“MIgranti centroamericani fuggono da violenza e povertà causata dagli USA”

I membri della carovana di migranti centroamericani che vanno negli Stati Uniti “fuggono dalla miseria e dagli orrori” di cui Washington è responsabile, dice il noto filosofo, linguista, politologo e attivista satunitense, Noam Chomsky.

 

Chomsky: “La carovana fugge dalla miseria e dagli orrori di cui gli Stati Uniti sono responsabili”

I migranti fuggono dalla violenza e dalla povertà in tre paesi “che sono stati sotto il dominio degli Stati Uniti per lungo tempo”, ma soprattutto dagli anni ’80, ha sottolinea il noto politologo statunitense.

I membri della carovana di migranti centroamericani che vanno negli Stati Uniti “fuggono dalla miseria e dagli orrori” di cui Washington è responsabile, dice il noto filosofo, linguista, politologo e attivista satunitense, Noam Chomsky.
 
In un’intervista rilasciata a ‘Democracy Now‘, l’intellettuale ha sottolineato che questa carovana “di poveri e miserabili” fugge da “oppressione severa, violenza, terrore e povertà estrema” in Honduras, Guatemala e El Salvador, in tre paesi “che sono sotto il dominio degli Stati Uniti da molto tempo, in particolare dagli anni ’80, “quando le guerre di terrore di Ronald Reagan” hanno particolarmente devastato El Salvador e il Guatemala e, in secondo luogo, l’Honduras.”
 
“Farsa incredibile”
 
A proposito di Honduras, “la fonte ultima dei migranti in questo momento”, Chomsky ha ricordato che, anche se è stato sempre amaramente oppressa, nel 2009 aveva “un presidente moderatamente riformista”, Manuel Zelaya, che è stato rovesciato da un colpo di stato militare “severamente condannato in tutto l’emisfero, con una notevole eccezione: gli USA.”
 
Il governo di Barack Obama ha rifiutato di chiamarlo colpo di stato “perché se lo avessero fatto, la legge avrebbe dovuto prelevare fondi” del regime militare che stava imponendo un “terrore brutale”, ha spiegato il filosofo, aggiungendo che, di conseguenza, l’Honduras divenne poi “la capitale mondiale del crimine.”
 
Chomsky vede come una “incredibile farsa” che l’amministrazione Trump mandi migliaia di soldati alla frontiera per fermare quelle “povere, miserabili famiglie, madri, bambini, in fuga dal terrore e dalla repressione di coloro che sono responsabili”. Inoltre, sottolinea che “i soldati inviati al confine sono più numerosi dei bambini in fuga”, mentre una “notevole campagna di pubbliche relazioni” spaventa i cittadini statunitensi per fargli credere che “siamo proprio sull’orlo di un’invasione”.
 
“Troika della tirannia”
 
D’altra parte, l’attivista fa riferimento anche alle dichiarazioni del Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, che giovedì scorso ha definito Venezuela, Cuba e Nicaragua come “la troika della tirannia”.
 
Secondo Chomsky, questa affermazione evoca immediatamente il discorso “sull’asse del male” di George Bush nel 2002, che “pose le basi per l’invasione dell’Iraq, il peggior crimine di questo secolo con conseguenze orrende”. Per il politologo, la “troika”, così come “l’asse del male”, sono quelli che “semplicemente non obbediscono agli ordini degli Stati Uniti”.
 
Fonte: Democracy Now – CNN

da: www.lantidiplomatico.it

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