Un’altra vittima di arma da fuoco legalmente detenuta, l’ennesimo suicidio legato al possesso di una pistola regolarmente denunciata. È accaduto a Cadelbosco Sopra, in provincia di Reggio-Emilia, con una storia di disperazione, che pure deve far riflettere sulla facilità di detenzione di armi.
Armi e disperazione: la storia nel reggiano e l’ennesima vittima di pistola legalmente detenuta
Un’altra vittima di arma da fuoco legalmente detenuta, l’ennesimo suicidio legato al possesso di una pistola regolarmente denunciata. È accaduto a Cadelbosco Sopra, in provincia di Reggio-Emilia, con una storia di disperazione, che pure deve far riflettere sulla facilità di detenzione di armi: un uomo, di 53 anni, si è sparato un colpo alla testa dopo essere stato convocato dai carabinieri per sapere come mai la madre non uscisse più di casa. E il motivo era tragico: la donna era morta da mesi. Quindi il 53enne ha capito che non avrebbe potuto più percepire la pensione e ha deciso di suicidarsi. Un colpo alla testa e nessuna possibilità di ripensamento.
Racconta Fidelity News:
L’uomo, qualche giorno prima, probabilmente tra sabato e domenica scorso, ha deciso di farla finita con un colpo di pistola alla testa, arma legalmente detenuta. Prima di togliersi la vita, ha ucciso anche il cane di famiglia. La madre sembra essere morta per cause naturali.
I suicidi con armi legalmente detenute sono una strage quasi a cadenza quotidiana, che diventano brevi notizie online o trafiletti sui quotidiani cartacei. Eppure rappresentano un problema gigantesco, legato quasi sempre alla presenza di eccessive di pistole. Soprattutto laddove sono riscontrabili dei disagi sociali o psichici.
13 Febbraio 2019
addioallearmi