Parte un appello con primo firmatario Alex Zanotelli che individua nel supporto al 4 aprile, giornata di lotta internazionale contro le basi USA e NATO, lanciata da una conferenza globale a Dublino, svoltasi nel novembre scorso, una occasione di crescita politica ed organizzativa dell’intero movimento ecopacifista.
GLI USA STRACCIANO L’INF: DAL 2 FEBBRAIO POTRANNO TORNARE IN EUROPA GLI EUROMISSILI. MA IL MOVIMENTO DISARMISTA NON DEVE MOLLARE. UN APPELLO PER IL 4 APRILE CONTRO LE BASI NATO CON PRIMO FIRMATARIO ALEX ZANOTELLI
Parte un appello con primo firmatario Alex Zanotelli che individua nel supporto al 4 aprile, giornata di lotta internazionale contro le basi USA e NATO, lanciata da una conferenza globale a Dublino, svoltasi nel novembre scorso (si vada su: https://nousnatobases.org), una occasione di crescita politica ed organizzativa dell’intero movimento ecopacifista.
L’appello esorta ogni realtà a fare propria questa scadenza e a unirsi per informare in modo diffuso la popolazione: occorre chiedere insieme le ragioni per cui, in Italia, il governo emerso dalle elezioni del 4 marzo, stando ad una analisi dei fatti scevra da ogni pregiudizio, attua una politica in perfetta continuità con quelli precedenti del PD e di Forza Italia.
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Gli Usa per bocca del segretario di stato americano, Mike Pompeo hanno appena annunciato il ritiro dallo storico trattato INF: firmato da Reagan e Gorbachev nel 1987, l’accordo bilaterale con la Russia proibisce armi nucleari di medio raggio (dai 500 ai 5.500 km) basate a terra. “La Russia ha violato per anni senza scrupoli il trattato e non ha mostrato alcun serio impegno nel volerlo rispettare”, ha detto Pompeo precisando che “gli Usa sono comunque pronti a un nuovo accordo con Mosca entro sei mesi”.
E’ il tempo del processo di ritiro che potrà essere interrotto dalla distruzione da parte russa dei missili contestati dagli USA.
La Casa Bianca ha quindi fatto sapere che nel frattempo gli Usa proseguiranno “con lo sviluppo delle nostre opzioni di risposta militare” e lavoreranno “con la Nato e i nostri alleati e partner per negare alla Russia ogni vantaggio militare derivante dalla sua condotta illegale”.
La NATO, da parte sua, in una nota ufficiale sottolinea che se Mosca “non onora i suoi obblighi del Trattato INF attraverso la distruzione verificabile di tutti i suoi sistemi missilistici 9M729, ritornando così alla piena e verificabile conformità prima che il ritiro degli Stati Uniti entri in vigore tra sei mesi, si assumerà la piena responsabilità della fine del trattato”.
La Russia nega le violazioni e sostiene che la mossa USA faccia parte di un piano per “uscire dai loro obblighi legali internazionali”. Il ritiro statunitense non sarebbe questione di “colpa russa”, ma di una ben precisa “strategia”. Mosca ha esplicitato i timori anche per il New START, la riduzione dei missili strategici firmata a Praga l’8 aprile 2010 da Barack Obama e Dmitri Medvedev. Questo patto potrebbe semplicemente scadere il 5 febbraio del 2021 perché semplicemente non prorogato.
Intanto Trump ha aperto all’ipotesi di un nuovo trattato per il controllo delle armi nucleari intermedie ma coinvolgendo altri Paesi, a partire dalla Cina. “Bisogna che tutti aderiscano mentre ora c’è una parte che quasi fa finta che non esista”, ha dichiarato alla stampa con riferimento a Pechino.
La Germania ha espresso preoccupazione: “Senza il trattato ci sarà meno sicurezza“, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, parlando a Bucarest al termine della riunione delle diplomazie del continente. “Il trattato INF è stato violato dalla Russia e gli appelli lanciati negli ultimi 60 giorni per più trasparenza e più informazione non hanno dato risultati”, ha aggiunto Maas, che nelle ultime settimane ha fatto la spola tra Mosca e Washington, per tentare di salvare l’intesa: “E’ importante riportare il tema del disarmo e del controllo internazionale delle armi nell’agenda globale – ha spiegato ancora – includendo nel dibattito anche altri Paesi come la Cina, per questo motivo a marzo organizzeremo una conferenza sul disarmo a Berlino, dove la discussione verterà su nuovi tipi di armamenti”.
Una posizione interessante e’ quella dell’Austria in quanto Paese non appartenente alla NATO (ma si tratta di un partner).“La corsa agli armamenti non solo aumenterebbe i rischi, ma costa anche un’enorme quantità di denaro che potrebbe essere utilizzata altrove”, ha dichiarato la ministra austriaca degli esteri Karin Kneissl. La richiesta di Vienna è di affrontare la questione nei forum internazionali per il disarmo. “Non sono cose che saranno negoziate in cinque o otto anni come un accordo di libero scambio”, ha avvertito Kneissl, una soluzione potrebbe “richiedere fino a trent’anni“.
Poco prima dell’annuncio di Pompeo l’Unione europea aveva fatto sentire la propria voce tramite Federica Mogherini: “I Paesi dell’Ue non sono parte del trattato, ma sono quelli che maggiormente ne beneficiano. – ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera – Rivolgiamo il nostro appello affinché il Trattato sia preservato e rispettato in pieno da entrambe le parti”. Questo trattato è importante per la nostra “sicurezza. Non vogliamo che il nostro continente torni ad essere un campo di battaglia in cui altre superpotenze si affrontano, questo appartiene alla storia del passato remoto, e non vogliamo neppure valutare un percorso all’indietro su questo cammino”.
Sul sito della Presidenza del Consiglio al momento non registriamo reazioni. Il ministro degli esteri Moavero Milanesi è in Romania e pare si stia occupando delle relazioni della UE con la Cina. Ma dovrebbe essere noto che su certi argomenti per conto dell’Italia, seppur terremotata politicamente e passata al Salvimaio, pensa e parla la NATO!
Diventa facile allora scommettere sulla posizione che verrà fuori dal nostro governo: “I russi hanno torto ed hanno violato l’INF, ma auspichiamo che in questi 6 mesi le cose possano tornare a posto” (ovviamente lasciando gli americani a guidare le danze).
Il movimento disarmista degli Anni 80 ebbe sicuramente un ruolo decisivo nell’indurre Reagan e Gorbachev a firmare il Patto del 1987, che come prima conseguenza ha avuto la riduzione di 2300 armi nucleari da Paesi europei come Italia e Germania. Ma a sensibilizzare i due capi di Stato fu anche e forse soprattutto il rischio corso dalle superpotenze due volte nel 1983 di una guerra nucleare per errore. La prima fu sventata dal colonnello Stanislav Petrov in settembre: il militare si accorse che un attacco missilistico contro Mosca era in realtà un errore dei computer della base di sorveglianza. La seconda, in novembre, fu la spiata di un agente britannico infiltrato nel KGB:”Sospendete l’esercitazione NATO Able Archer che i russi stanno scambiando per un attacco vero!”. (Documentarsi su: La follia del nucleare come uscirne, Mimesis edizioni, 2018).
Il movimento disarmista odierno, per lo più organizzato nella Rete ICAN (www.icanw.org), premio Nobel per la pace, è impegnato per l’applicazione del nuovo trattato per la proibizione giuridica delle armi nucleari, approvato il 7 luglio 2017 all’Onu. Il Trattato entrerà in vigore dopo la ratifica di 50 Stati (attualmente siamo solo a quota 21), ma ha di fatto una funzione più di “stigmatizzazione” che di effettiva eliminazione delle armi nucleari. Altri passi diplomatici e di mobilitazione politica sono sicuramente necessari per raggiungere il risultato veramente decisivo del disarmo nucleare.
Gli stessi dirigenti di ICAN propongono il TPAN come “stimolo” al Trattato di Non Proliferazione e dichiarano di contenere le proprie ambizioni quando, sul loro sito istituzionale, guardano esplicitamente al modello del Trattato sulle mine antipersona, la cui efficacia pratica è però molto dubbia e limitata.
Milano 2 febbraio 2019
PER SOTTOSCRIVERE L’APPELLO ON LINE:
https://www.petizioni24.com/4_aprile_contro_gli_euromissili
Primi firmatari dell’appello:
Alex Zanotelli – missionario comboniano
Alfonso Navarra -www.disarmistiesigenti.org
Giuseppe Padovano (Comitato No Guerra No NATO)
Giovanna Pagani – Antonia Sani (WILPF Italia)
Vincenzo Miliucci (Confederazione COBAS)
Enrico Gagliano (Abruzzo Beni Comuni)
Alessandro Marescotti (Peacelink)
Luigi Mosca – Armes Nuclèaires STOP
Franco Dinelli (Pax Christi)
Lidia Menapace (ANPI nazionale)
Antonio Mazzeo – Alfonso Di Stefano (Coordinamento No MUOS)
Francesco Lo Cascio (MIR Italia)
Ennio La Malfa – Oliviero Sorbini (Academia Kronos)
Giuseppe Farinella (Il Sole di Parigi)
Laura Tussi – Fabrizio Cracolici – Campagna Siamo tutti premi Nobel per la pace con ICAN
Giuseppe Natale –
Giovanni Sarubbi (il Dialogo)
Adriano Ciccioni (Città Verde)
Massimo Aliprandini (Lega Obiettori di Coscienza)
Giuseppe Marazzi (Campagna OSM-DPN)
Angelo Gaccione (Odissea)
Marino Severini (Gang)
Renato Franchi (Orchestrina del Suonatore Jones)
Claudia Pinelli – Silvia Pinelli
Tiziana Pesce
Daniele Biacchessi
Tiziano Cardosi
Patrick Boylan – Marco Palombo (Roma No War)
Vittorio Agnoletto
Filippo Bianchetti –
Roberto Maggetto – Ciclo Officina Popolare Venezia
Angelo Baracca
Jeff Hoffman
Fabio Strazzeri