pensano a noi, che non lasceranno che altri ci rubino quello che abbiamo. In realtà ci stanno chiudendo nella gabbia della Solitudine… La storia ci dovrebbe insegnare cosa succede quando ci chiudono dentro la gabbia del timore dell’altro…”
EMILIA DE RIENZO
IL TEMPO DELLA PAURA O DELLE FILASTROCCHE?
“Viviamo in un’epoca in cui la paura domina il discorso pubblico e i pensieri privati dei grandi – spiega Chiara Ingrao – Pensiamo davvero che i bambini non se ne accorgano, che questo non incida sul loro rapporto col mondo?”. Per questo insieme a Giulia Pintus, illustratrice, ChIara Ingrao ha pensato che parlarne attraverso la forma della filastrocca (“la sorella dell’ironia”) potesse essere utile, un modo per rifiutare il brodo culturale di chi dalle paure fa nascere disprezzo, razzismo e violenza
E.C.
C’È UN SOLO GRANDE CORTILE
Dicono che occorre superare le fonti fossili. Dicono che bisogna costruire poco e in modo molto adeguato nelle zone sismiche. Dicono anche che a fine mandato i governi non possono approvare provvedimenti di grande impatto sui territori e sulla vita delle persone, eppure uno degli ultimi regali del governo uscente è stato via libera alla costruzione della Centrale Snam di Sulmona (zona sismica di primo grado), tassello fondamentale del progetto di gasdotto Snam “Rete Adriatica”, prosecuzione del gasdotto Tap. Per questo, di fronte all’ennesima grande opera dannosa e inutile imposta dall’alto alcuni collettivo dell’Abruzzo lanciano un appello per una manifestazione No Snam: “Non vogliamo vedere boschi e prati appenninici sventrati da un megagasdotto… non vogliamo sacrificare la salute e la sicurezza delle nostre comunità alle allucinazioni dei padroni delle fonti fossili… Vogliamo costruire una solidarietà delle mobilitazioni dalla Puglia che lotta contro il TAP alla Lombardia che si oppone agli stoccaggi…”
APPELLO
IL REGALO AVVELENATO DEL DIMISSIONARIO MARTINA
Prima di congedarsi, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha approntato un altro decreto xylella che autorizza reimpianti e veleni per il Salento. Insomma si insiste con una guerra chimica inutile (perché inefficace) che avrà come effetto certo quello di far aumentare i veleni ed anche le conseguenze. Per questo ultimo motivo aumenterà anche l’impegno per limitare i danni e fermare l’ulteriore massacro chimico del territorio
CROCIFISSO ALOISI
AIRGUN SU SANTA MARIA DI LEUCA
In questi giorni il duo Edison-Petroceltic deposita istanza per eseguire indagini geofisiche con airgun in tre dimensioni su un’area di 300 kmq per cercare petrolio. La concessione è a 14 miglia da una delle coste più belle e note di tutto il mondo, quella di Santa Maria di Leuca e interessa due aree protette. In queste acque vivono (per ora) la stenella striata, la balenottera comune, il capodoglio e lo zifio. Passano per di qui il tonno rosso, l’alalunga e il pesce spada. E ancora il gambero viola, il gambero rosso, lo scampo, il totano… Ci sono pure le tartarughe Caretta caretta, anche questa in teoria super protette, e le specie Chelonia mydas (tartaruga verde) e Dermochelys coriacea (tartaruga liuto). Purtroppo nessuno potrà avvisarli: sono arrivo tre milioni di spar i nel mare in poche settimane. Naturalmente ci siamo indignati contro Trump perché si è ritirato dagli accordi di Parigi e abbiamo protestato contro la Croazia che voleva trivellare dal suo lato…
MARIA RITA D’ORSOGNA
LA DECRESCITA NON È PIÙ DI MODA
I “grandi” media non hanno dubbi, la sentenza è definitiva: la #decrescita non va più di moda. Stanno davvero così le cose? I media sanno riconoscere e raccontare fermenti che in diversi modi e con differenti linguaggi mettono in discussione ogni giorno il dogma della crescita e il pensiero unico? Una letteraA
DANIELA DEGAN
WE SHALL OVERCOME, OGNI GIORNO
La storia di Martin Luther King, ucciso il 4 aprile di cinquant’anni fa, resta prima di tutto la storia di movimenti che sono nati quando nessuno se lo aspettava, movimenti che hanno sperimentato lotte diffuse con marce, boicottaggi, scioperi, movimenti che hanno vinto battaglie impensabili soltanto qualche mese prima, movimenti che hanno riconosciuto la risonanza tra lotte diverse (contro la segregazione razziale e contro la guerra), movimenti consapevoli che occorre resistere e creare un mondo nuovo ogni giorno. We shall overcome
LANFRANCO CAMINITI
AGENDA COMUNE:
ROMA, 15 APRILE UNA TAVERNA DOPO LA CAMMINATA
ROMA, 21 E 22 APRILE STORIE DEL POSSIBILE
RIACE, 26 MAGGIO RETE DEI COMUNI SOLIDALI
LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
AGENDA:
BOLOGNA 6 APRILE ALFABETO D’ORIGINE
NAPOLI 7 APRILE NAPOLI NON SI VENDE
ROMA 7/8 APRILE MUTUALISMO. PRATICHE, CONFLITTO, AUTOGESTIONE
FIRENZE 8 APRILE PARCO GIOCHI DI MONDEGGI