Il nuovo tsunami d’elettrosmog, l’invasione d’antenne ancora in via sperimentale non irradierà quindi solo dai tetti dei palazzi (come per le stazioni radio base di 2G, 3G e 4G, già 60.000 in tutta Italia), bensì dai riconvertiti lampioni della luce, uno ogni manciata di metri, praticamente ovunque.
Roma 5G, installati 200.000 lampioni/antenne-wireless. Ignorato l’appello dei medici.
Panico sui social: “Ci uccideranno!” E la Basilicata?
di Maurizio Martucci
Infrastruttura d’avanguardia, dicono, ‘per rendere le città più vivibili’. Nell’Era Elettromagnetica, per le ‘Digital City’ li chiamano ‘Smart Lighting’, spacciati come valore aggiunto sui bisogni consumeristici dei cittadini. Non sono più i normali lampioni della luce di una volta, accusati di sprecare troppa energia, ma ‘sistemi di telecontrollo dell’illuminazione pubblica e monitoraggio digitale’ a LED pensati per la sensoristica, videosorveglianza, controllo e monitoraggio del traffico locale, ma soprattutto mini-antenne Wi-Fi, tecnologia powerline da microonde millimetriche del 5G con l’aiuto della fibra ottica: passando sotto ogni lampione, li trasforma in un amplificatore wireless. S’attiveranno appena entrerà a regime il 5G.
Il nuovo tsunami d’elettrosmog, l’invasione d’antenne ancora in via sperimentale, così come anticipato nel mio ultimo libro d’inchiesta ‘Manuale di autodifesa per elettrosensibili’ (Terra Nuova Edizioni), non irradierà quindi solo dai tetti dei palazzi (come per le stazioni radio base di 2G, 3G e 4G, già 60.000 in tutta Italia), bensì dai riconvertiti lampioni della luce, uno ogni manciata di metri, praticamente ovunque. Copertura totale dell’intero territorio nazionale, l’obiettivo è pel 2025, ogni area del paese (non solo città metropolitane, ma pure comuni, paesini di provincia, campagne, parchi e aree naturali protette, strade, autostrade, aeroporti e porti) sarà quindi avvolta da un’inedita cappa elettromagnetica senza precedenti nella storia dell’umanità, con la sovrapposizione ubiquitaria di insidiose radio frequenze multiple e cumulative (dal 2011 nella black list, agenti dannosi per la salute pubblica) per cui ampia parte della ricerca medico-scientifica chiede all’Organizzazione Mondiale della Sanità un’urgente revisione nella classificazione degli agenti cancerogeni.
Dall’esito delle prossime gare (il 10 Settembre c’è l’asta del Governo Conte per i lotti delle tre bande di frequenza del 5G) Enel X annuncia l’installazione in 3.300 città di 1 milione e 800 mila nuovi lampioni a LED-wireless, intanto con Acea (suo il progetto ‘Luce 4.0’, 20 milioni di Euro l’investimento fino al 2019) nel periodo estivo ne ha montati già 200.000 in tutta Roma (senza un regolamento e col primato continentale di circa 5.000 antenne di telefonia mobile è stata ribattezza ‘discarica elettromagnetica d’Europa’). Inascoltato quindi l’accorato appello per una sensata moratoria ispirata al Principio di Precauzione lanciato da una task force internazionale di ricercatori e scienziati (preoccupati per le possibili ripercussioni sanitarie del 5G) così come nel vuoto sono cadute le richieste dei medici dell’ISDE e dell’associazionismo di malati di sensibilità chimica multipla ed elettrosensibilità.
Preoccupazione e paure montano ora sui social: su Twitter è stato lanciato l’hasthag #Stop5G, mentre su Facebook c’è chi sfoga angoscia e paure, percepito il pericolo per l’incolumità da comuni cittadini e chi non tollera campi elettromagnetici anche a basse dosi, figuriamoci col limite d’elettrosmog innalzato da 6 V/m a 61 V/m per i nuovi lampioni wireless: Simonetta (“siamo bombardati”), Alessia (“manifestiamo, organizziamoci in gruppi locali”), Stefano (“pazzesco, fermiamo tutto questo”), Paola (“ci friggeranno il cervello”), Clara (“ma non possono ucciderci tutti!”), Angelina (“sarà la mia fine, ci dobbiamo muovere”), Mario (“mi viene da piangere”), Patrizia (“distruggiamoli”), Agostina (“moriremo tutti!”).
Infine, per far esplodere il caso politico, monta la proposta di occupare simbolicamente la Regione Basilicata, l’unica in Italia a riconoscere dal 2013 l’elettrosensibilità come malattia ambientale: se l’invalidante patologia esiste, sempre più ‘invisibili’ persone ne soffrono e c’è un riconoscimento ufficiale – si pensa – qualcuno, alla fine, politicamente dovrà assumere provvedimenti indifferibili e cautelativi! Peccato però che proprio in Lucania c’è il caso di un giovane gravemente elettrosensibile, costretto a riparare tra boschi e montagne per sottrarsi all’irradiazione delle antenne, oltre al precedente di Matera: dal 2017 la città dei sassi ha aderito alla fase sperimentale del 5G. A fine Settembre prevista l’assemblea nazionale dell’Associazione Italiana Elettrosensibili, mentre a Viareggio (Lucca) il 6 Ottobre c’è il convegno nazionale “5G esperimento sulla salute?”