L’Ufficio SUAP di Iglesias ha pubblicato il provvedimento che consente ad RWM Italia SPA di realizzare, in località San Marco, due nuovi reparti di produzione che le permetteranno di triplicare l’attuale produzione di bombe per aereo. Cioè di passare dalle 5/8.000 bombe prodotte annualmente ad oltre 20.000 ordigni.
COMITATO RICONVERSIONE RWM – COMUNICATO STAMPA 16/11/2018
Iglesias annulli l’autorizzazione alla RWM. Con le bombe la guerra, tutto è perduto.
Il 13 novembre 2018, l’Ufficio SUAP di Iglesias ha pubblicato il provvedimento che consente ad RWM Italia SPA di realizzare, in località San Marco, due nuovi reparti di produzione che le permetteranno di triplicare l’attuale produzione di bombe per aereo. Cioè di passare dalle 5/8.000 bombe prodotte annualmente ad oltre 20.000 ordigni. Una quantità enorme che coinvolgerà sempre di più la città di Iglesias e la Sardegna, con le loro istituzioni pubbliche e i loro cittadini, negli innumerevoli conflitti mondiali sostenuti dal mercato delle armi. In particolare nel medio-oriente.
E’ di questi giorni l’ennesimo monito del Parlamento dell’Unione sconcertato dalla quantità di armi da guerra di produzione europea ritrovate negli arsenali del Daesh e dal fatto che molti stati europei (tra i quali l’Italia) continuano ad esportare verso paesi come l’Arabia Saudita che, in base ai trattati, dovrebbero essere soggetti ad embargo in quanto violano in maniera plateale i requisiti previsti.
Impressiona che, a fronte della generale indignazione registrata in occasione dell’assassinio del giornalista Kashoggi nel Consolato saudita e delle conseguenti prese di posizione di numerosi stati contro la spregiudicatezza dell’Arabia Saudita, proprio mentre ci si interroga, a livello nazionale se operare o meno l’embargo, si possa decidere, nel chiuso di un ufficio comunale, senza il coinvolgimento pubblico delle istituzioni democratiche, di concedere all’azienda che sostiene materialmente lo stato arabico nella guerra in Yemen, di espandersi in tal modo.
Il Comitato Riconversione RWM non si capacita di come una decisione di tale portata non sia stata discussa in Consiglio Comunale, nonostante i numerosi tentativi dello stesso di suscitare un coinvolgimento attivo della Giunta e dei Consiglieri, sfociati in un momento di ascolto dei portavoce da parte dei capogruppo, del Sindaco e di alcuni assessori, immediatamente prima del Consiglio del 6 novembre scorso.
In quell’occasione il sindaco Usai ebbe a dire che si trattava di una decisione puramente amministrativa sulla quale l’amministrazione comunale non doveva e non poteva intervenire. E l’assessore all’urbanistica Cherchi confermava tale posizione.
Se davvero così fosse, la politica avrebbe perso completamente il proprio ruolo di indirizzo dello sviluppo del territorio e sarebbe ormai soggetta in tutto e per tutto al mercato, perfino quando esso si basa su un’attività vietata dalla legge (185/90), come nel caso della fornitura dei mezzi materiali per l’esecuzione di un genocidio, come accade nel caso delle bombe RWM.
Il Comune di Iglesias vuole davvero fondare il proprio sviluppo economico sulla morte di civili e bambini e sulla distruzione del patrimonio architettonico ed artistico dello Yemen o di qualsiasi altro paese?
Vuole davvero consentire ad una multinazionale degli armamenti di accrescere i propri guadagni utilizzando i sardi ed il loro territorio per sostenere una guerra definita dall’ONU la maggiore catastrofe mondiale di questo secolo?
Vuole davvero rinunciare al proprio ruolo di cura degli interessi collettivi del territorio che non può prescindere dalla ricerca del bene comune anche attraverso il rispetto della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra …”?
Nel corso di quel Consiglio Comunale abbiamo ascoltato la presentazione delle linee programmatiche del Sindaco che individuano nel turismo una delle principali direttrici dello sviluppo locale.
Anche lo Yemen era, prima della guerra, una regione che attirava turisti da tutto il mondo. Pierpaolo Pasolini negli anni Sessanta lo definì “il Paese più bello del mondo”. La capitale – Sana’a – fu dichiarata dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”.
La sua situazione attuale dimostra che se non si perseguono politiche di pace e di sviluppo sostenibile, la guerra e la miseria sono dietro l’angolo: i valori si perdono, la bellezza si sfigura ed il turismo diventa un miraggio.
Speriamo che tutto questo non possa mai accadere ad Iglesias ed alla Sardegna, ma è necessaria un’azione politica lungimirante che in questo momento non appare.
Il Comitato Riconversione RWM continuerà sempre ad adoperarsi per contrastare in ogni modo una decisione così sciagurata, continuando l’opera di sensibilizzazione sul territorio e ad ogni livello, promuovendo occasioni di confronto, sollecitando i decisori politici ad intervenire in maniera concreta a favore della pace e non solo con vuote parole di circostanza. Utilizzerà tutti gli strumenti che la democrazia mette a disposizione, senza tralasciare quelli della giustizia amministrativa e di quella penale contro un provvedimento assurdo, preso senza consentire alle associazioni di accedere agli atti e senza una decisione politica.
Prossimi appuntamenti pubblici:
– Conferenza dibattito su riconversione e sviluppo sostenibile, giovedì 22 novembre a Villacidro, ore 18 presso Auditorium Santa Barbara
– Sempre giovedì 22, a Roma, Conferenza Stampa al Senato della Repubblica
Arnaldo Scarpa – Cinzia Guaita
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COMITATO RICONVERSIONE RWM
per la pace, il lavoro sostenibile, la riconversione dell’industria bellica,
il disarmo, la partecipazione civica a processi di cambiamento,
la valorizzazione del patrimonio ambientale e sociale del Sulcis-Iglesiente