Prima le pistole: più lobby, meno sicurezza

Il patto con la lobby delle armi è stato rispettato, trattato come fosse un priorità, per ricambiare il sostegno elettorale: avere pistole e fucili in casa sarà più facile. Dal 14 settembre, addirittura i kalashnikov potranno essere messi nei cassetti di casa, evitando di informare i familiari.

 

Prima le pistole: più lobby, meno sicurezza

Il patto con la lobby delle armi è stato rispettato, trattato come fosse un priorità, per ricambiare il sostegno elettorale: avere pistole e fucili in casa sarà più facile. Dal 14 settembre, addirittura i kalashnikov potranno essere messi nei cassetti di casa, evitando di informare i familiari. Apri l’armadio e trovi un arsenale. È stato messo tutto nero su bianco con un decreto estivo che ha recepito la direttiva europea nel peggior modo possibile, capovolgendo l’ispirazione della Ue, che voleva una maggiore tracciabilità delle armi diffuse nel continente per contrastare la minaccia terrorista ed evitare un approccio lassista.

Insomma, il primo passo verso la deriva di un Paese armato fino ai denti, è stato fatto. E con la ripresa dell’attività in Parlamento, arriverà l’assalto finale, una propaganda armata per armare i cittadini: la riforma della legittima difesa. Il governo così ha voluto mantenere l’impegno assunto da Matteo Salvini in campagna elettorale. Un fatto eccezionale, perché mentre tutto il resto è di là da venire, dalle accise all’abolizione della Fornero, questo è uno dei pochi casi di promesse mantenute dal leader leghista.

La portata dell’intervento è gigantesca: può acquistare “armi da guerra”, tra l’Ak-47 meglio noto come kalashnikov, anche chi è iscritto a società dilettantistiche di tiro a segno. L’Agi segnala, tra queste, delle “autentiche bocciofile a mano armata”. Non solo: detenere un’arma senza avvisare la famiglia sarà legale, basterà inviare la denuncia di detenzione via email ai carabinieri e tutto sarà a posto, nel pieno rispetto della legge. Infine raddoppia, da 6 a 12 il numero di armi sportive detraibili e aumentano i colpi consentiti per i caricatori: 10 per le armi lunghe (finora erano 5) a 20 per le armi corte (fino a oggi erano 15).

La lobby delle armi, di fronte a tanta generosità, è forse rimasta incredula: nessuno avrebbe immaginato di ottenere un risultato del genere nemmeno nelle più ottimistiche delle previsioni. E il Movimento 5 Stelle cosa ha fatto mentre Salvini dispensava regali ai pistoleri? Niente, si è voltato dall’altra parte, rimangiandosi, come fa regolarmente, la promessa di diminuire la diffusione di pistole e fucili. Eppure il ministro della Giustizia Bonafede aveva giurato che il governo non voleva rendere l’Italia un Far West con la riforma della legittima difesa. In effetti aveva “ragione”: la Lega ci ha pensato prima di discuterne. E quello della legittima difesa sarà l’atto conclusivo, per avere un’Italia con più armi. E meno sicurezza. Prima le pistole.

 

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *