Il Venezuela è un paese vittima della politica interventista che ha caratterizzato il governo degli Stati Uniti (USA), un atteggiamento esacerbato dall’arrivo di Hugo Chávez al potere, nel 1999.
Venezuela, un paese assediato dall’imperialismo (Cronologia)
Il Venezuela è un paese vittima della politica interventista che ha caratterizzato il governo degli Stati Uniti (USA), un atteggiamento esacerbato dall’arrivo di Hugo Chávez al potere, nel 1999.
Dopo la vittoria di Nicolás Maduro, nel 2012, la politica imperialista ha iniziato a infilzare le sue lance contro la Rivoluzione Bolivariana. Vi invitiamo quindi a conoscere la cronologia degli assalti del governo degli Stati Uniti contro il Venezuela.
2015
Febbraio: il capo dello stato Nicolás Maduro denuncia che ufficiali dell’aviazione dell’esercito hanno ricevuto finanziamenti da funzionari del governo degli Stati Uniti per effettuare un colpo di Stato in Venezuela, che sarebbe stato sviluppato in più fasi.
Marzo: il presidente americano Barack Obama annuncia nuove sanzioni contro il Venezuela, per presunte violazioni dei diritti umani.
Più tardi, Obama dichiara uno scenario di “emergenza nazionale” a causa del “rischio straordinario” che la situazione del Venezuela pone per la sicurezza degli Stati Uniti.
Aprile: Il governo venezuelano invia una lettera al Country Manager della società statunitense Exxon Mobil, Jeff Simon, ribadendo il suo rifiuto verso le intenzioni della società di non voler rispettare gli obblighi bilaterali sottoscritti tra la Repubblica Cooperativa di Guyana e il Venezuela.
Giugno: il capo del Comando Sud degli Stati Uniti, John Kelly, mette in dubbio la volontà del governo venezuelano di combattere il traffico di droga.
Agosto: il funzionario del Dipartimento di Stato americano, Mark C. Toner, fa riferimento alla politica elettorale del Venezuela. Chiede di revocare il veto imposto a diversi oppositori di partecipare alle elezioni parlamentari. Esorta il governo venezuelano a consentire un’osservazione elettorale.
Settembre: Il Segretario di Stato, John Kerry, critica le azioni della giustizia venezuelana, nel caso del leader politico della destra, Leopoldo Lopez, interferendo ancora una volta negli affari interni del paese.
La Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani (CIDH) pubblica un rapporto in cui “denuncia” la presunta crisi umanitaria e violazione dei diritti di colombiani deportati dalle autorità venezuelane.
Ottobre: ??John Kerry, Segretario di Stato degli Stati Uniti, afferma che la democrazia del Venezuela è “imperfetta”.
Novembre: il Venezuela denuncia una violazione del suo spazio aereo da parte di un aereo dell’intelligence statunitense decollato dalla base aerea di Curaçao.
2016
Marzo: il presidente Obama estende per un anno l’ordine esecutivo che considera il Venezuela una “minaccia inusuale e straordinaria”.
Maggio: Il Segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Luis Almagro, chiede l’attivazione della procedura per applicare la Carta Democratica dell’organismo contro il Venezuela, per la quale presenta una relazione di 132 pagine, per “far fronte all’alterazione dell’ordine costituzionale” in Venezuela.
Giugno: si svolge la riunione del Consiglio Permanente dell’OSA, in cui viene espressp sostegno al dialogo accompagnato dall’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) tra il governo e l’opposizione in Venezuela.
Successivamente, il governo venezuelano denuncia che l’opposizione venezuelana e Luis Almagro vogliono realizzare un “golpe blando” promosso dall’estero attraverso la manipolazione delle informazioni, la mobilitazione e la violenza.
2017
Gennaio: viene rinnovato il decreto che dichiara il Venezuela una “minaccia inusuale e straordinaria” per la sicurezza interna degli Stati Uniti.
Febbraio: il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sanziona il Vicepresidente esecutivo venezuelano, Tareck El Aissami, attraverso l’Office of Foreign Assets Control (OFAC).
Su questa stessa linea, il Senato degli Stati Uniti emana una risoluzione a sostegno del Segretario generale dell’OSA, Luis Almagro, per l’applicazione della Carta democratica interamericana contro il Venezuela.
Marzo: il sottosegretario statunitense per la lotta al narcotraffico, William Brownfield, pubblica un rapporto che attacca le politiche anti-droga del Venezuela. Il giorno seguente, il Dipartimento di Stato ignora i progressi del paese sudamericano in termini di garanzia dei diritti umani nel suo rapporto sui diritti umani del 2016.
Aprile: Kurt Tidd, capo dell’US Southern Command, afferma che la situazione in Venezuela “potrebbe finire per richiedere una risposta a livello regionale”, circostanza segnalata dal governo venezuelano come “azione interventista”.
Giugno: L’ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Nikki Haley, invoca “azioni” in Venezuela, sostenendo che il popolo del paese sudamericano “sta patendo la fame, mentre il governo calpesta la democrazia”.
Luglio: il governo statunitense sanziona 13 funzionari venezuelani, ex funzionari e militari, nel tentativo di intervenire nella politica locale e impedire l’elezione dei candidati per l’Assemblea Nazionale Costituente. Successivamente, procedono a sanzionare il presidente Nicolás Maduro.
Agosto: Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti minaccia direttamente il Venezuela, affermando che vi siano “molte opzioni per il Venezuela, tra cui una possibile opzione militare, se necessario.” Queste dichiarazioni sono respinte dal governo venezuelano e da una larga parte della comunità internazionale.
2018
Marzo: Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, estende le sanzioni interventiste contro il Venezuela, rinnovando il decreto che dichiara il Venezuela “una minaccia inusuale” per il suo paese.
Giugno: il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, in visita in Argentina, Brasile, Colombia, Perù e Panama, paesi in cui i marines sono entrati all’inizio dell’anno. Tra i temi centrali della visita del funzionario americano in Sud America c’è, ancora una volta, il Venezuela.
Agosto: un attentato viene eseguito contro il presidente venezuelano, Nicolás Maduro. Le indagini puntano ad appurare il finanziamento del terrorismo dagli Stati Uniti.
Settembre: Gli Stati Uniti annunciano l’organizzazione di una riunione informale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) sulla situazione in Venezuela, un formato già utilizzato nel 2017.
Il quotidiano americano New York Times rivela una serie di incontri tenutisi nel 2017 e nel 2018, tra funzionari del governo degli Stati Uniti e un gruppo di dissidenti militari venezuelani contro Nicolás Maduro e la Rivoluzione Bolivariana, il cui obiettivo era negoziare un possibile aiuto da parte dell’amministrazione Trump per rovesciare il presidente del Venezuela.
D’altra parte, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti (USA), emette misure coercitive contro la prima combattente Cilia Flores; il vicepresidente esecutivo, Delcy Rodríguez; il ministro della Difesa, Vladimir Padrino López e il ministro della comunicazione e dell’informazione, Jorge Rodríguez, tra gli altri funzionari.
Novembre: l’amministrazione Trump emana un decreto esecutivo che estende le sanzioni contro l’economia e la popolazione venezuelane, accordando ai Segretari di Stato e al Tesoro il diritto di confiscare proprietà di coloro che operano nel settore dell’oro venezuelano.
2019
Gennaio: il 23 gennaio, dopo che il presidente dell’Assemblea Nazionale in stato di oltraggio, Juan Guaidó si è autoproclamato presidente incaricato del Venezuela, Donald Trump lo riconosce, assumendo nuovamente una posizione interventista contro la sovranità del Venezuela.
Successivamente, il Segretario di Stato degli USA, Mike Pompeo, esorta il presidente Nicolás Maduro a dimettersi, fatto che costituisce una flagrante violazione della Costituzione della Repubblica.
Gli Stati Uniti chiedono una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per discutere della crisi in Venezuela, dove il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Mike Pompeo, esprta i membri dell’organismo multilaterale a scegliere “una parte”.
D’altra parte, attraverso un’azione di blocco finanziario, il governo degli Stati Uniti procede attraverso la Casa Bianca in collaborazione con il Segretariato del Tesoro statunitense Steven Mnuchin, a congelare i beni del Venezuela e avviare un’azione di arbitrato da parte delle autorità statunitensi a favore del “governo” dell’autoproclamato Juan Guaidó.
Queste azioni contro la PDVSA consistono nel congelamento di circa 7 miliardi di dollari in attività della compagnia petrolifera di Stato venezuelana, oltre a una perdita stimata dal dipartimento stesso di 11 miliardi di dollari delle sue esportazioni nei prossimi anni.
Il governo degli Stati Uniti rivela a sua volta piani per tagliare le fonti di reddito del governo venezuelano e dirigerli verso i leader del golpe. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti promette di rafforzare il blocco economico contro Caracas per rovesciare il governo costituzionale, che il presidente Nicolás Maduro presiede.
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)