Una piccola minoranza di Stati ritarda gli sforzi per vietare i “robot killer”

Ancora una volta un piccolo gruppo di potenze militari ha mostrato una spaventosa mancanza di ambizione e zero senso di urgenza e responsabilità verso l’ottenimento di un risultato significativo durante i colloqui diplomatici sui sistemi di armi autonome letali di quest’ultima settimana a Ginevra. 

 

Una piccola minoranza di Stati ritarda gli sforzi per vietare i “robot killer”

Stop Killer Robots CCW

Ancora una volta un piccolo gruppo di potenze militari ha mostrato una spaventosa mancanza di ambizione e zero senso di urgenza e responsabilità verso l’ottenimento di un risultato significativo durante i colloqui diplomatici sui sistemi di armi autonome letali (LAWS o Killer Robots) di quest’ultima settimana a Ginevra. 

Molti dei 90 Stati partecipanti all’incontro svolto nell’ambito CCW delle Nazioni Unite su tali tipologie d’arma hanno espresso il loro fermo desiderio di passare alla fase negoziale di un nuovo Trattato per proibirli o limitarli. Tale Trattato è visto come necessario per sancire il principio secondo cui gli Stati dovrebbero mantenere un controllo umano significativo sull’uso della forza.

Le richieste di vietare i “Killer Robots” si stanno moltiplicando rapidamente e oltre 4.500 esperti di intelligenza artificiale hanno richiesto una nuova norma internazionale per proibire sistemi letali di armi autonome in varie lettere aperte a partire dal 2015. Anche in Italia un appello di oltre 100 scienziati recentemente diffuso va nella stessa direzione.

È chiaro come la maggioranza degli Stati voglia fare la cosa giusta, ma le richieste avanzate da altri per rispondere al problema con principi guida, dichiarazioni, linee guida, codici di condotta, compendi delle “migliori pratiche” militari o altri strumenti simili non sono la risposta. Tali misure non soddisfano le preoccupazioni che esistono anche nell’opinione pubblica. Cresce dunque la preoccupazione che il dibattito all’interno della Convenzione sulle armi convenzionali (CCW) ONU a riguardo di sistemi di armi autonome letali sia un modo per le potenze militari di cercare di placare la società civile, distogliere l’attenzione pubblica e gestire le aspettative dei media piuttosto che affrontare seriamente le sfide che tali sistemi d’arma pongono per l’umanità .

La Russia, l’Australia, Israele, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno preso posizione contro qualsiasi tentativo di creare un nuovo Trattato. Questi Stati stanno investendo ingenti fondi e sforzi nello sviluppo di sistemi di armamenti con un controllo umano decrescente sulle funzioni critiche di selezione e coinvolgimento degli obiettivi. Le problematiche fondamentali di natura morale, etica, giuridica, operativa, tecnica, di proliferazione, di stabilità internazionale derivanti dalle armi completamente autonome stanno per moltiplicarsi anziché scomparire. Delegare le decisioni di vita e di morte alle macchine ci fa attraversare una “linea rossa” morale, e un vero e proprio stigma si sta già collegando alla prospettiva di rimuovere un significativo controllo umano dai sistemi d’arma e dall’uso della forza.

È sempre più chiaro alle organizzazioni che fanno parte della Campagna “Stop Killer Robots” che i robot killer devono essere vietati attraverso un nuovo Trattato. Dopo sei anni di colloqui con oltre 80 paesi, i lavori in seno alla CCW non hanno ancora concordato l’approccio normativo necessario per prevenire un futuro dominato da armi completamente autonome. L’unica opzione credibile per affrontare le sfide di sicurezza umanitarie, etiche e internazionali poste da armi completamente autonome è che gli Stati negozino un nuovo Trattato per proibire sistemi di armi in grado di selezionare e coinvolgere obiettivi senza un controllo umano significativo.

Ci sono precedenti per un Trattato di divieto, compresi quelli negoziati al di fuori dei forum standard delle Nazioni Unite. In passato, gli Stati hanno ritenuto necessario integrare i quadri giuridici esistenti per le armi che per loro natura rappresentavano significative minacce umanitarie, come armi biologiche, armi chimiche, mine antipersona e munizioni a grappolo. C’è anche un precedente per un divieto preventivo nel Protocollo IV della CCW che vieta le armi laser progettate per rendere i soldati permanentemente ciechi.

L’incontro di questa settimana sui sistemi letali di armi autonome all’ONU a Ginevra è stato il settimo incontro della CCW su questo tema dal 2014 e si è aperto con un forte appello del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per giungere ad un divieto di sistemi di armi autonome letali, che ha definito “moralmente ripugnanti e politicamente inaccettabili”. La dichiarazione del Segretario Generale ha ricordato agli Stati presenti che “il mondo sta guardando, il tempo stringe”.

Fonte: Campagna “Stop Killer Robots” – 29 marzo 2019

https://www.disarmo.org/rete/a/46357.html

 

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