Il 16 ottobre si celebra il World Food Day 2018, ma la Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) ci dice che dal 2016 il numero delle persone che nel mondo ha fame è tornato ad aumentare: si stima che siano arrivate a 821 milioni – circa una persona al mondo su nove.
Solo i contadini possono sfamare il pianeta
LE RICHIESTE DI PRODUTTORI E CITTADINI A FAO, EUROPA,
PARLAMENTO e GOVERNO ITALIANO
PER SCONFIGGERE LA CRISI ALIMENTARE, SOCIALE E CLIMATICA
Il 16 ottobre, si celebra il World Food Day 2018, ma non c’è molto da festeggiare. La Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) ci dice, infatti, che dal 2016 il numero delle persone che nel mondo ha fame è tornato ad aumentare: si stima che siano arrivate a 821 milioni – circa una persona al mondo su nove.
A Roma, in questi giorni, proprio presso la FAO, oltre 300 leadersdi organizzazioni contadine, donne, popoli indigeni, consumatori e associazioni, che rappresentano più di 12 milioni di abitanti del pianeta, provenienti da tutti i Paesi del mondo, stanno presentando il proprio Rapporto indipendente sull’applicazione delle Linee Guida volontarie per il diritto al cibo, lanciate nel 2004, e che avrebbero dovuto guidare i Governi nel combattere la fame nei propri territori.
Ci sono sicuramente alcuni aspetti molto positivi favoriti dall’applicazione di queste Linee Guida: ad esempio negli anni successivi alla loro approvazione un numero significativo di Paesi (Kenya, Messico, Nepal, Bolivia, Egitto, Ecuador e altri) ha sancito il diritto al cibo e/o alla sovranità alimentare nelle proprie Costituzioni.
D’altra parte però, esistono molte criticità ancora irrisolte: laddove ad esempio le Linee Guida riconoscono che i mercati integrati nei territori (a livello locale, nazionale e regionale) debbano essere sostenuti in quanto distribuiscono l’80% di tutto il cibo consumato nel mondo, ma nell’attuazione pratica accade ancora molto raramente, e quando accade viene considerato strategicamente complementare allo sviluppo industriale globale e intensivo.
A questo si affianca poi la moltiplicazione da parte dell’Europa di trattati di liberalizzazione commerciale (come il CETA o gli EPA) con i propri principali partner economici, ricchi e poverissimi, che mettono la difesa della sovranità alimentare, dell’ambiente e dei diritti delle comunità in secondo piano rispetto agli interessi di poche grandi imprese a Nord e a Sud.
Se ne parlerà il 16 ottobre presso la sala stampa della Camera dei Deputati. Sarà l’occasione per ascoltare le voci dei rappresentanti delle organizzazioni italiane e internazionali, le loro denunce e proposte per sfamare il pianeta.