“I mondi nuovi in movimento”

Se c’è uno spazio pubblico, in Italia, dove non è necessario sottolineare la rilevanza e la fecondità del racconto sociale che da decenni Raúl Zibechi fa dei percorsi più profondi dei movimenti di resistenza e ribellione di chi sta in basso, è di certo quello che compongono queste nostre modeste pagine web.

 

 

 

I MONDI NUOVI IN MOVIMENTO
Se c’è uno spazio pubblico, in Italia, dove non è necessario sottolineare la rilevanza e la fecondità del racconto sociale che da decenni Raúl Zibechi fa dei percorsi più profondi dei movimenti di resistenza e ribellione di chi sta in basso, è di certo quello che compongono queste nostre modeste pagine web. La firma di Raúl è probabilmente quella che è comparsa più spesso tra le migliaia e migliaia di articoli che abbiamo pubblicato in questi sei avventurosi anni. L’uscita in contemporanea dell’edizione italiana di due suoi nuovi libri – “L’irruzione degli invisibili. Il ’68 e la nascita di nuovi mondi in América Latina”, Edizioni Piagge, (su cui torneremo) e “Il ‘Mond o Altro’ in movimento. Movimenti sociali in América Latina”, Nova Delphi (di cui pubblichiamo qui la prefazione) – è dunque occasione di festa. Così come lo è il fatto che in questi giorni Zibechi sia venuto in Italia a presentarli. Che un pensiero critico come quello di Raúl ci offra tanta ricchezza proprio mentre l’attenzione mediatica nazionale è tutta concentrata sulle farsesche evoluzioni del “cambiamento” di governo, sembra quasi un segno del destino. Un antidoto all’autolesionismo di chi si ostina a sperare che i cambiamenti veri possano avvenire delegandoli ai nuovi e vecchi illusionisti che non hanno mai avuto alcuna intenzione di crearli. Come se, in un cinico gioco di ruolo delle alternanze, la soluzione delle devastazioni sociali e ambientali che ci travolgono potessero piovere dai cieli sempre più neri che le producono
MARCO CALABRIA
 

LA CATALOGNA IN BASSO A SINISTRA
C’è poco da fare: quando la realtà delle cose si guarda da molto vicino, non è raro incontrare sorprese, anche molto piacevoli. Raúl Zibechi, che vive a Montevideo, sta facendo un viaggio in Europa per presentare i suoi due nuovi libri. Prima di arrivare in Italia, è andato in Catalogna, dove ha incontrato alcuni compagni del tempo del suo esilio dalla dittatura ma soprattutto ha visto con i suoi occhi alcune realtà di base della lotta di lungo periodo per l’indipendenza. Al di fuori delle grandi marce represse con violenza, la realtà appare ben lontana dal nazionalismo e coniugata con la lotta antisistemica e antipatriarcale, comunque molto differente dall’idea che se ne poteva ricavare guardando le principali immagini e leggendo i grandi giornali via In ternet dall’Uruguay. L’informazione semplifica i processi e concentra lo sguardo sui leader e sui momenti più spettacolari dello scontro, quel che si muove in profondità, e magari a scala minore, risulta quasi sempre invisibile se non si ha la sensibilità e la voglia di andarlo a cercare
RAÚL ZIBECHI

TUTTI GLI ZERO
“Non è stata detta una parola di solidarietà dalle alte autorità per Sacko… impegnato in prima linea per difendere i diritti dei lavoratori delle tendopoli di San Ferdinando – scrive Domenico Lucano, sindaco di Riace (qui il suo intervento insieme a un appello rilanciato dalla Rete dei comuni solidali) – Così come per Becki… la vita dei neri dei campi di internamento della piana di Gioia Tauro vale zero… Uniamo tutti gli zero contro questa nuova onda di odio…”
DOMENICO LUCANO E RECOSOL

DOPO IL 4 MARZO
Qualche settimana fa abbiamo aperto uno spazio circoscritto, una sottile fessura nel tendone del circo mediatico e istituzionale, per provare a non restare schiacciati dall’ossessione elettorale e dall’idea che il mondo si cambi in profondità con i governi. C’è bisogno di tutelare l’autonomia di quei pezzi di società che tentano di rimettere in mano alle persone il proprio destino (lo spazio web raccoglie articoli di Franco Berardi Bifo, Andrea Segre, Paolo Cacciari, Emilia De Rienzo, Enrico Euli, Marco Bersani, Gianluca Solera, Rosaria Gasparro, Marco Arturi, Penny, Alessandro Ghebreigziabiher, Federica Borlizzi, Francesco Gesualdi, Monica Di Sisto, Fulvio Vassallo, Lea Melandri, Wu Ming 1, Bruno Tognolini, Giuseppe Campagnoli, Carlo Ridolfi, Paolo Mottana, Mimmo Cortese)
REDAZIONE DI COMUNE

PIÙ DI QUALCOSA NON TORNA ROSARIA GASPARRO
ERA DAVVERO QUESTO IL SOGNO DEI CINQUE STELLE?

LE BASTONATE ANNUNCIATE FEDERICA BORLIZZI
SUI MIGRANTI ABBIAMO PERSO. MA NON SMETTEREMO DI LOTTARE

A CHE SERVE UN MINISTRO DELLA FAMIGLIA? LEA MELANDRI
SERVE A RAFFORZARE I RUOLI TRADIZIONALI FAMIGLIA-DONNA-MADRE?

IL VUOTO E L’OSSESSIONE DEL CAMBIAMENTO GIANLUCA SOLERA
NON È IMPORTANTE COSA CAMBIA MA IL RACCONTO CHE NE VIENE FATTO

IL DEBITO E IL MANGANELLO MARCO BERSANI
IL MODO CON CUI È NATO IL GOVERNO DICE: NON C’È SPAZIO PER ALTERNATIVE

LA DEMOCRAZIA DELL’ALGORITMO ANDREA BARANES
BREVE GUIDA PER DIFENDERSI DAL DOMINIO E DAI LINGUAGGI DEGLI ECONOMISTI

INSEGNIAMO A PERDERE AI NOSTRI FIGLI
“Dobbiamo insegnare ai nostri figli che possono perdere.
Che arrivare primi non è necessario. Non a tutti i costi.
Che la strada conta. Più del resto.
[…] Non lasciare indietro gli altri conta. Tanto. Tantissimo.
Il lavoro di squadra conta. Più del podio.
[…] Che le perdite sono necessarie e che alla resa dei conti non avrà valore quante volte avranno perso, ma se da quelle perdite avranno imparato ad essere persone migliori. Quella sarà la loro più grande vittoria […]”
PENNY

ECCO PERCHÉ CORVIALE È DIVENTATO UN PALAZZONE
Su Corviale si è detto e scritto tutto o quasi e il suo opposto. Poco approfonditi restano i conflitti tra gli architetti ad inizio progetto, il mancato sostegno dall’amministrazione nei primi anni anni dopo l’edificazione – quando bisognava accompagnare una fragile comunità nella creazione di servizi, nell’organizzare le aree distribuite su ben sessanta ettari, nel promuovere le attività culturali, a cominciare dal teatro, e quelle solidali di condominio -, l’idea di un luogo che fosse anche un argine per lasciare libera la campagna, infine le conseguenze della diffusione dell’etichetta di soviet. Una conversazione di Pas Liguori, fotografo, con Maurizio Montani Fargna, collaboratore di Mario Fiorentini, architetto romano lead er del progetto iniziale di Corviale, di cui il 5 giugno ricorre il centenario della nascita
PAS LIGUORI

RIGENERARE LUOGHI E COMUNITÀ
C’è bisogno di riconsiderare e approfondire l’idea di comunità ma soprattutto di scoprire strade diverse di produzione, distribuzione, scambio, consumo, risparmio e uso delle risorse finanziarie, ripartendo da ciò che già si sperimenta e che spesso sfugge agli occhi degli studiosi e dei diversi attori territoriali: intorno a questo tema viene promosso il workshop interdisciplinare “Buone pratiche di rigenerazione territoriale“, organizzato dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil (Area Ricerca “Economia Territoriale”) il 5 giugno a Roma. Intervengono sociologi del territorio, urbanisti, geografi, economisti territoriali e persone che si occupano in diversi modi di territorio
ELENA BATTAGLINI
 

NON CHIAMATECI CONSUMATORI
Tutti per semplificare lo chiamano già supermercato, magari “supermercato di comunità”. Ma sarebbe sbagliato accompagnare la nascita di questo tentativo non facile (emerso in un Gruppo di acquisto solidale) di far cooperare persone di un territorio in modo diverso restando schiacciati dell’immaginario della mercificazione che tanto condiziona la nostra vita di ogni giorno. OltreFood a Parma parte dal cibo (buono e sano per chi lo produce e per chi fa la spesa) per creare un nuovo senso di comunità e si nutre del coinvolgimento di tanti cittadini che sono stanchi di sentirsi consumatori passivi. Si comincia con la possibilità, al momento riservata solo ai soci, di fare la spesa e di contribuire tutti al lavoro del negozio per tre ore al mese
COOPERATIVA OLTREFOOD
 

 

LA CAMPAGNA PER SOSTENERE COMUNE:
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI

 

ALCUNI APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

NAPOLI 6 GIU: CORTEO-PARATA, IL GRIDAS NON SI TOCCA

CASERTA 6 GIU: ISRAELE, MITO E REALTÀ

ROMA 7 GIU: OSSERVATORIO ROMANO SULLE MIGRAZIONI, XIII RAPPORTO

MODENA 7 GIU: HABIBA LA MAGICA

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