Il ministro Bonafede e la vendita delle armi: tra menzogna e disinformazione

Il Guardasigilli sostiene, in maniera alquanto ardita, che l’accesso alle armi in Italia è “strettamente regolamentata”. Ecco, detto in sintesi: o è una bugia o scarsa informazione. In entrambi i casi ci troveremmo di fronte a un fatto grave. Molto grave.

 

Il ministro Bonafede e la vendita delle armi: tra menzogna e disinformazione

Una dichiarazione a metà tra menzogna e disinformazione. Nell’intervista del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, rilasciata a La Stampa c’è il passaggio sulla vendita delle armi che lascia allibiti, o forse nemmeno tanto vista l’attitudine del Movimento 5 Stelle a raccontare una realtà che esiste solo nel mondo propaganda. Il Guardasigilli, infatti, sostiene, in maniera alquanto ardita, che l’accesso alle armi in Italia è “strettamente regolamentata”. Ecco, detto in sintesi: o è una bugia o scarsa informazione. In entrambi i casi ci troveremmo di fronte a un fatto grave. Molto grave.

Come si ottiene un’arma in Italia

La possibilità di avere una licenza di tiro sportivo in Italia (quella più gettonata) è molto più semplice di quanto voglia far credere il ministro Bonafede: basta un certificato medico, in seguito una visita di base, il pagamento dei bolli richiesti (per un totale di qualche centinaio di euro), l’attesa di qualche settimana affinché venga superata la trafila burocratica e l’iscrizione a un poligono. Così, a quel punto, si possono detenere un totale di 15 armi (3 cosiddette comuni da sparo e 12 per uso sportivo) in casa, tutto legalmente e per un totale di cinque anni fino al rinnovo. Il tragico esempio di Luca Traini, l’uomo che nei mesi scorsi ha aperto il fuoco a Macerata contro un gruppo di migranti, deve essere cerchiato e tenuto come promemoria: in poco più di due settimane ha ricevuto il via libera alla licenza e alla detenzione di armi. E c’è di più, come più volte denunciato dall’associazione Ognivolta: in Italia manca una database per avere informazioni sulla salute mentale di chi fa richiesta di una licenza.

L’iter è uguale per chi vuole ottenere la licenza per la caccia, che peraltro non pone limiti al possesso di armi. L’unica distinzione va fatta per il porto d’arma per difesa personale: in quel caso i requisiti risultano effettivamente più restrittivi con la necessità di dimostrare un pericolo che richiede il possesso di un’arma. Non a caso, come dicono i dati del Viminale, ci sono solo 18.123 licenze di questo tipo, mentre quelle sportive sono 563.415.

Ecco le parole del ministro della Giustizia Bonafede dette a La Stampa:

 
3 novembre 2018

Stefano Iannaccone

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