“Avanza il consumo di suolo a Roma e nel Lazio, il tutto nonostante i mutamenti climatici ci facciano fare sempre più i conti con eventi meteorici estremi e rischio idrogeologico, – commenta Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio.
Consumo di Suolo: nel Lazio cementificati 315 ettari nel 2017, come 500 campi da calcio.
A Roma 36 ettari consumati nonostante siano diminuiti gli abitanti
“Avanza il consumo di suolo nonostante eventi meteorici estremi e rischio idrogeologico. Continuare a cementificare e impermeabilizzare il territorio è una follia”
Il 5 dicembre é la Giornata Mondiale del Suolo e, per l’occasione, è stato presentato a Roma il progetto europeo SOIL4LIFE di Legambiente i cui partner sono ISPRA, CIA, Agricoltori Italiani, CCIVIS, Crea, ERSAF, Politecnico di Milano, Comune di Roma, e Zelena Istria. Nell’ambito dell’evento sono stati presentati i dati del consumo di suolo nel Lazio dove, nel 2017 risultano cementificati 315 ettari di territorio, pari a una superficie di circa 500 campi da calcio, a fronte peraltro di una diminuzione del numero di abitanti (-1.431): come se fosse nata una nuova città da 15.000 abitanti, ma vuota. A Roma sono 36 gli ettari consumati (-694 abitanti), nella Città Metropolitana di Roma persi 102 ettari, nella provincia di Frosinone 13 Ha, Latina 20 Ha, Rieti 27 Ha e Viterbo, maglia nera 154 Ha consumati, secondo i dati del Rapporto Consumo di Suolo di ISPRA.
“Avanza il consumo di suolo a Roma e nel Lazio, il tutto nonostante i mutamenti climatici ci facciano fare sempre più i conti con eventi meteorici estremi e rischio idrogeologico, – commenta Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio -. Cementificare e impermeabilizzare il territorio è una follia ingiustificata, tenendo anche presente che diminuiscono i residenti e che ogni questione edificatoria, sia abitativa che non, può e deve essere risolta con la rigenerazione dell’enorme patrimonio di edilizia abbandonata. Nella nostra Regione, dove la quasi totalità dei comuni si trova in aree a rischio idrogeologico e dove gli eventi climatici estremi mettono a dura prova, sempre più di frequente, gli ambienti antropici, c’è bisogno di fermare ogni colata di cemento che consumi nuove superfici: bisogna invece scommettere e investire su parchi urbani in grado di aumentare la resilienza delle città, sulla cura delle aste fluviali e degli ambienti ripariali, sulla rinaturalizzazione delle superfici; è solo così che si gettano le basi per una politica di adattamento al clima che cambia”.
Ufficio Stampa Legambiente Lazio