“Amazon addio!” Evitiamo gli acquisti sul colosso e-commerce

Amazon è oggi il brand più ricco e potente del mondo. Poco importa se intanto le librerie chiudono, se i lavoratori sono sempre più sfruttati o precari, se l’ambiente viene ulteriormente aggredito perché l’e-commerce resta prima di tutto un’infinita quantità di merce trasportata su strada. Intorno a queste ragioni nasce un invito a compiere un gesto di resistenza e di schieramento a partire dalla dissociazione da Amazon, evitando gli acquisti.

 

 

 

UNA TAVERNA DOPO LA CAMMINATA
Quando si conclude un lungo cammino c’è bisogno di fermarsi intorno a un tavolo, condividere un pasto caldo e un bicchiere di vino in un luogo accogliente, mettere in comune storie e desideri. Domenica 15 aprile dalle ore 18 alle 22 a Casetta rossa, nel quartiere romano di Garbatella, durante una Taverna comunale – una cena per sostenere il fragile percorso editoriale di Comune – Casetta rossa e la redazione di Comune incontrano Paolo Piacentini, uno dei maggiori esperti di cammini in Italia, fondatore e presidente di Federtrek e autore di Appennino atto d’amore, appena edito da Terre di mezzo. Il libro è il diario di un appassionante viaggio a piedi dalla Liguria al Lazio, inclusi i territori colpiti dal sisma. Un’avventura nata da l bisogno di conoscere e raccontare le ferite ma anche le esperienze virtuose che abitano e trasformano le comunità di questo sistema montuoso con un patrimonio naturalistico e culturale unico al mondo. Scrive Paolo Rumiz nell’introduzione: “Il libro di Paolo Piacentini arriva al momento giusto e colma un vuoto di interesse che ha dello scandaloso…”
PRENOTATE SUBITO
 

AMAZON ADDIO
Nata come semplice libreria on line, Amazon è oggi il brand più ricco e potente del mondo. Poco importa se intanto le librerie chiudono, se i lavoratori sono sempre più sfruttati o precari, se l’ambiente viene ulteriormente aggredito perché l’e-commerce, i dati sono chiari, resta prima di tutto un’infinita quantità di merce trasportata su strada. Intorno a queste ragioni nasce un invito di un gruppo di persone vicine a Comune: compiere un gesto di resistenza e di schieramento a partire dalla dissociazione da Amazon, evitando gli acquisti e annunciandolo pubblicamente. Per aderire mettiamo a disposizione la pagina linkata: in coda, nello spazio “Commenti” segnalate nome e cognome e diffondete quanto più possibile il link dell’invito. Naturalmente l’invito è rivolto anche a chi non ha mai utilizza to i servizi di Amazon. Chissà che un giorno non possa diventare una campagna più ampia, articolata e creativa
REDAZIONE DI COMUNE

La brillantezza di rossetti, ombretti, smalti da unghie (ma anche delle vernici) è dovuta alla mica, minerale diffuso soprattutto in India. Ad estrarlo nelle miniere sono spesso bambini, almeno 22.000, tanti di loro sotto i dodici anni. Quei bambini non devono fare i conti solo con la fatica, ma anche con la polvere che compromette i loro polmoni e con gli incidenti talvolta così gravi da provocare ferite e fratture mutilanti se non la morte. L’organizzazione indiana Bachpan Bachao Andolan ritiene che nelle miniere di mica muoiano ogni mese una decina di persone, molte di loro minori. Naturalmente sono noti ben noti i nomi delle multinazionali della cosmesi più assetate di mica. Ma come qualsiasi impresa dipende in gran parte dai cittadini consumatori…u
FRANCESCO GESUALDI

ESSERE O NON ESSERE
Di fronte a enormi scandali come quello di Facebook e Cambridge Analytica non ci stiamo ponendo le domande giuste, quelle che veramente ci riguardano. Non dovremmo vedere soltanto ciò che la tecnologia fa o può fare, sia che la utilizziamo noi, sia che la utilizzi un’impresa o un governo. La società in cui viviamo è fondata su un sistema che non è in grado di impedire lo spionaggio sui nostri dati. Meno ancora che essi vengano commercializzati e usati per fini estranei al nostro controllo o interesse. Eppure, non è quella la minaccia più grave del caso emerso con Cambridge Analytica. La domanda importante riguarda quello che la tecnologia fa a noi: perché e come ci facciamo modellare da dispositivi sempre più astratti i quali, attraverso l’ap plicazione di certi algoritmi, possono indurre pensieri o orientamenti che non abbiamo scelto
GUSTAVO ESTEVA
 

QUANDO CI DISSERO DI APRIRE IL FUOCO
“Sei anni fa ero sul confine con Gaza. Gli stessi dimostranti, le stesse proteste. Anche gli ordini di aprire il fuoco contro assembramenti di persone sono rimasti gli stessi”. Un ex soldato israeliano, oggi attivista di Combattants for Peace, racconta di quando gli ordinarono di sparare alle gambe dei “principali sobillatori” tra le migliaia di manifestanti palestinesi. Come riconoscerli? “Come può essere legittimo un ordine di aprire il fuoco contro un assembramento di persone?” chiese al vice comandante della sua compagnia sei anni fa. Non ha mai avuto risposta. Ogni anno è nuovo, spiega, sul confine con Gaza arrivano nuovi comandanti e nuovi soldati – carne fresca e comandanti con la memoria corta – entusiasti di avere finalmente l’opportunità di poter “passare all’azione”
SHAI ELUK
 

RESISTERE CREANDO. DIFENDERSI A GAZA
Venerdì 6 aprile, il giorno del secondo grande appuntamento della Marcia del Ritorno, il bilancio della resistenza nonviolenta palestinese conta dieci morti e oltre mille feriti. Lo riferisce ora per ora Nena News, la miglior fonte in lingua italiana sull’occupazione coloniale della Palestina. Poche ore prima, cioè all’apertura della manifestazione, dalla Striscia di Gaza Patrizia Cecconi ha inviato a noi e ad altri amici questo articolo, corredato da un’immagine preziosa. Ci rende noto un dettaglio piccolo quanto essenziale, per il suo enorme valore simbolico, della guerra israeliana a bassa (si fa per dire…) intensità contro i palestinesi. Racconta, infatti, la straordinaria potenza cr eativa della difesa di un popolo che non ha mai cessato di insegnare al mondo intero come non piegarsi all’aggressione e alla violenza di una forza militare che oggi vive come un incubo della sua arma più efficace, la propaganda, la scelta disarmata della grande protesta popolare palestinese
PATRIZIA CECCONI
 

SUL MASSACRO DI PASQUA
Con le testimonianze sui ragazzi colpiti alla schiena mentre cercavano di sfuggire al fuoco dei soldati israeliani, in occasione della Marcia per il Ritorno dei profughi, per la prima volta da molto tempo a questa parte, i media internazionali sono stati costretti a tornare a occuparsi della Palestina. Dovranno farlo ancora, nelle prossime settimane, se si ripeterà in diverse occasioni quello che è il vero incubo della propaganda israeliana: le proteste palestinesi di massa nonviolente che “obbligano” l’esercito israeliano ad uccidere e mutilare civili disarmati. L’accusa secondo cui i palestinesi non hanno adottato metodi di resistenza non violenta e quindi condividono la responsabilità della continua oppressione e espropriazione da parte di Israele, scrive lo st udioso israeliano Neve Gordon, non solo nega la notevole asimmetria delle relazioni di potere tra il colonizzatore ed il colonizzato, ma, cosa non meno importante, non prende in considerazione la storia politica e le lotte anticoloniali, non ultima proprio quella palestinese. Quell’accusa ignora totalmente il fatto che il progetto coloniale di Israele è stato condotto attraverso una violenza usurante, prolungata e diffusa e che, diversamente da quanto raccontano i media, i palestinesi hanno sviluppato anche una forte e persistente tradizione di resistenza non violenta
NEVE GORDON
 

COL NASO ALL’INSÙ
La mattina del 9 settembre 1943, all’indomani della notizia dell’armistizio, il cielo di Monterotondo si riempì di palloncini bianchi. I bambini e la maggior parte delle persone allora presenti, sorpresi, pensarono che fosse un modo per festeggiare la fine della guerra. L’illusione durò pochissimo. Quei palloncini erano paracadute tedeschi che, scendendo, mitragliarono a tappeto e fecero strage. “…E noi che pensavamo fossero palloncini” oggi non è solo uno spettacolo teatrale messo su da bambini e bambine di Monterotondo: è una grande storia di “scuola diffusa” e di rifiuto del dominio della guerra che ha messo insieme in modo meraviglioso bambini, anziani, scuole superiori, cooperative sociali del territorio
ANNA FOGGIA GALLUCCI

IL SALE
Qual è la differenza fra conoscere e sapere? Sapere deriva da sale, si conosce con l’intelletto ma si sa attraverso i sensi. La scuola oggi sembra puntare sull’accumulo delle conoscenze con una scissione dal mondo così com’è
MASSIMO ANGELINI

BEATRICE AVEVA QUINDICI ANNI. E NON SOMIGLIAVA A BARBIE
Le telecamere della stazione ferroviaria di Porta Susa, Torino, confermano che Beatrice Inguì si è tolta la vita a 15 anni il 4 aprile. “In camera sua gli agenti della polizia ferroviaria hanno scoperto il diario, – scrivono i giornali – su cui Beatrice ha motivato il suo desiderio di farla finita. Nell’ultima pagina, insieme alla richiesta di scuse ai genitori, la parola “Addio”. (…) “Sono troppo grassa”… Adesso, attestano sempre i quotidiani “Rivoli piange” e “La bellezza non ha peso” e “Il salto si poteva evitare”. «Sono gli stessi quotidiani che ci inondano a ogni edizione di modelle scheletriche con tette enormi al silicone – scrive Maria G. Di R ienzo -, inviti a mettersi “in forma” (ehi, sta per arrivare la “prova bikini”, allerta, femmine!) e suggerimenti di ogni tipo su come dimagrire in fretta…»
MARIA G. DI RIENZO

IL SAHEL È L’ULTIMO CIMITERO DEI SOGNI
Lamine, promettente centrocampista guineano, sogna di giocare in Europa ma intanto gioca a nascondino con le forze dell’ordine che fanno collezione di migranti da deportare. Chi detiene il potere lo sa. Non c’è nulla di più pericoloso dei sogni inesplosi, non c’è nulla di peggio che un sogno vagante, come una mina, un ordigno confezionato con anni di tentativi messi a tacere dalla sabbia o imbavagliati da reticolati elettronici
MAURO ARMANINO

ISTERIA, REPRESSIONE E DEVASTAZIONE
“Questa mattina, alle prime luci dell’alba, molti attivisti si sono ritrovati presso l’ingresso Eurogarden, sulla provinciale Melendugno San Foca, per provare a rallentare nuovamente i lavori – scrivono quelli del Movimento No Tap – Sembra ormai, vista l’indifferenza e l’immobilismo della procura e dei politici, l’unico modo per bloccare il malaffare e la corruzione. Ci siamo frapposti tra i mezzi e la strada che porta al cantiere ed abbiamo semplicemente camminato piano, a passo d’uomo. Nessuna violenza se non una passeggiata a rallentare pacificamente i mezzi. Tutto sembrava andare per il meglio…. SEGUE QUI
MOVIMENTO NO TAP

C’È UN SOLO GRANDE CORTILE
Dicono che occorre superare le fonti fossili. Dicono che bisogna costruire poco e in modo molto adeguato nelle zone sismiche. Dicono anche che a fine mandato i governi non possono approvare provvedimenti di grande impatto sui territori e sulla vita delle persone, eppure uno degli ultimi regali del governo uscente è stato via libera alla costruzione della Centrale Snam di Sulmona (zona sismica di primo grado), tassello fondamentale del progetto di gasdotto Snam “Rete Adriatica”, prosecuzione del gasdotto Tap. Per questo, di fronte all’ennesima grande opera dannosa e inutile imposta dall’alto alcuni collettivo dell’Abruzzo lanciano un appello per una manifestazione No Snam: “Non vogliamo vedere boschi e prati appenninici sventrati da un meg agasdotto… non vogliamo sacrificare la salute e la sicurezza delle nostre comunità alle allucinazioni dei padroni delle fonti fossili… Vogliamo costruire una solidarietà delle mobilitazioni dalla Puglia che lotta contro il TAP alla Lombardia che si oppone agli stoccaggi…”
 

APPELLO

AGENDA COMUNE:

ROMA, 15 APRILE UNA TAVERNA DOPO LA CAMMINATA

ROMA, 21 E 22 APRILE STORIE DEL POSSIBILE

RIACE, 26 MAGGIO RETE DEI COMUNI SOLIDALI

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

AGENDA:

L’AQUILA, 11 APRILE IN CAMMINO NELLE TERRE MUTATE

ROMA, 12 APRILE MADRI PER LA LIBERTÀ, LA MEMORIA E LA GIUSTIZIA SOCIALE

ASTI, 13 APRILE NON INSEGNATE AI BAMBINI

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