Immaginare un “oltre”

“Cosa vuole dire cambiamento oggi? In quali direzioni e con quali strumenti possiamo orientarlo? Domande difficili che poche volte sono al centro di analisi e proposte. Nulla è più da decidere, la democrazia si è svuotata di qualsiasi significato, il dominio del mercato non ha alternative”.

 

UN MONDO DIVERSO [ASSOCIAZIONE LAPUTA]
Aderiamo alla campagna di sostegno a Comune con entusiasmo e convinzione perché siamo consapevoli che non esiste informazione che non sia di parte e che il vero discrimine sta nella scelta di quale punto di vista raccontare. Noi crediamo che la scelta di raccontare il punto di vista di chi immagina un mondo diverso … SEGUE QUI

A FIANCO DI COMUNE [ASILO DEL BOSCO]
La scuola educa, la famiglia educa ma anche la cultura e non poco. Per questo siamo a fianco e sosteniamo Comune

 

IMMAGINARE UN “OLTRE”

Cosa vuole dire cambiamento oggi? In quali direzioni e con quali strumenti possiamo orientarlo? Domande difficili che poche volte sono al centro di analisi e proposte. Nulla è più da decidere, la democrazia si è svuotata di qualsiasi significato, il dominio del mercato non ha alternative. Tuttavia l’esigenza di immaginare un “oltre” non smette di alimentare pensiero critico e azioni di ricostruzione dal basso dei legami sociali: concetti come comunità, territorio, autogoverno, decrescita aprono ovunque percorsi di ricerca di senso, processi tramite i quali nuove forme di vita sociale premono per venire alla luce. «Si può interpretare, allora, la crescente attuale insoddisfazione della gente verso la politica e i politici come un “indicator e di salute” della democrazia – scrive Ivano Spano nel saggio “Per l’autogoverno della società civile”, di cui pubblichiamo un paragrafo -, come l’esigenza inderogabile di immaginare un “oltre”, una radicale trasformazione dell’attuale stato di cose…»
IVANO SPANO
 

RIORIENTARE IL LAVORO DEGLI INSEGNANTI
Mettersi in gioco, divertirsi e saper vedere le cose da un altro verso, provare curiosità e amore verso la cultura in ogni suo aspetto, saper improvvisare ma anche saper sostare nelle domande, rendere ogni classe una comunità… Franco Lorenzoni ha provato a definire di quali competenze hanno bisogno oggi gli insegnanti: un elenco magnifico
FRANCO LORENZONI

VIAGGIO SU MARTE
Mettere su un laboratorio scientifico è una grande occasione per apprendere facendo e divertendosi ma anche per aprire le scuole al territorio. Si tratta di creare uno spazio nel quale i bambini possono osservare da vicino, toccare, sperimentare e da qui risalire a concetti teorici, dove possono a loro volta spiegare concetti complessi con parole semplici a bambini più piccoli, ma soprattutto dove bambini e adulti possono imparare insieme a navigare nell’incertezza. “Accogliere la paura dell’ignoto, saper sostare nel dubbio, contribuisce ad avviare un processo di conoscenza e di attribuzione di nuovi significati – scrive la maestra Eleonora, raccontando un percorso entusiasmante – Credo che non sia necessario che i bambini vadano su Marte, perché Marte è dentro di loro.. .”. Ecco come trasformare a scuola una promessa impossibile in realtà
ELEONORA RUSSO
 

IL BISOGNO DI MERAVIGLIA
La nostra sensibilità e il nostro modo di percepire il mondo sembrano marmorei. Una delle cause va cercata nella continua sollecitazione delle emozioni a cui siamo sottoposti, ad esempio da chi è ossessionato dal dover venderci qualcosa, ma anche da chi cerca i voti attuando politiche feroci e dai linguaggi delle nuove tecnologie. Secondo Giovanni Fioravanti “un eccesso di emozioni ha finito per inaridire la nostra sensibilità. L’equilibrio tra emozione e reazione si è spezzato… Nella civiltà del calcolo, del profitto, della frammentazione, dell’esistenza anonima, avremmo bisogno di essere nutriti oltre che di pane anche di poesia, scrive Edgar Morin. Ciò di cui abbiamo bisogno per Morin è di ri-educare all’estetica, essere curiosi, cercar e di sapere, cercare di conoscere, indagare il senso della vita e la sua complessità. Recuperare la comprensione umana attraverso l’arte, dal romanzo al teatro, dal cinema alla poesia, alla pittura…”
GIOVANNI FIORAVANTI
 

LA VITA CHE SI DIFENDE. STORIE DI GAZA
Potremmo anche chiamarla resilienza, quella straordinaria capacità di assorbire l’urto, di auto-ripararsi da ogni nuova aggressione e da un assedio infinito. Un assedio che sembra solo crudeltà ma è invece fredda strategia, tutta politica, da parte di chi occupa un territorio sapendo di poter godere della sostanziale complicità di ogni potenza del mondo. Le immagini di Gaza che siamo abituati a vedere raccontano quasi sempre rovine, disperazione, povertà, repressione assoluta, integralismo religioso e via straparlando. Patrizia Cecconi ci mostra invece questa volta un’altra Gaza, avvolta dolcemente dalla “normalità” di una giornata quasi tranquilla. Una giornata trascorsa passeggiando nei quartieri e nel contrasto s traniante tra i banchetti coloratissimi della frutta e le rovine dei palazzi sventrati dalle bombe israeliane. Fino all’incontro con Razan, una ragazza come tante che, nel cuore di una città dove lo sterminio si serve di una propaganda che deve necessariamente disumanizzare le vittime, ha scelto di prendersi cura di qualcosa di inimmaginabile: l’esistenza degli animali randagi. Una passione nata, tra i suoi amici, dopo l’incontro con un ragazzo più grande, un ragazzo che oggi non c’è più ma che a Gaza, come altrove, ricordano tutti. Non foss’altro che per quella sua frase scritta sui muri di ogni paese del mondo: restiamo umani
PATRIZIA CECCONI
 

SINDACI, APRITE L’ANAGRAFE AI RICHIEDENTI ASILO
Ricordate la protesta di sindaci e associazioni contro il “decreto Salvini” che, tra le altre cose, vieta l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo? Un’ordinanza del Tribunale di Firenze, in seguito a ricorso di un richiedente asilo seguito dall’Asgi, ha affermato l’inesistenza del divieto, obbligando il sindaco di Scandicci all’iscrizione: la legge di fatto modifica soltanto la procedura semplificata per tale iscrizione. Una grande vittoria dal basso, con ricadute importanti nella vita di ogni giorno per migliaia di persone. Una notizia da far circolare il più possibile. Di seguito la lettera sulla residenza diffusa dalla campagna LascieteCIEntrare, con l’indirizzo per aderire
LASCIATECI ENTRARE

IRLANDA. LA TAVOLA ROMPE L’ISOLAMENTO
Come vive un paese piccolo come l’Irlanda la grande questione che attraversa e divide l’Europa? Il racconto di piccole straordinarie esperienze nate dal basso che sono state estremamente importanti per rendere visibile ciò che, in una tradizione molto irlandese, si voleva mantenere lontano dagli occhi della gente. Gli ospiti dei centri non possono lavorare, non possono accedere all’università, spesso non possono nemmeno cucinare, perché hanno solo una stanza dove dormire. Il fatto di non poter cucinare per tempi così estesi – fino a dieci anni in alcuni casi – viene da molti descritto come una grossa sofferenza. Anche per questo sono nati i pranzi e le cene di solidarietà. Nel suo discorso a tavola, Lucky, uno dei fonda tori del Movement of Asylum Seekers, invita ad ‘adottare’ un residente di un centro, a dare vita a un’amicizia, a rompere la separazione imposta dalla Stato. In una di queste occasioni, ho ‘adottato’ Thembi, mamma di tre bambini appena arrivata dallo Zimbabwe, incinta del quarto figlio e sola, dopo che il marito era ‘scomparso’ nel paese di origine. Thembi ha scelto come meta l’Irlanda perché «è l’unico paese di lingua inglese dove non ci si spara o ci si accoltella per strada». La prima cosa che mi ha detto quando ci siamo conosciute è stata che per lei era bellissimo poter parlare con qualcuno che non faceva parte di quel sistema totalizzante che circondava la loro vita: assistenti sociali, psicologi, avvocati e perfino persone nella sua stessa situazione
LAURA FANO
 

AFFITTASI A ITALIANI. BIANCHI
Il razzismo di tutti i giorni, quello fatto di episodi minori, lavora in profondità, dove avvengono – nel bene e nel male – i cambiamenti veri delle società, e apre ferite molto profonde, difficili da rimarginare. Le violenze razziste che arrivano sotto i riflettori del grande circo mediatico, sempre bisognoso di nuovi effetti speciali, sono invece la punta dell’iceberg. Il razzismo quotidiano alligna nelle pieghe della società, è appeso magari solo a un cartello pieno di cancellature, ma viene da lontano e non è iniziato con la campagna elettorale del 2018. Grazie a Cronache di ordinario razzismo per tenere gli occhi aperti su quel che è più importante per tutti
CRONACHE DI ORDINARIO RAZZISMO

“SEGUI I SOLDI…”, TROVERAI IL PATRIARCATO
L’attacco alle fasce deboli e la distruzione delle relazioni sociali sono tanto più spinti quanto più è in crisi il sistema economico-finanziario dominante, oggi nella sua fase estrattivista. “La spia rossa si è accesa sul cruscotto della locomotiva del sistema e le sue strutture rispondono. Lo hanno sempre fatto – scrive Rebecca Rovoletto, ricordando le analisi di Silvia Federici – Ma ciò che sta accadendo ai diritti e ai corpi delle donne in tutto il mondo è il più emblematico segnale della portata della trasformazione in atto….”. Come difendersi? “Servono battaglie capillari sui territori, nelle strade e nelle cucine… ciascuna persona sul proprio fronte, nei propri modi e tempi. Ma non dimentichiamoci il quadro sto ricizzato, generale e complesso, dentro il quale ogni singola battaglia si colloca…Non sorprende che il protagonismo femminile nella difesa dei territori e dei beni collettivi stia diventando sempre più evidente…”
REBECCA ROVOLETTO
 

QUELLE FOTO SUI MESTIERI SCOMPARSI
Stagnini, mondine, materassai… Riscoprire mestieri scomparsi attraverso la memoria diretta degli anziani è prima di tutto un modo per rifiutare il dominio del consumo e della produzione di massa, ma anche per separare il lavoro come saper fare creativo dal lavoro alienato. In realtà resta anche un modo con cui ribaltare l’idea che i saperi pratici sono conoscenze di serie B: quando contadini e artigiani spariranno, per scomodare Pasolini, “la nostra storia sarà finita”. Se poi questa riscoperta avviene attraverso la fotografia, cioè tramite il prendere in mano una macchina fotografica (può accadere che la prima volta avvenga anche a 84 anni) e il mettersi in posa, allora i risultati saranno sorprendenti: l’arte di fare fot o diventa strumento di esplorazione, di comunicazione e di relazione (come dimostra una mostra fotografica curata da Danilo Garcia Di Meo)
R.C.

LA FOTO DELL’ASSEDIO DELL’EASTMED
Baia dell’Orte, Punta Palascìa, Parco Naturalistico Otranto-Santa Maria di Leuca, Torre del Serpe… Molti li avranno riconosciuti: sono alcuni meravigliosi angoli del Salento, dove, a pochi chilometri da Tap, sta per arrivare un altro gasdotto chiamato Eastmed. Il motivo con cui si giustifica questa opera è sempre lo stesso, cioè la cocente menzogna per cui ci sarebbe urgente bisogno di gas
GIANLUCA RICCIATO

L’ECONOMIA È DI CHI LAVORA
RiMaflow ospita il terzo incontro europeo sull’autogestione
R.C.

AL POSTO DI STEFANO
“Non ce la faccio a pensare che la morte di Stefano riguardi solo lui. Questo è un gioco sporco – scrive Ascanio Celestini – che facevano i nazisti quando chiamavano “pezzi” gli internati nei campi. Lo hanno fatto gli hutu che in Rwanda hanno massacrato un milione di tutsi: li chiamavano scarafaggi. Non sarebbero stati in grado di uccidere un milione di persone come loro, ma pensarli come un milione di scarafaggi li ha aiutati!… Una proposta: a partire dalla sua storia – e dalla titanica lotta della sorella Ilaria – facciamo lo sforzo di pensarci accanto a lui e a loro. Lungo la stessa strada, con le stesse possibilità, la stessa gioia e gli stessi errori. Nello stesso destino…”
ASCANIO CELESTINI

 

RIBELLARSI FACENDO: UN’AGENDA COMUNE

4-14 APRILE, ROMA VIVA SAN LORENZO
Festival della cultura diffusa promosso dalla Libera Repubblica di San Lorenzo

6/10 APRILE, COSENZA B-BOK FESTIVAL
Un mondo di arte e letteratura per bambini e ragazzi

9 APRILE, FIRENZE LA PAROLA AI RIFIUTI
Al Ibs+Libraccio presentazione del nuovo libro di Guido Viale

11 APRILE, VENEZIA MARE JONIO CHIAMA TERRA RISPONDE
Bisogna avere chiaro da che parte stare

 

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