“Le insurrezioni delle donne”

Sono le donne che di fronte a spazi urbani sempre più esanimi e atomizzati stanno rinvigorendo la socialità delle città. Sono per lo più le donne a creare, nel Nord come nel Sud del mondo, un nuova economia urbana di sussistenza attraverso cucine popolari, orti e giardini comunitari, mercatini e assemblee di quartiere, arte di strada, tutte forme embrionali di autogoverno.

 

“Aderiamo e diffondiamo”
Bottega equosolidale Tutta n’ata storia – Nocera Inferiore
AMAZON ADDIO

 

LE INSURREZIONI DELLE DONNE
Sono le donne che di fronte a spazi urbani sempre più esanimi e atomizzati stanno rinvigorendo la socialità delle città. Sono per lo più le donne a creare, nel Nord come nel Sud del mondo, un nuova economia urbana di sussistenza attraverso cucine popolari, orti e giardini comunitari, mercatini e assemblee di quartiere, arte di strada, tutte forme embrionali di autogoverno. Sono le donne che in risposta alla precarizzazione del lavoro e alla crisi dei salari si sono appropriate delle strade e le hanno fatte diventare commons. Tuttavia, secondo Silvia Federici, non si tratta soltanto di rendere più visibile cosa oggi le donne fanno per resistere e creare un mondo nuovo ma prima di tutto come lo fanno, a cominciare dai modi con cui trasformano l’arte di strada: & laquo;È opportuno pensare alla lotta che le donne e i movimenti popolari stanno facendo nei quartieri poveri in tutto il mondo come a una escuelita – scrive Silvia Federici – , dove gli artisti, gli attivisti, gli educatori possono imparare non solo a “de-professionalizzasi” ma a coltivare un diverso tipo di creatività rispetto a quella solitamente associata all’espressione artistica. Questa è la creatività che si genera quando modifichiamo i nostri rapporti con gli altri, scoprendo nel potere della cooperazione il coraggio di resistere alle forze che opprimono la nostra vita…»
SILVIA FEDERICI

CREARE BENI COMUNI E MONDI NUOVI S. FEDERICI E G. CAFFENZIS

INSURREZIONI SILENZIOSE RAÚL ZIBECHI

IL BULLISMO DEL CETO DIRIGENTE
“Il problema del bullismo e della violenza nella scuola andrebbero affrontati, al di fuori della spettacolarizzazione mediatica ed emotiva, come un problema sociale ed educativo complessivo. Invocare severità, punizioni, sanzioni esemplari, uso della forza o addirittura delle armi, nel medio e lungo periodo, serve a poco o a nulla – scrive Matteo Saudino – La convivenza civile e solidale infatti è il frutto maturo di un albero civile e solidale, che ad ora non c’è. Non cadiamo nell’infondato mito di una passata età dell’oro in cui vi erano rispetto ed educazione… Che scuola può sorgere in una società fondata su leggi che legittimano lo sfruttamento e la precarietà del lavoro, la disuguaglianza tra gli esseri umani, l’iniqua distribuzione delle risorse, il saccheggio della natura, e la mercificazione del mondo?…”
MATTEO SAUDINO

ABBIAMO BISOGNO DI ASCOLTARE
E se di fronte alle storie di violenza nella scuola prima di tutto ci fermassimo e trovassimo il modo e il tempo di ascoltare e parlare con i ragazzi e con le ragazze nelle scuole superiori e nelle università, ma anche con i bambini e le bambine nelle scuole elementari? E poi tra insegnanti e tra insegnanti e genitori?
MONICA GUERRA

LA VIOLENZA NELLA E DELLA SCUOLA PAOLO MOTTANA

IL TEMPO DELLA CATTIVA EDUCAZIONE GIOVANNI FIORAVANTI

PERCHÉ CI SONO ARMI CHIMICHE IN SIRIA?
Sì, certo quella della Siria resta una vicenda terribile e di grande complessità per il groviglio di interessi attuali e ragioni storiche. E allora? Allora prima di tutto devi “chiederti chi fabbrica armi chimiche e chi le finanzia, chi le vende e chi ne protegge il commercio, chi legifera a favore o chi si limita ad astenere mano e coscienza… Ciò porterebbe a uno scenario inaccettabile dagli sceneggiatori di regime – scrive Alessandro Ghebreigziabiher – Alla cui base c’è l’idea che le cose siano molto più facili da capire di quel che sembrano. Da che mondo è mondo, questa è l’eventualità più temuta dai difensori dell’architettura piramidale, altro che rivoluzione e resistenza. Ovvero, che tut ti siano in grado di capire tutto… Perché? Perché ci sono armi chimiche? Perché ci sono armi chimiche in Siria?…”
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

LE ARMI CHE UCCIDONO IN SIRIA DANIELE MOSCHETTI

GLI IPOCRITI E LA GUERRA CHIMICA ROBERT FISK

LULA, COLPEVOLE O INNOCENTE?
Magari a qualcuno dei nostri lettori più giovani potrà sembrare strano, ma c’è stato un tempo, quello in cui l’operaio Luiz Inácio da Silva era presidente del sindacato nazionale dei metallurgici brasiliani, più o meno alla fine degli anni Settanta del Novecento, in cui la sinistra di quasi ogni paese del mondo avrebbe condannato con sdegno e senza esitazioni la corruzione di un suo esponente politico sebbene non avesse commesso nulla di illegale. L’ex presidente del Brasile – arrestato nelle scorse settimane in seguito a un’inchiesta che non ha fornito alcuna prova sui delitti che gli vengono imputati al fine di impedirgli la possibile rielezione alla presidenza del Brasile – è stato tra gli uomini più prestigiosi e amati dalla sinistra politica mon diale di quel tempo lontano. Secondo Raúl Zibechi, l’operato di Lula non va certo giudicato da un tribunale, perché non ha probabilmente commesso alcun reato, ma il problema della sinistra brasiliana è ben più vasto e profondo di quel che compete alle aule giudiziarie: è assai difficile che essa possa ricostruire credibilità tra la gente comune senza recuperare il rigore di una dimensione etica al di là dei miti e delle montature giudiziarie
RAÚL ZIBECHI

STORIE DEL POSSIBILE. UN RACCONTO FOTOGRAFICO
Due giorni intensi e piacevoli, in un luogo sociale di cui Roma non può fare a meno come l’ex Lavanderia del Santa Maria della Pietà, per mettere a confronto ricerche, pratiche e punti di vista sulle esperienze nate dal basso intorno ai temi dell’economia solidale, della decrescita, dei beni comuni. Un centinaio di persone provenienti da tutta Italia hanno riempito di senso l’incontro con approfondimenti e scambi ma anche sperimentando modalità orizzontali di gestione dei tavoli di lavoro e dell’assemblea. Due giorni, per dirla con Silvia Federici, per non smettere di “reincantare il mondo
LE FOTO DI NILDE GUIDUCCI

CAMMINA MOLISE, LA STRADA È LUNGA
Possiamo scoprire un territorio senza l’ossessiva e ridicola lente delle elezioni? Da oltre venti anni in Molise c’è chi ricompone i legami sociali e sperimenta un turismo diverso: “Cammina Molise” è una fantastica iniziativa di base, unica in Italia, per quattro giorni non più di trecento persone attraversano camminando borghi abbarbicati su montagne, vallate bellissime, tratturi, mettono in comune cultura popolare (musica, canti, balli) e sperimentano accoglienza tra visite guidate e nutrite tavolate di prodotti tipici. Il loro obiettivo non è portare lo sviluppo o il turismo di massa ma prendersi cura del territorio, vivere la politica come partecipazione, dimostrare che è possibile sperimentare un “turismo mit igato dai cammini”. “La vera ricchezza del Molise – scrive Giovanni Germano, architetto, presidente dell’associazione La Terra da cui è nato Cammina Molise! (e papà di Elio) – è costituita dal patrimonio storico, archeologico, culturale, ambientale ed enogastronomico dei suoi borghi e del territorio delle aree interne…”
GIOVANNI GERMANO

REDDITO UNIVERSALE O SERVIZI UNIVERSALI?
La discussione sulla redistribuzione del reddito e sulla possibilità che lo Stato intervenga per garantire a tutti, magari in modo incondizionato e universale, una quota minima di denaro sufficiente a vivere con dignità si accende periodicamente da molti anni. Negli ultimi tempi, in Italia, si tinge di forti connotazioni legate alla governabilità, che necessariamente si espongono a semplificazioni e speculazioni di profilo miserevole. Resta però una questione di grande spessore politico e, a maggior ragione, pur esigendo provvedimenti la cui urgenza è sotto gli occhi di tutti, non andrebbe semplificata inseguendo slogan impraticabili né, men che meno, tattiche elettorali. Francesco Gesualdi ci pare intervenga con questo spirito con un r agionamento critico serio che prelude a una proposta che certo presuppone l’esistenza di una volontà politica molto determinata a contrastare le disuguaglianze e un qualche ottimismo sulle capacità di rigenerazione culturale di chi opera nei servizi. Un’ottima occasione per allargare e approfondire il discorso”
FRANCESCO GESUALDI

AGRECOLOGIA. LA GUERRA NEL PIATTO
Non è certo la prima volta e non sarà l’ultima: il grande business dell’industria agroalimentare è maestro nell’appropriarsi di parole e concetti che ne contraddicono i comportamenti abituali e le ideologie votate alla sola accumulazione di profitti. In questa raffinata opera di cooptazione e trasformismo, si avvale poi, spesso e volentieri, di prestigiose istituzioni internazionali compiacenti. È accaduto con il cibo biologico e rischia di accadere, oggi, con l’agroecologia. Che non può essere solo una tecnica o un metodo di produzione da intensificare, né può essere rinchiusa in una certificazione per mercati e consumi “sostenibili”. Lo affermano, tra gli altri, i promotori del VII Congresso di Agroecol ogia che si tiene a Córdoba, in Spagna, a fine maggio. Un’occasione importante anche per mettere a nudo le contraddizioni sul ruolo della Fao e dei governi che, nel recente simposio internazionale, hanno esibito notevoli aperture sul tema. Aperture che quasi sempre, in passato, sono rimaste pure dichiarazioni di intenti, funzionali a decorare con la retorica e le solenni promesse di buoni propositi le solite pietanze indigeste
ALDO ZANCHETTA

POVERI PARTIGIANI
Ascanio Celestini: “Poveri partigiani portati in processione, nei telegiornali, alla televisione, sopravvissuti un tempo alle fosse comuni, ma seppelliti in questo tempo dall’informazione… Poveri deportati che mostrano la matricola alle telecamere tra una pubblicità e l’altra il tetro tatuaggio “questo sterminio vi è gentilmente offerto da una bibita gassata e da un famoso formaggio… Ma voi: ricordate i morti ma ricordateli vivi…”
ASCANIO CELESTINI

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

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AGENDA, 25 APRILE:

ROMA, PORTA SAN PAOLO

MILANO, 25 APRILE DI LIBERAZIONE E DI PACE

FIRENZE, PRANZO ANTIFASCISTA

FOLLONICA/GR, FESTIVAL RESISTENTE

MACERATA 25 APRILE ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA

L’AQUILA, FESTA DELLA LIBERAZIONE

BARI, R-ESISTERE OGGI

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