La presidente della Commissione per le relazioni internazionali dell’Assemblea nazionale del potere popolare di Cuba, Yolanda Ferrer, ha ribadito la solidarietà del suo paese e il suo sostegno alla Siria nei consessi regionali e internazionali.
I cubani sono orgogliosi delle vittorie della Siria contro il terrorismo
Sempre più forti le relazioni fra Cuba e Siria che durano ormai da più di 50 anni all’insegna della cooperazione e della lotta all’imperialismo e all’egemonia occidentale. Ieri, la Siria, ha votato all’ONU, per l’ennesima volta, a favore della rimozione del criminale embargo imposto a Cuba da parte degli USA.
La presidente della Commissione per le relazioni internazionali dell’Assemblea nazionale del potere popolare di Cuba, Yolanda Ferrer, ha ribadito la solidarietà del suo paese e il suo sostegno alla Siria nei consessi regionali e internazionali.
In un incontro con l’ambasciatore siriano a Cuba, Idris Mayya, Ferrer ha evidenziato i profondi rapporti di amicizia e fratellanza tra i popoli della Siria e Cuba, e ha sottolineato l’importanza di consolidare le relazioni parlamentari bilaterali.
“I cubani stanno seguendo con grande interesse la situazione in Siria e sono orgogliosi delle vittorie ottenute dalla Siria nella sua guerra contro il terrorismo”, ha affermato la parlamentare cubana.
Da parte sua, l’ambasciatore siriano ha affermato che la Siria è determinata a continuare la lotta contro il terrorismo fino alla sua eliminazione dell’intera geografia siriana.
Inoltre, ha denunciato il sostegno che gruppi terroristici ricevono da forze regionali e internazionali già note al mondo intero.
Ieri, la Siria, è stata fra i 189 Paesi che hanno votato all’ONU a favore della risoluzione presentata per la rimozione del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti da quasi 60 anni contro Cuba.
Nel suo intervento all’ONU, il rappresentante siriano ha riconosciuto che Cuba si è schierata con il popolo del suo paese mentre affrontava un conflitto in corso. “La Siria sta anche soffrendo di misure coercitive unilaterali”, ha spiegato, chiedendosi “come alcuni Stati possano chiedere di accelerare l’attuazione dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile mentre impongono misure economiche coercitive contro paesi come lui, Cuba, Iran, Cina e Palestina”.
Fonte: SANA – ONU Press