Sentenza TAR: illegìttimo il divieto di alimentare i cani randagi

Troppi cani randagi? La soluzione più efficace è semplice: vietare, con una bella ordinanza, di sfamarli! Provvedimenti repressivi come questi, purtroppo, vengono riproposti ciclicamente, presentandosi come “soluzione” al randagismo, un “problema sanitario e di incolumità pubblica”. Nel 2013 questa era stata la misura emanata dal sindaco di Panni (FG) la cui ordinanza, che vietava ai cittadini di sfamare i cani vaganti sul territorio, è stata oggi annullata dal TAR della Puglia, grazie al ricorso di OIPA e l’associazione Earth, che fin da subito si erano attivate sottolineandone l’illegittimità riuscendo anche a farne sospendere l’attuazione.

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Dalla parte dei più deboli, dalla parte di chi ha bisogno: tutti, a prescindere dalla specie. L’OIPA sezione Milano in collaborazione con Angel Service, cooperativa sociale per favorire l’occupazione lavorativa e l’integrazione sociale a persone svantaggiate, da avvio a progetto Virginia, il primo progetto di assistenza veterinaria e comportamentale gratuita per i cani dei senza fissa dimora del capoluogo lombardo. Il progetto vedrà intervenire un veterinario ed un educatore cinofilo che, a titolo gratuito metteranno a disposizione le loro competenze presso il dormitorio gestito da Angel Service fornendo cure veterinarie di base, indicazioni e consigli per gestire i cani al meglio, oltre che cibo, snack, giochi e pettorine.

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Omissione di soccorso, indifferenza: ecco i responsabili della sofferenza, e anche morte, dei molti gatti randagi di Gela, la cui agonia urlata in mezzo alla strada non sembra turbare i passanti. Silla giaceva immobile ai margini di un marciapiede, probabilmente investita, semi paralizzata e sofferente. Come lei, anche 5 gattini, denutriti e gravemente debilitati, hanno sofferto e pianto per giorni, perché affetti da una grave infezione agli occhi, tanto da non riuscire a vedere. A non voltarsi, ancora una volta, sono stati gli angeli blu dell’OIPA di Gela.

Non voltarti dall’altra parte:
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Solo. Un cancello sempre serrato, una rete invalicabile, non un sorriso, né una carezza o, semplicemente, qualcuno felice di vederti. Solo il silenzio a scavarti dentro, ogni ora di ogni giorno, da chissà quanto tempo. Ulisse era stato dimenticato lì, in un terreno sperduto in campagna e forse, senza la segnalazione e il tempestivo soccorso degli angeli blu dell’OIPA di Campobasso, sarebbe morto lentamente senza che nessuno venisse mai a sapere della sua esistenza.

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