YouTube censura puntata di Empire Files sul militarismo Israele

La giornalista di teleSUR Abby Martin ha denunciato che l’ultima puntata del suo programma, che evidenzia la violenza militare israeliana contro i palestinesi, è stata censurata da YouTube in 28 paesi per una presunta violazione delle “leggi locali”. YouTube ha inviato al programma un avviso che recita: “Abbiamo ricevuto un reclamo legale relativo al tuo video” e informa che il video sarebbe stato bloccato in 28 paesi, tra cui Regno Unito, Francia, Israele e Italia. 

 

YouTube censura puntata di Empire Files sul militarismo israeliano

La denuncia della giornalista di teleSUR Abby Martin

La giornalista di teleSUR Abby Martin ha denunciato che l’ultima puntata del suo programma, che evidenzia la violenza militare israeliana contro i palestinesi, è stata censurata da YouTube in 28 paesi per una presunta violazione delle “leggi locali”.

Secondo l’account Twitter ufficiale di The Empire Files, YouTube ha inviato al programma un avviso che recita: “Abbiamo ricevuto un reclamo legale relativo al tuo video” e informa che il video sarebbe stato bloccato in 28 paesi, tra cui Regno Unito, Francia, Israele e Italia.

L’episodio bloccato prevedeva un’intervista con il giornalista Max Blumenthal sull’aumento dell’atteggiamento militarista e razzista nei confronti dei palestinesi in Israele.

Max Blumenthal in seguito ha dichiarato a RT: “I miei commenti si basavano interamente sulla mia vasta esperienza giornalistica nella regione e la mia analisi era di natura clinica. In nessun caso ho denigrato qualcuno in base a fede o appartenenza etnica”.

Blumenthal ritiene che l’Anti-Defamation League (ADL) sia dietro la censura: partecipa al sistema di segnalazione di YouTube e considera le azioni legate al boicottaggio, alle sanzioni e al disinvestimento (BDS) e all’opposizione all’occupazione israeliana come razzismo.

La cooperazione tra le forze sioniste e i social media per censurare i media pro-palestinesi è stata ben documentata. L’anno scorso, il giornalista Glenn Greenwald ha rivelato che il gigante dei social media Facebook stava lavorando attivamente con il governo israeliano per impegnarsi nella censura.

Tel Aviv crede che “l’incitamento online” sia responsabile della resistenza all’occupazione e cerca attivamente di sopprimere post apparentemente “istiganti”.

teleSUR

Notizia del: 07/04/2018

da: www.lantidiplomatico.it

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