“Fermiamoci”

“Vi prego, fermiamo tutto ciò che stiamo facendo a scuola o dove ci troviamo per un’ora e dedichiamo del tempo a due ragazzi che ci interpellano con urgenza. I due hanno la stessa età ma vengono dagli antipodi del nostro pianeta – scrive Franco Lorenzoni […]”.

 

NEWSLETTER DI COMUNE      

 

FERMIAMOCI

“Vi prego, fermiamo tutto ciò che stiamo facendo a scuola o dove ci troviamo per un’ora e dedichiamo del tempo a due ragazzi che ci interpellano con urgenza. I due hanno la stessa età ma vengono dagli antipodi del nostro pianeta – scrive Franco Lorenzoni – Lei dal nord, dalla Svezia… lui dal sud, dal Mali… Lei possiede la parola… lui è senza parole… Lei ha un nome, si chiama Greta ed è viva, lui non ha un nome ed è morto quattro anni fa, nel più spaventoso naufragio avvenuto nel Mediterraneo dalla seconda guerra mondiale… Greta e il ragazzo senza nome del Mali hanno qualcosa in comune che ci costringe a pensare… Sta a noi fare un passo indietro, renderci conto delle nostre incapacità, darci il tempo di ascoltare ciò che ci dicono questi ragazzi e provare a d accogliere il loro punto di vista…”. Già, fermiamoci, fermiamoci, fermiamoci….
FRANCO LORENZONI
 

GLI ZAPATISTI NON SONO SOLI
Ve lo dico in modo chiaro, compagne e compagni, siamo soli come venticinque anni fa. Le parole pronunciate dal Subcomandante Insurgente Moisés in occasione del 25esimo anniversario dell’insurrezione dell’Ezln vanno dritte al cuore. Non potevano non scuotere in profondità quanti, in ogni angolo del mondo, hanno sentito risuonare in molti e diversi modi l’esperienza zapatista in ognuna delle proprie piccole e grandi lotte contro un sistema che umilia la dignità delle persone, le sottomette al dominio delle cose e spinge a velocità inaudita il pianeta verso l’auto-distruzione della vita. La gravità delle minacce che pesano in questo momento sui territori autonomi del Chiapas e sulle popolazioni indigene (del Messico e non solo) viene espressa in modo inequivocabile. La risonanza planetaria di quel grido è evidente. La lettera aperta che segue, scritta in risposta a quel grido, non può che essere un impegno maledettamente serio. Lo si evince facilmente dalla pluralità e dalla rilevanza culturale e politica delle firme in calce (a cui si unisce, com’è ovvio, anche quella della redazione di Comune), ma soprattutto da una solennità rara quanto scevra di retorica. Nessuna distrazione ci sarà consentita, perché l’affermazione di mondi nuovi, perfino in questo ingrigito e irriconoscibile pezzetto d’Europa, non può fare a meno degli zapatisti. Quella realizzata in Chiapas è un’esperienza che mai ha mirato alla conquista del potere e mai s’è posta come insegnamento o modello planetario ma, forse in primo luogo proprio per questo, resta essenziale per nutrire e coltivare la ribellione al destino che i potenti del mondo hanno disegnato per noi e per la speranza di rovesciarlo prima che sia tardi
AA.VV.

ANCORA NAUFRAGI
Sembra ormai inutile richiamare il diritto internazionale che impone agli stati l’obbligo di salvataggio in mare. Un’imponente macchina mediatica ha sovvertito il senso comune e trasformato i soccorritori in colpevoli, legittimando chi si rifiuta o ritarda gli interventi di ricerca e salvataggio in acque internazionali, come accaduto il 18 gennaio. “Le Ong che salvano vite in mare secondo il ministro, e vicepresidente del Consiglio, aiuterebbero i trafficanti – scrive Fulvio Vassallo – L’unico modo per non aiutarli resta voltare la testa da un’altra parte, fare annegare ancora centinaia di persone, senza che ne rimanga traccia, e vantare così la riduzione degli arrivi in Italia e la fine della pacchia per Ong e operatori della solidarietà…”. Per questo abbiamo bisogno di Ong e sindaci che disobbediscono, di collettivi che promuovono solidarietà e incontri nei territori, di spazi di comunicazione indipendente che non smettono di raccontare
FULVIO VASSALLO

MILLIMETRI
«“Non arretrerò di un millimetro”, ripete, dopo avere intuito che non c’è in vista qualcuno più nerboruto di lui. E per mostrare i muscoli ai suoi seguaci, l’infame si mette in posa davanti al suo trofeo. Non quello, intendiamoci, di un euro-plutocrate, ma di un uomo ammanettato…. Applaudono tutt’intorno i miserabili, ignari della tempesta che sta arrivando…. »
FRANCO BERARDI BIFO

CONTE: 24 ORE NELLE CASERME DEL SAHEL
La pista italiana per spostare più a sud le trincee europee contro l’avanzata dei migranti, in Niger, l’aveva aperta Paolo Gentiloni, ancora ministro degli esteri del governo Renzi. Era andato a Niamey a promettere un serio addestramento per i cacciatori di migranti, soldi per lo “sviluppo” e l’avvio di una missione italiana, il cui primo contingente era poi finito, privo di armi e munizioni, in una ospitale base Usa. A settembre, però, la ministra Trenta ha annunciato il via libero definitivo alla vera missione italiana. Ora Conte è andato a dire che “quello di contrastare alla radice i flussi migratori” per l’Italia sarà un impegno serio, malgrado la gelosia dei francesi, impegnati con ben altri mezzi a pr esidiare le “loro” miniere di uranio. Sì, perché, come ha confermato il nostro cordiale premier, l’Europa non è interessata solo a spostare a sud le sue frontiere e a difendere la pace con la guerra, ma anche a migliorare la vita dei contadini, dei giovani e delle donne. A fare del Niger, insomma, non solo una caserma europea ma anche un avamposto dello sviluppo, che sappia difendere la pace con la guerra e rafforzi, attraverso i soliti aiuti disinteressati, la democratica governance locale e soprattutto l’ignoranza, che è sempre forza. Come insegnano al ministero della verità
MAURO ARMANINO

IL MONDO ALL’INCONTRARIO
Il gip di Locri ha respinto l’istanza con cui i difensori di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, avevano chiesto di sospendere l’assurdo provvedimento che lo obbliga a stare lontano dal borgo. Ha ragione Livio Pepino: oggi ci sono tutte le premesse per trasformare la vicenda giudiziaria di Mimmo Lucano in una riedizione del processo a Danilo Dolci, arrestato mentre guidava alcuni braccianti a lavorare in una strada abbandonata all’incuria, o del processo contro don Milani accusato di diserzione e incitamento alla disobbedienza militare…
LIVIO PEPINO

LE GRANDI OPERE E LA TRAPPOLA DEL DEBITO
È significativo come l’alto debito pubblico, agitato dai governi ogni volta che si tratti di fermare una rivendicazione di lavoro, reddito e servizi, sia invece completamente rimosso quando si parla di grandi opere
MARCO BERSANI

IL TG CHE CAMBIERÀ LA STORIA DEL TAV
Sono stati scavati 25 chilometri di Tav, il progetto è innovativo sotto molti punti di vista, la tratta della Val di Susa unirebbe il corridoio da Lisbona a Kiev, fermare la Tav comporterebbe il pagamento di penali immense. Quali di queste affermazioni è una bufala, anzi come dicono quelli bravi, una fakenews? La risposta sorprenderà molti: per conoscerla basta seguire questo breve e brillante tg
GUARDA IL TG

LA POVERTÀ DI QUELLI CHE LAVORANO
Per chi compila le statistiche, il lavoro povero non è automaticamente sinonimo di vita in povertà, ma in Italia più di un occupato ogni dieci vive senza un reddito dignitoso. Per convenzione, si definisce lavoratore povero chiunque guadagni meno di 15.000 euro l’anno. Quanti siano con esattezza è difficile dirlo. Secondo il Cnel sono 5 milioni e 247mila, il 31 per cento di tutti gli occupati. Ma dai dati Istat relativi alle dichiarazioni dei redditi se ne ricava che sono quasi 11 milioni, il 40 per cento di tutti i percettori di reddito da lavoro. Secondo i calcoli dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, poi, i lavoratori vulnerabili, ossia precari, malpagati e in situazioni a rischio, nel mondo sono quasi un miliardo e mezzo, i l 42 per cento di tutti gli occupati. La vera novità è che ora i working poors abitano anche fra noi. I loro tratti distintivi sono paghe basse, discontinuità, scarse ore di lavoro e, a seconda che si prenda in considerazione un solo criterio o la combinazione di più elementi, si ottengono risultati diversi sul numero dei working poors di casa nostra
FRANCESCO GESUALDI
 

CONTROINSURREZIONE PROGRESSISTA
Troppe semplificazioni (a esser generosi) sono state scritte in questi giorni sul centesimo anniversario dell’assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Se resta comunque indiscutibile quanto la teoria della rivoluzione del Novecento debba all’azione coraggiosa e al pensiero appassionato di quella straordinaria donna polacca (in relazione alle lotte di fabbrica italiane del ’69, si può leggere qui la tesi di laurea di Claudio Sabattini appena eletto segretario della Fiom bolognese), a cominciare dalla critica alla teoria leniniana della coscienza esterna da portare alla classe che ne sarebbe priva, vale la pena certo di soffermarsi sulle responsabilità storiche dei suoi assassini. Raúl Zibechi lo fa in questo breve articolo ipotizzando l’ardita possibilità di un confronto, al di là di ogni contesto storico, tra la socialdemocrazia tedesca che condanna a morte l’eresia spartachista e alcuni governi “progressisti” latinoamericani di questi anni. La chiave interpretativa più interessante non sta tanto nella violenza repressiva degli attuali governi dell’Ecuador o del Nicaragua, che forse potrebbero reggere il rischioso confronto, ma nelle conseguenze dell’occupazione dell’apparato dello Stato. Che possono prevedere, ad esempio, la perversa coesistenza tra le politiche di protezione sociale e la necessità di distruggere, con ogni mezzo, una conflittualità sociale giudicata intollerabile ostacolo a fini “superiori”
RAÚL ZIBECHI
 

QUEL TRATTATO VA ARCHIVIATO
Ricordate il Ttip, il trattato di liberalizzazione degli scambi e delle regole di produzione e distribuzione tra Europa e Usa? Sembrava morto, grazie anche alla campagna internazionale Stop Ttip: in realtà la Commissione Ue continua a trattare con gli Stati Uniti di Trump: agricoltura, Ogm, ma anche software, film, musica… tutto è soltanto merce
MONICA DI SISTO

ALLE FIGLIE. ALLE DONNE. NON ABBIATE PAURA
“Non abbiate paura. Di sentire. Il dolore, ad esempio. E portarlo fino in fondo. Anche quando vi dicono che state distruggendo. Probabilmente state ricostruendo… Non abbiate paura. Di guardare. Le ferite… Non abbiate paura. Di determinare. Il cambiamento… L’unica paura che dovrete avere è di chi ha la certezza delle risposte. Chi crede di sapere chi siete. Quello che provate. Dove finirete…”
PENNY

ADDESTRAMENTO
Due storie di violenza, umiliazioni, stupidità. Due storie di vita quotidiana di adolescenti, tra mestruazioni, regolamenti scolastici, tessere-bagno (?!), aggressioni fisiche, spettacolarizzazione della sofferenza e della paura. Due storie di addestramento. Scrive Maria G. Di Rienzo: “L’addestramento comincia presto. Fa a pezzi la tua vita e ti costringe a buttare energie nella guarigione e nella ricostruzione di prospettive. Ma in che altro modo sapresti cosa significa veramente essere femmina?…”
MARIA G. DI RIENZO

MATURITÀ O EREDITÀ?
Il nuovo esame di stato rafforza la didattica per competenze come unica e legittima religione da venerare, contrapponendola a quella per contenuti. Lo scenario di fondo resta la modernità fondata su competizione e individualismo, consumo e obbedienza, mercato e tecnologia. Agli insegnanti non resta che trasformarsi in somministratori di test, agli studenti in passivi spettatori di un grigio presente. “I docenti-intrattenitori modello Amadeus faranno le domande agli studenti-concorrenti della nuova maturità modello L’Eredità… – scrive Matteo Saudino, insegnante di filosofia – Serve un sussulto… per dire che la scuola deve essere una comunità circolare, aperta e inclusiva, nella quale insegnanti e studenti, ognuno con le pr oprie specifiche responsabilità, crescono insieme come persone e cittadini…”
MATTEO SAUDINO
 

IL GREMBIULE COPRE
“Il grembiule copre le differenze. Copre le mancanze. Copre gli insegnanti di sostegno che sono stati tagliati. Come se la disabilità fosse un peso. Copre i finanziamenti che non ci sono. Ogni anno di più. Copre il volontariato dei genitori che tengono in piedi le nostre scuole. Non so come faremo senza di loro! Copre i muri scrostati, le aule squallide.,,, Parliamo del grembiule. Così non parliamo del resto…. “
C.P.

CONTINUATE A FARE I GENEROSI
Il treno parte, noto è il binario e sconosciuta la prossima fermata, mi affaccio al finestrino e spero di non essere dentro a una scena del film “Amici miei”. Se mai lo fossi, continuate a fare i generosi: menate con dolcezza, meglio gli schiaffi vostri dei baci, avvelenati, del potere. Aveva scritto così al momento di lasciare la “bottega”, il blog straordinario di un nostro compagno di sempre, Daniele Barbieri. Che ricorda tra le lacrime Marco Peressi, Mark Adin, per i lettori, uno, un altro di quelli cresciuti nella rabbia insostenibile verso l’ingiustizia che ci insegnano a restare umani, sempre. Per lui, come per quelli che ci hanno provato davvero a cambiare il mondo, la sconfitta non era disonore né vergogna. Marco non muore per &l dquo;il destino”, scrive Daniele, perché a ogni morte di cancro dobbiamo ricordarci che la responsabilità – in misura minore o maggiore – è sempre dei padroni del mondo: sono loro ad avvelenarci ogni giorno
DANIELE BARBIERI
 

PEZZETTINI TUTTO L’ANNO
Quando metti su una festa della lettura ti accompagna sempre la convinzione che è bello e importante coltivare la passione per lettura con i più giovani. Poi però il viaggio diventa imprevedibile, scopri quanto la lettura possa essere un ingrediente prezioso per ricomporre le comunità, imparare ad osare, abbattere muri, scoprire giardini segreti anche dove sembra esserci solo asfalto. Tutto pronto per “Pezzettini – Festa della lettura” a Tor Pignattara, Roma. “C’è posto per tutti e tutte – scrive Patrizia Sentinelli – perché quando leggiamo insieme lo spazio si dilata…”
PATRIZIA SENTINELLI

 

 

RIBELLARSI FACENDO, APPUNTAMENTI CONSIGLIATI:

23 GENNAIO, ROMA IL CUCI-STORIE
Laboratorio creativo di cucito a Casetta rossa

23 GENNAIO, GENOVA INCONTRO CON L’EQUIPAGGIO DI MEDITERRANEA
Aperitivo e presentazione del progetto

24 GENNAIO, TRENTO PROLETKULT
Il nuovo libro di Wu Ming

21/26 GENNAIO, ROMA PEZZETTINI, FESTA DEL LIBRO
Gli appuntamenti promossi da Altra Mente

26 GENNAIO, BARI YEMEN, UNA GUERRA DIMENTICATA
Incontro, proiezioni e cena a Bread&Roses

26 GENNAIO, ROMA VERSO LA MANIFESTAZIONE CONTRO LE GRANDI OPERE
Assemblea alla Sapienza (ore 13,30)

26 GENNAIO, AVIGLIANA/TO CONTRO LA LEGGE “SICUREZZA”
Manifestazione con i migranti in Val di Susa

FINO AL 2 FEBBRAIO, ROMA GIOCA LA MOSTRA
Visite alla mostra Libri per bambini con il culto dell’immagine

 

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