Straordinario messaggio di “accoglienza” del Segretario del Parlamento siriano per la riapertura a Damasco dell’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti. E’ una impressionante prova di dignità, una boccata d’aria pura in un mondo affaristico, ipocrita e cinico!
Il Parlamento siriano così accoglie gli Emirati sconfitti
Prima di immergermi nel tran-tran delle pubbliche relazioni e nel protocollo di visite, dichiarazioni e sorrisi gelidi, prima di essere invitato a partecipare alla cerimonia organizzata dall’Ambasciata degli Emirati a Damasco, prima che le mie parole prendano in prestito lo zibaldone di un vocabolario insulso, prima di tutto ciò voglio garantire che non dimenticheremo.
Finché vivremo, non dimenticheremo ciò che gli “Emirati” hanno fatto contro la Siria e il suo popolo.
Non dimenticheremo il ruolo degli “Emirati” nella volontà di sopprimere la Siria. Non dimenticheremo che sono stati tra i principali attori dell’aggressione inaudita, che l’hanno finanziata e promossa. Né dimenticheremo come hanno sfigurato il nostro Paese, come hanno partecipato all’uccisione, all’esodo, alla pauperizzazione dei Siriani e come hanno contribuito all’immane devastazione che ci è stata inflitta.
Voi non avete riaperto la vostra Ambasciata a Damasco per favorire l’unità territoriale della Siria, ma per la difesa del vostro trono, scosso dalla sua resistenza, dalla resistenza della sua gente quando avete provato a cancellarla dalla faccia della Terra.
Voi non siete riusciti a prendervi gioco della realtà, perché siete molto più piccoli di quanto pensiate e più insignificanti di quanto pensa il mondo.
I Siriani non dimenticano di aver contribuito alla costruzione e alla protezione degli “Emirati” e di essere tra coloro che hanno sanguinato per farvi crescere. Voi non avete ricambiato rettamente ma, agendo in conformità con la vostra indole, avete operato per la sconfitta e la rovina della loro nazione.
I prossimi giorni ci imporranno qualche messinscena, senza pertanto evitare le conseguenze della nostra resilienza nei vostri confronti, per portarci a scambiare sorrisi e saluti e parole a cui non crediamo, come non crediamo in voi.
Parleremo a lungo di fraternità e di arabismo, consapevoli dei pugnali nascosti nelle vostre abbaye.
Parleremo del vostro sostegno alla Siria nella sua disgrazia, consapevoli che essa ha potuto compiersi mediante la vostra attitudine, il vostro contributo e il vostro odio sempre acceso.
A voi, insignificanti e servili, non diamo il benvenuto.
Il sangue dei nostri martiri non tollera la vostra presenza, ma gli interessi della gente di Siria e della gente degli “Emirati” ci impongono di compiere la nostra vittoria su di voi, sulla vostra cupidigia e sul vostro odio attraverso la vostra Ambasciata, per i nostri popoli negli “Emirati” e a Damasco.
Sì, un’Ambasciata per il popolo degli “Emirati” e non per i “regimi politici arabi” che sono stati una spada alzata contro Damasco quando l’universo si aggregava per bagnare di sangue e distruggere la Siria.
Khaled al-Abboud
Segretario del Parlamento siriano
27/12/2018