All’alba del 27 aprile del 1937, moriva di emorragia cerebrale Antonio Gramsci, giornalista, politico, intellettuale, linguista, fondatore del Partito Comunista e dell’Unità, storico quotidiano dei comunisti italiani. Aveva 46 anni e ne aveva trascorsi ben undici rinchiuso nelle carceri del regime fascista o al confino.
Il pensiero di Antonio Gramsci vive ed opera nel Venezuela della Rivoluzione Bolivariana
di Fabrizio Verde
All’alba del 27 aprile del 1937, moriva di emorragia cerebrale Antonio Gramsci, giornalista, politico, intellettuale, linguista, fondatore del Partito Comunista e dell’Unità, storico quotidiano dei comunisti italiani. Aveva 46 anni e ne aveva trascorsi ben undici rinchiuso nelle carceri del regime fascista o al confino.
«Bisogna impedire a quel cervello di funzionare per almeno vent’anni» dichiarava il pubblico ministero fascista Ingrò contro Antonio Gramsci durante il ‘Processone’ del maggio 1928.
Ma nonostante la reclusione e il confino la mente fervida di Gramsci ha continuato a elaborare il suo pensiero rivoluzionario. Teorie che hanno trovato applicazione anche in paesi molto diversi dall’Italia.
Le idee di Antonio Gramsci sono tutt’ora vive e operanti nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. Il fondatore del Partito Comunista viene infatti considerato il perno del socialismo del XXI secolo.
In occasione di una sua visita in Italia per ritirare un premio alla FAO, il presidente Nicolas Maduro spiegò così il legame del Venezuela con le idee gramsciane: «Abbiamo fatto un giuramento gramsciano: per una rivoluzione socialista basata sulle idee di quest’uomo che morì resistendo al fascismo, senza mai piegarsi».
Ricordò inoltre come il Comandante Hugo Chavez «fu un grande ammiratore di Gramsci, di cui ha abbracciato molto presto tutti quei nuovi concetti di rivoluzione democratica, di giustizia, che noi continuiamo a praticare».
Per spiegare la realtà della Rivoluzione Bolivariana in Venezuela, il Comandante Chavez ricorreva al pensiero di Gramsci: «Voglio ricorrere al pensiero di Gramsci per usare le idee, utilizzando le luci del pensiero, per capire meglio cosa sta succedendo qui oggi in Venezuela». «Interpretare le minacce che ci saranno sempre, per poter interpretare le nostre debolezze e combatterle. Essere in grado di visualizzare i nostri punti deboli e combatterli, per essere in grado di comprendere quindi il momento in cui siamo».
A partire dal concetto gramsciano di crisi storica.
«Ecco perché userò il pensiero di quel grande pensatore rivoluzionario italiano, Antonio Gramsci, per fare una riflessione sul momento in cui stiamo vivendo».
«Una vera crisi storica si verifica quando c’è qualcosa che sta morendo ma non finisce di morire e allo stesso tempo c’è qualcosa che sta nascendo, ma non è ancora nata». «Nel tempo e nello spazio in cui ciò accade, c’è un’autentica crisi organica, crisi storica, crisi totale».
«Qui in Venezuela, non dimentichiamo, per diversi anni siamo stati in una vera crisi organica, una vera crisi gramsciana, una crisi storica. Ciò che muore si rifiuta di morire e ancora non finisce di morire e ciò che sta nascendo non è ancora nato». «Siamo all’epicentro della crisi, molti degli anni a venire faranno parte di quella crisi storica fino alla morte definitiva della IV Repubblica e alla nascita della V, della Repubblica socialista e bolivariana del Venezuela».
Secondo il pensiero di Chavez il nuovo blocco storico, ancora di gramsciana memoria, dovrà essere costruito dal popolo venezuelano: «Abbiamo la responsabilità di continuare a lavorare con pala e piccone per costruire il nuovo blocco storico venezuelano».
«I nativi del paese, le popolazioni indigene, i neri, i bianchi, imprenditori, uomini d’affari del Venezuela, i lavoratori di tutti i settori, pubblici, privati, continuiamo a studiare, pensare e fare, a costruire il socialismo a partire dai nostri piccoli spazi, continuiamo con i cinque motori costituenti, proseguiamo lungo le sette corsie, la democrazia politica, costruendo l’economia socialista, l’etica, mettendo in moto la nuova moralità socialista; il sociale, costruendo la felicità sociale suprema, la più grande quantità possibile di felicità, la nuova geopolitica nazionale, la nuova geometria del potere, la nuova geopolitica internazionale; il mondo multipolare».
L’analisi rivoluzionaria di Antonio Gramsci, ad 82 anni dalla sua morte provocata dal regime fascista, continua a vivere ed agisce in maniera concreta nel Venezuela della Rivoluzione Bolivariana.