“Vedere sventolare tra le bandiere dell’UE e di un partito che critica il governo “di prepararci a uno scenario venezuelano” e Di Maio “di comportarsi come Maduro”, anche bandiere rosse con la falce e il martello è davvero uno spettacolo sconcertante. Mi sembra il mondo alla rovescia”.
Capisco il trionfalismo di Repubblica, Stampa…
ma le bandiere rosse con quelle di Pd e Ue sono davvero uno spettacolo sconcertante
Capisco il trionfalismo di Repubblica, Stampa, Corriere e TV al servizio del defunto regime al servizio delle banche e picconatore della Costituzione nata dalla Resistenza dei nostri partigiani, che moltiplicano per tre i partecipanti reali alla manifestazione del PD in difesa della legge Fornero, del Jobs Act e della completa subalternità ai diktat dei mercati e dell’UE imperialista.
Ma vedere sventolare tra le bandiere dell’UE e di un partito che critica il governo “di prepararci a uno scenario venezuelano” e Di Maio “di comportarsi come Maduro”, anche bandiere rosse con la falce e il martello è davvero uno spettacolo sconcertante. Mi sembra il mondo alla rovescia. E tra qualche giorno avremo la replica con i “pacifinti”, ruote di scorta della NATO, nella marcia Perugia-Assisi. Prove di “rivoluzione colorata”? Che fanno il paio con le manovre sullo spread e nelle borse? In attesa di un ribaltone simile a quello imposto da Napolitano nel 2011, dopo la famosa e famigerata lettera della BCE?
Detto questo, il primo che mi critica perché non ho citato l’odioso razzismo della Lega e le sue deprecabili e ripugnanti pulsioni reazionarie che non ho mai esitato a condannare (mentre chi critica la Lega di fascismo non dice una sola parola di biasimo per i comportamenti hitleriani del governo golpista di Kiev, apertamente appoggiato da coloro che ieri erano in piazza a Roma), che tanto fanno comodo a chi critica le misure sociali (e mi chiedo perché la sinistra, quella vera, dovrebbe opporsi all’abolizione della Legge Fornero o alle picconate al Jobs Act) prospettate nella manovra finanziaria, lo banno. Senza pietà.
Mauro Gemma, Post Facebook del 1 ottobre 2018
