Casale delle Arti di Roma: Tommy Nicoletti scrive a Virginia Raggi

Ti ricordi che un anno fati eri seduta  a un tavolo dove si è parlato di un bel progetto di inclusione sociale per noi autistici? A rappresentare i ragazzi  c’era un pennivendolo se vuoi, ma sinceramente interessato che persone come me non finiscano rinchiuse in una prigione quando a lui toccherà di morire”.

 

Cara Sindaca Virginia Raggi è un anno che si parla del Casale delle Arti, era tutto uno scherzo vero?


di Gianluca Nicoletti – 18 novembre 2018

Cara Sindaca Raggi. Anche se mio padre firma questa pagina ti scrivo io Tommy, se lo facesse lui forse qualcuno potrebbe dire che è il solito pennivendolo e magari un po’ puttana che vuole gettarti fango addosso. Io Tommy non parlo e non so scrivere che poche parole, quindi puoi fare ancora una volta finta che tutto questo non esista. A me di infangare non interessa, nemmeno so cosa significhi farlo, tanto meno ne avrei vantaggio e merito da parte di chi probabilmente si avvantaggia nell’infangare.

Ti ricordi che un anno fati eri seduta  a un tavolo dove si è parlato di un bel progetto di inclusione sociale per noi autistici? A rappresentare i ragazzi  c’era un pennivendolo se vuoi, ma sinceramente interessato che persone come me non finiscano rinchiuse in una prigione quando a lui toccherà di morire. Sembrava che a te facesse piacere avere parte nel nostro progetto sperimentale del “Casale delle Arti” . Allora se ne parlò con un Ministro che ora non c’è più, è vero, ma tu ci sei ancora e sei ancora il Sindaco anche delle persone come me, che dovrebbero avere gli stessi diritti di ogni altro cittadino di questa città, oltre che di questo paese. Da un anno a oggi di riunioni se ne sono fatte tante: con i funzionari del Ministero, con i tuoi assessori, con le persone della Regione, con gli altri genitori, con i medici dell’Università di Tor Vergata. Ogni ostacolo sembrava superato, la Regione ha dato carta bianca su tutto, anche rinunciando a ogni diritto che avrebbe mai potuto rivendicare su quello stabile. Era tutto tuo e solo tu potevi decidere….

Invece dopo un anno tutto tace dal fronte del Campidoglio, il Casale è ancora più abbandonato e degradato che mai. Ci sono passato questo pomeriggio con mio padre e devo dirti che adesso sembra una discarica. Un paio di mesi fa facemmo lo stesso giro e raccontammo in un video del fatto che persone ci vivessero accampate dentro, che probabilmente si avviava a diventare uno di quei luoghi infernali in cui si accumula umanità disperata in condizioni indescrivibili. In effetti anche oggi questo ci è sembrato, abbiamo visto dei carrelli da supermercato pieni di stracci e masserizie, come se qualche disperato senza fissa dimora stesse traslocando in quel posto. Forse ci siamo sbagliati, era solo un passaggio fortuito, qualcuno ha semplicemente abbandonato davanti a quella bella palazzina un po’ di spazzatura…Niente di nuovo dirai tu. Nemmeno per noi che c’eravamo passati anche un paio di mesi fa….

E DEL CASALE DELLE ARTI CHE CI DITE? PER NOI AUTISTICI QUINDI NON ESISTE DIRITTO DI CITTADINANZA?

Non vado avanti sennò sembra che voglia unirmi al solo coro dei tuoi detrattori, a me come ai miei amici cervelli ribelli non interessa denigrare, siamo solo molto affranti dalla sensazione di essere stati ancora una volta presi in giro. Tranquilla, se fosse non sei stata la prima e sicuramente lo faranno altri anche dopo di te. Ci siamo abbastanza abituati e nemmeno siamo capaci di portare rancore, questo è uno dei pochi vantaggi di essere autistici. Almeno però dicci, o facci dire con chiarezza, che quel posto è proprio impossibile che diventi sede di un progetto sociale assolutamente innovativo, di cui avrebbe ricevuto vantaggio il quartiere stesso, la città di Roma, l’autismo italiano in generale. Non esagero,  in quel posto noi avremmo potuto ( e saputo…)  sperimentare e creare un modello replicabile ovunque ci fossero autistici senza speranza di una vita dignitosa.

Dicci infine con chiarezza “NON SI PUO’ FARE!!!”, almeno smetteremo, passandoci davanti, di vedere quelle facce tristi dei nostri genitori che in questo progetto avevano creduto e investito energia e tempo. Cara Sindaca un anno fa si diceva “lo inaugureremo a Natale!” , Poi è passato Natale e anche la Befana. E’ passata Pasqua, è cambiato anche il Governo del Paese, è passato Ferragosto, Halloween, il ponte dei Santi, tra poco festeggiamo il Black Friday, poi verrà di nuovo Natale. Per noi nulla cambierà…. Continueremo a passare per quella strada, conteremo le piante cadute, i vetri rotti, il pattume stratificato…E penseremo alla nostra Sindaca che ci aveva promesso di darci l’opportunità di salvarci la vita. Vuol dire che proveremo a salvarcela con le sole nostre forze…In bocca alla Lupa cara Virginia.

Tommy e gli altri….

da: www.pernoiautistici.com

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