Legittima difesa, anche il Pd a favore degli spari alla cieca

La legittima difesa passa come un treno ad alta velocità nell’Aula del Senato. Il Partito democratico ha addirittura reso la vita semplice alla Lega, come testimonia il voto a favore dell’articolo 2, che in sintesi introduce la possibilità di sparare alla cieca.

 

La legittima difesa avanti a tutta velocità: anche il Pd a favore degli spari alla cieca
 

La legittima difesa passa come un treno ad alta velocità nell’Aula del Senato: l’approvazione arriva in poche ore, grazie anche all’assenza di un’opposizione intransigente, tutt’altro che intenzionata a fare le barricate. Il Partito democratico ha addirittura reso la vita semplice alla Lega, come testimonia il voto a favore dell’articolo 2, che in sintesi introduce la possibilità di sparare alla cieca. Chi sperava in accesi duelli, come annunciato, ha dovuto accettare una situazione ben diversa.

 

Per capire la portata della questione, basta leggere il testo dell’articolo approvato dai dem:

Nei casi di cui ai commi secondo, terzo e quarto dell’articolo 52, la punibilità è esclusa se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito nelle condizioni di cui all’articolo 61, primo comma, n. 5, ovvero in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto).

Un voto che in fondo risulta in linea con quanto avvenuto in passato: la proposta sulla legittima difesa nella scorsa legislatura affrontava già l’aspetto del “turbamento”. «Non si capisce per quale motivi alcuni esponenti del Pd abbiano criticato la riforma della legittima difesa a mezzo stampa, visto che il loro partito ha deciso di votare con la maggioranza un passaggio così delicato», ha osservato Andrea Maestri, ex deputato e attuale componente della segreteria nazionale di Possibile.

 

I dem hanno quindi avallato uno dei passaggi più delicati della riforma, che per gravità è accostabile all’articolo 1, quello tanto caro a Matteo Salvini che include il concetto di “legittima difesa sempre”. Salvo poi, qualche minuto dopo, riprendere la raffica di dichiarazioni scandalizzate sul provvedimento.

24 ottobre 2018

Stefano Iannaccone
 

 

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