“Se vi dicessero che un tribunale ha condannato un imputato in primo grado di giudizio modificando nelle motivazioni della sentenza (quindi a giochi conclusi) il capo di imputazione, negandogli così di fatto il diritto alla difesa, pensereste che il paese di cui si parla non è l’Italia. Invece è così”.
Newsletter n. 5/2019– Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (P.CARC).
FARE FRONTE COMUNE NELLA LOTTA ALLA REPRESSIONE
#appelloperRosalba – la solidarietà è un’arma
Uno stato di diritto per chi?
Se vi dicessero che un tribunale ha condannato un imputato in primo grado di giudizio modificando nelle motivazioni della sentenza (quindi a giochi conclusi) il capo di imputazione, negandogli così di fatto il diritto alla difesa, pensereste che il paese di cui si parla non è l’Italia. Invece è così. In questo modo, in virtù proprio di questo escamotage, il 30 marzo 2018 Rosalba Romano è stata condannata dal Tribunale di Milano a seguito della denuncia di Vladimiro Rulli, agente del VII Reparto Mobile di Bologna che si è sentito “diffamato” da un articolo in sostegno a Paolo Scaroni (ultras del Brescia reso invalido a vita dal pestaggio immotivato di celerini andati assolti – per ora – solo in virtù della mancanza del numero identificativo e dei depistaggi delle indagini) pubblicato sul sito Vigilanza Democratica. Il processo doveva stabilire se fosse stata Rosalba a pubblicare l’articolo sul sito (questo era il capo originario di imputazione, quello per cui Rosalba ha potuto difendersi), ma a fronte di un dossier vuoto, qualcosa doveva essere escogitato per “impartire una lezione”: non importa se Rosalba abbia scritto o meno quell’articolo, lo abbia o meno pubblicato, si sia avvalsa o meno dell’aiuto di altri redattori, sapesse o meno della pubblicazione di quell’articolo sul sito, Rosalba ha diffamato l’agente Vladimiro Rulli, in un modo o in un altro, e per questo è stata condannata.
Se voi rispondeste “se Rosalba non ha nulla da temere, se è innocente, allora sarà senz’altro prosciolta da ogni accusa nel processo d’appello”, noi risponderemmo che il ricorso in appello è stato presentato, ma non sarà una giustizia “super partes” a garantire Rosalba. La sentenza di primo grado è un pericoloso precedente. La condanna a Rosalba per via giudiziaria è la condanna politica a Vigilanza Democratica, un sito (oggi chiuso) gestito da attivisti contro gli abusi in divisa e, più precisamente, per la trasparenza nella catena di comando delle forze dell’ordine (Polizia di Stato) e forze armate (Carabinieri), per contrastare la retorica delle “singole mele marce” che va in scena dopo ogni caso di abuso in divisa. Nel corso dell’attività di Vigilanza Democratica (ricerca, inchiesta, campagne di opinione, sostegno alle famiglie delle vittime degli omicidi di stato), e ancora di più nel corso della campagna di solidarietà a Rosalba durante il processo di primo grado, è emerso molto chiaramente il limite che “non è concesso oltrepassare”. Certi apparati dello Stato “tollerano” la denuncia contro i singoli casi di abusi, ma non tollerano in alcun modo che vengano a galla le relazioni fra i singoli agenti che compiono abusi (le “mele marce”) e i loro reparti (il contesto), fra i loro reparti e i comandi (i burattinai), fra i comandi e i comitati politici più o meno formali e di certo non completamente legali (le “alte sfere”). Pertanto NO, noi non abbiamo alcuna cieca fiducia che il processo di appello faccia giustizia di per sè, ma siamo fermamente convinti che solo un’ampia campagna di opinione possa far valere “lo stato di diritto”, la Costituzione e i diritti democratici su biechi interessi particolari.
L’8 maggio si terrà a Milano il processo di appello contro la condanna a Rosalba. Chiediamo a singoli cittadini, organismi, personaggi politici, del mondo delle associazioni e della società civile di prendere pubblicamente posizione in solidarietà a Rosalba, di schierarsi, di metterci la faccia, di farsi sentire. Come?
– attraverso dichiarazioni pubbliche (testi, video);
– attraverso fotografie;
– portando il caso nelle istituzioni;
– partecipando alla raccolta di fondi per sostenere le ingenti spese a cui è stata condannata (Rosalba di mestiere fa l’infermiera precaria, non ha “santi in paradiso”…).
Per la difesa e l’attuazione della Costituzione
Per la trasparenza nelle catene di comando e la Vigilanza Democratica
Per l’assoluzione di Rosalba e la libertà di espressione
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– [Italia] Adesione di Pietro Vangeli (segretario Nazionale del P.CARC) all’appello in solidarietà ad Aldo Milani e ai lavoratori del SI COBAS
“Nell’aderire all’appello, nel rilanciarlo, nel dare disponibilità affinché gli organismi del P.CARC lo usino e lo diffondano capillarmente, affermo con chiarezza che il movimento operaio e comunista deve unire quello che la borghesia imperialista vuole dividere e contrapporre, auspico dunque che questo appello diventi strumento per costruire convergenza dal basso, unità d’azione e solidarietà di classe fra gli operai e i lavoratori iscritti a qualunque sigla sindacale e anche fra i non iscritti ad alcun sindacato…”
Firma l’appello cliccando qui.
Da Resistenza 4.2019: Lo sciopero e la libertà di iniziativa sindacale non sono materia di diritto penale – Solidarietà con Aldo Milani
– [Milano]:Appello a difendere il reintegro di Luciano Pasetti
“Sono Luciano Pasetti, lavoro da 33 anni in GS / Carrefour e il 3 aprile affronterò il processo di appello contro la sentenza di reintegro emessa dal Tribunale del Lavoro di Milano che il 24 dicembre ha cancellato il mio licenziamento illegittimo, una rappresaglia con cui Carrefour vuole farmi pagare l’attività sindacale che ho svolto per molti anni come delegato…” (leggi tutto)
Le condanne non devono fermare a lotta, rilanciamo la solidarietà!
– [Bologna] Confermate le condanne a Mattia, Giuseppe e Daniele: avanti con la solidarietà!
– [Massa] Marco Lenzoni: aggiornamento sul processo di appello
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Anticipazioni da Resistenza 04/2019.
La mobilitazione delle donne manda in crisi Vaticano e Lega – Sul Convegno mondiale delle Famiglie
Il Congresso, la cui prima edizione risale al 1997, è il più importante meeting internazionale di gruppi e movimenti contro l’aborto e le libertà delle donne, contro le unioni omosessuali e per la promozione della famiglia “tradizionale”. Nelle scorse settimane la notizia che il ministro della Famiglia, Fontana, avesse concesso il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla tre-giorni ha generato una protesta che si è levata da più parti: da NUDM al movimento LGBT, dal mondo accademico e universitario a quello politico e anche da alcune parti di quello cattolico, riaccendendo la discussione sull’emancipazione delle donne… (leggi tutto)
Sulla manifestazione del 23 marzo a Roma
Roma. Il 23 marzo più di 100 mila persone hanno partecipato alla “Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili e dannose”. Una manifestazione promossa dai comitati locali e dai movimenti contro la devastazione ambientale e le speculazioni (NO TAV, NO TAP, ecc.), oscurata dai media di regime (con l’unica eccezione de Il Messaggero e Il Secolo d’Italia che hanno pateticamente provato a lanciare l’allarme ordine pubblico, indicando espressamente il P.CARC come principale responsabile di eventuali incidenti e devastazioni…. che dire? Grazie della pubblicità: in manifestazione abbiamo trovato molte persone che chiedevano il volantino perché avevano letto gli articoli allarmistici!); una manifestazione messa in contrapposizione con le mobilitazioni contro la crisi ambientale del 15 marzo dai politicanti borghesi (“difendere l’ambiente, ma costruire il TAV” dice Zingaretti; “NO alla plastica, ma SI al raddoppio dell’aeroporto” dice Nardella, il Sindaco di Firenze). Una manifestazione, in definitiva, che per partecipazione, proposte e contenuti è stata soprattutto una dimostrazione della necessità e della possibilità di una nuova governabilità del paese dal basso.
Vedi qui le interviste raccolte durante la manifestazione dalla “Staffetta Rossa”, la nostra agenzia stampa.
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L’ignoranza non ha mai giovato a nessuno! La campagna abbonamenti 2019
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