“Il governo dirà di sì all’acquisto degli F-35, ma rimodulato”

La ministra della Difesa ha annunciato un ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan. Ma è solo un’annuncio a cui è seguito un commento del Ministero degli esteri che ha dichiarato di non essere al corrente della cosa.

 

“Il governo dirà di sì all’acquisto degli F-35, ma rimodulato”, si legge sull’agenzia stampa AGI

Disco verde per gli F-35. “Gli Stati Uniti sanno di poter fare affidamento della nostra parola”

Viaggio negli USA del sottosegretario pentastellato Tofalo che sugli F-35 ha avuto la delega dalla ministra della Difesa. In totale saranno novanta, nonostante Di Maio dica che sono “una spesa inutile”
 
 

La ministra della Difesa ha annunciato un ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan. Ma è solo un’annuncio a cui è seguito un commento del Ministero degli esteri che ha dichiarato di non essere al corrente della cosa.

 
A ben vedere l’inesistente ritiro dall’Afghanistan è servito a spostare l’attenzione dal viaggio negli USA del sottosegretario pentastellato alla Difesa Angelo Tofalo che sugli F-35 ha avuto la delega dalla ministra della Difesa.
 
“Il governo dirà di sì all’acquisto degli F-35, ma rimodulato”, si legge sull’agenzia stampa AGI.
 
La decisione di acquistarli è del tutto scontata, in quanto deriva dall’accordo fra Conte e Trump. Se l’Italia facesse marcia indietro sugli F-35 si farebbe sentire la voce di Trump.

 
“I novanta F-35 sono destinati a sostituire gli AV-8 Harrier, i Tornado Panavia e gli AMX in dotazione all’Aeronautica ed alla Marina italiana. Il governo dovrebbe quindi puntare al rallentamento delle acquisizioni dei velivoli di quinta generazione ma senza prevedere alcuna riduzione della flotta”.
 
Tofalo ha citato anche l’articolo 52 della Costituzione secondo il quale “la difesa della Patria” è “un sacro dovere del cittadino”, aggiungendo: “Gli Stati Uniti sanno di poter fare affidamento della nostra parola”.

 
Una dichiarazione che contrasta con il sottosegretario pentastellato che invece è andato negli Stati Uniti per garantire l’affidabilità del governo sugli impegni presi a livello strategico-militare.
Come per l’ILVA, anche sugli F-35 il M5s fa il doppio gioco, dicendo una cosa e facendone un’altra. Infatti il pentastellato Tofalo, che ha in mano il dossier F-35 e la delega del ministero della Difesa, ha detto: “F-35 ha un’ottima tecnologia, non possiamo rinunciare”.
 
Ma che siano un’ottima tecnologia è tutto da vedere. Infatti Peter Goon, un esperto del settore militare, ha dichiarato: “La strategia di marketing è stata ideata per consentire di derubare i contribuenti delle nazioni occidentali per i prossimi 50 anni. L’aereo è strutturato per fare in modo che gli acquirenti siano costretti a rivolgersi alla casa costruttrice per qualunque eventuale modifica”.
 
Ultima annotazione tecnica: gli F-35 sono tozzi e piatti come delle padelle (devono atterrare verticalmente sulle portaerei), non sono veloci e sono poco manovrabili nel combattimento aereo. Non sono quindi adatti alla difesa aerea. Per essere multiruolo e contemplare azioni di “attacco invisibile”, anche con armi atomiche, sono risultati frutto di un costoso compromesso tecnico che è andato a tutto svantaggio del ruolo di difesa aerea che deve contare sulla dote fondamentale della velocità. Gli F-35 sono risultati pieni di difetti, tanto che lo stesso Pentagono nel 2017 li ha definiti “inutilizzabili e pericolosi”. Le nazioni che li acquisteranno è prevedibile che si lamenteranno dei limiti. E dovranno sborsare milioni di euro per gli aggiornamenti. Peter Goon è stato facile profeta.

 

1 febbraio 2019

Alessandro Marescotti
 
 
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