“Antonio Cosimo Stano aveva un disturbo psichico, un disagio esistenziale. Lo hanno anche i ragazzi che lo hanno bullizzato per mesi forse per anni. Ma non lo sanno. Sono analfabeti emotivi, incapaci di sentire il dolore degli altri”.
PERLE DIVERSE [VALERIO TASSARA]
«Leggo Comune-info perché lo ritengo un antivirale efficace. La sua capacità di illuminare e mettere in relazione tante diverse realtà resistenti, positive e resilienti nel nostro paese e nel mondo mi ricorda tanto la rete di Indra e il principio buddista di “origine dipendente”. Un antico testo buddista dice: “Si dice che nel cielo di Indra esista una rete di perle disposta in modo tale che, osservandone una, si vedono tutte le altre riflesse in essa. Nello stesso modo, ogni oggetto nel mondo non è semplicemente se stesso ma contiene ogni altro oggetto e, in effetti, è ogni altra cosa”. La luce autoprodotta di una perla ne illumina un’altra, che ne illumina un’altra ancora, che torna alla prima in un movimento energico senza appa rente fine né inizio. Non siamo forse anche noi esseri umani cosi? Tante diverse perle che lottano per un mondo migliore? Comune come un moderno tessitore intreccia i fili della trama e rimanda delle luci, a volte tenui a volte potentissime, da una parte all’altra del mondo a ricordarmi che ogni essere umano che lotta porta con sé una luce e ne rimanda altra. E non è mai solo. Ecco perché leggo Comune»
TUTTE LE ADESIONI ALLA CAMPAGNA “RICOMINCIAMO DA TRE“
Antonio Cosimo Stano aveva un disturbo psichico, un disagio esistenziale. Lo hanno anche i ragazzi che lo hanno bullizzato per mesi forse per anni. Ma non lo sanno. Sono analfabeti emotivi, incapaci di sentire il dolore degli altri. Scrive Rosaria Gasparro: “Lo dice il nome con cui hanno scelto di chiamarsi nella chat, gli orfanelli, che hanno perduto o sono stati abbandonati da uno o da entrambi i genitori, scomparsi non perché morti ma evaporati come guida, come punti di riferimento autorevoli, orfani di maestri, orfani di princìpi, mancanti. Figure inesistenti o abolite dagli stessi figli che non ne riconoscono il valore, né tanto meno una qualche forma di potere…”
ROSARIA GASPARRO
– LA VIOLENZA INELABORATA [PAOLA MOTTANA]
– LA FALSA COSCIENZA DI UNA SOCIETÀ TRISTE [GIOVANNI FIORAVANTI]
IL SECOLO DI ZAPATA
Quando entra trionfante a Città del Messico, insieme a Pancho Villa, ad Emiliano Zapata viene offerta la poltrona presidenziale. Emiliano Zapata rifiuta: “Non combatto per questo, combatto per le terre, perché le restituiscano”, spiega. Poi torna nello Stato di Morelos, dove insieme ai contadini, dà vita alla Comuna, una straordinaria esperienza di auto-governo fondata su un potere municipale e su una sperimentazione di democrazia diretta che attua la riforma agraria attraverso l’esproprio dei latifondi e apre scuole popolari. Zapata fa ancora paura e per questo viene ucciso su mandato dell’élite nazionale e di Venustiano Carranza, il primo presidente del Messico post-rivoluzionario. Cento anni dopo, soprattutto grazie agli indigeni col passamontagna del Chiapas, l a sua lotta per la terra e la libertà, è più viva che mai, in Messico e altrove. Il mondo nuovo che sognava Zapata vive nell’affermazione della dignità di chi si batte per un’esistenza non asservita al potere del denaro e dei suoi strumenti più fedeli: i mercati internazionali e gli Stati
GUSTAVO ESTEVA
L’ACQUA E LA GUERRA CONTRO I POPOLI
Sappiamo da tempo che il rifiuto di garantire a tutti l’accesso alla fonte della vita, di privatizzarne o militarizzarne la gestione, così come l’avvelenamento delle falde acquifere, sono armi essenziali e strategiche della guerra di tutti gli Stati contro tutti i popoli. Quel che forse non conosciamo bene e non teniamo sempre presente è la dimensione generalizzata di questa offensiva contro l’esistenza stessa de los de abajo. Raúl Zibechi cita qui alcune situazioni dell’América Latina dove la situazione si fa sempre più drammatica, sebbene, proprio in quella regione, la gestione comunitaria dell’acqua sia una tradizione consolidata e tutt’altro che marginale, soprattutto nelle zone dov’è pi&ugrav e; forte la presenza delle popolazioni indigene. Spetta comunque a loro e, più in generale, ai movimenti antisistemici, precisa Zibechi, garantire il diritto all’acqua, di fronte alla collusione tra Stati e imprese monopolistiche per fare sempre più dell’acqua un grande business del presente e del futuro
RAÚL ZIBECHI
INVALSI, CONTRORDINE SCOLARI!
A meno che non avessero una maestra scioperante o obiettrice o genitori contrari, tutti i frequentanti e le frequentanti della scuola italiana che oggi hanno tra 9 anni e 18 anni, quando ne avevano 7, hanno fatto la prova Invalsi sulla velocità di lettura: hanno gareggiato con il cronometro per riconoscere più parole possibili nei 2 minuti prescritti dal protocollo. Eppure tutte le esperienze suggeriscono percorsi di sviluppo e consolidamento delle capacità di lettura basate sul piacere, sulla calma, non certo su un training di tipo sportivo. Ma perché l’Invalsi ha deciso di non fare più eseguire quella prova senza fornire spiegazioni? “Chi glielo deve dire ora a tutti i docenti (e i dirigenti) che in questi anni hanno esaltato le prove Invalsi come es empi didattica razionale – scrive Gianluca Gabrielli -, che non era così? Chi lo deve dare il “contrordine”? Quanto tempo manca al momento in cui quegli stessi scienziati, che ora rimangono furbescamente in silenzio, si accorgeranno che anche le altre prove Invalsi hanno prodotto danni alla scuola italiana più che vantaggi?…”
GIANLUCA GABRIELLI
TRASITE, FAVORITE
Quello di sabato 11 maggio a Riace non è un evento culturale tradizionale, non è un concerto con spettatori da un lato ed artisti dall’altro ma è, prima di tutto, uno stare insieme e un mescolarsi tra persone comuni e persone note. Si tratta di riempire i vicoli e le piazze di questo borgo che malgrado tutto non rinuncia a coltivare le sue esperienze di turismo solidale, accoglienza dei rifugiati, riscoperta dell’artigianato locale. 11 maggio, “trasite, favorite”, “accomodatevi e condividete”
RETE DEI COMUNI SOLIDALI
IL SANGUE CHE SCORRE IN LIBIA
Ci sono anche i migranti tra le vittime della guerra civile innescata in Libia dal conflitto interno al mondo arabo e dagli interessi delle grandi potenze occidentali. Ue e Onu hanno fallito: a decidere e a mediare in Libia come in altri paese sono ormai i grandi gruppi economici e le alleanze che si formano nelle guerre per l’accaparramento delle risorse energetiche del pianeta. Su questo e non su altro si gioca il destino di milioni di persone. “Il sangue che scorre a Tripoli, come nel resto della Libia, lo stesso sangue che scorre nella indifferenza generale nello Yemen e in tanti paesi dell’Africa subsahariana – scrive Fulvio Vassallo -, il sangue che si versa a Gaza, o in Afghanistan e in Iraq, anche il sangue dei tanti attentati terroristici che si ripetono nelle pa rti più distanti del mondo, è sangue delle vittime di una guerra globale all’umanità che si sta combattendo innalzando bandiere di vario colore e agitando inesistenti guerre di religione, utilizzando le sigle terroristiche più diverse, ma sempre e soltanto in nome di interessi economici e di egemonia militare…”
FULVIO VASSALLO
UNA RIVOLUZIONE CI SALVERÀ
Non è “l’inerzia” dei governi il nostro principale nemico per i cambiamenti climatici, ma il fatto che sia loro che noi continuiamo a bombardare il pianeta con ciò che provoca la catastrofe. «La transizione che ci attende non è un’opzione tecnica, ma una rivoluzione dei consumi, degli stili di vita, degli assetti produttivi, dei rapporti di potere i cui elementi determinanti sono il conflitto e la partecipazione – scrive Guido Viale – Per questo sono inaccettabili dall’establishment al potere, come ha cercato di spiegarci Naomi Klein nel libro “Una rivoluzione ci salverà”…». Alcuni passi per cambiare strada subito: bloccare le attività che producono gas climalteranti, garantire un reddito ai i lavoratori che perderanno il lavoro, bloccare produzione e importazione di auto individuali e convertire gli impianti per produrre mezzi di trasporto collettivo o condiviso e impianti di generazione elettrica alimentati da fonti rinnovabili; convertire agricoltura e alimentazione alle produzioni bio e di prossimità…
GUIDO VIALE
CHI È L’AZIENDA NUMERO 30?
La sua strategia di comunicazione con cui mostrarsi azienda amica dell’ambiente, riempiendo di soldi grandi giornali e tv, è martellante e senza confini. Eppure nella lista delle aziende che nel mondo emettono più CO2 è addirittura al trentesimo posto, dopo multinazionali come ExxonMobil, Shell, BP e Chevron. Avete capito di chi parliamo?
MARIA RITA D’ORSOGNA
NON LASCIAMO SOLA SILVIA
L’ansia per il destino di Silvia Romano è tremendamente alta. È stata rapita in Kenya da oltre cinque mesi e in tutto questo tempo, al di là delle inevitabili dichiarazioni di circostanza, non è affatto chiaro se si stia facendo tutto il possibile per cercare di salvarle la vita. Il silenzio e le voci contraddittorie che si sono susseguite mostrano un profilo reticente o opaco anche da parte delle autorità competenti italiane. Per continuare a sperare in una soluzione positiva, è invece assolutamente indispensabile che l’attenzione sul suo caso non si affievolisca
DALE ZACCARIA
SIGONELLA CONTRO IL MONDO
Dal sanguinoso conflitto in Vietnam non c’è stato scenario bellico in cui la base militare di Sigonella non ha esercitato un ruolo centrale (Libia di Gheddafi, Libano ’82, prima e seconda guerra del Golfo, bombardamenti in Kosovo e Serbia nel ’99 e quelli in Afghanistan, Iraq e Siria nel XXI secolo, e ancora azioni in Corno d’Africa e nuovamente in Libia…). Oggi la base siciliana è stata trasformata in uno dei maggiori centri del pianeta per il comando dei velivoli senza pilota ma anche in un luogo privilegiato per la guerra ai migranti in mare. “Sigonella si erge ad emblema delle moderne dottrine sui conflitti: globali, totalizzanti, onnicomprensivi, dove il ‘nemico’ è ovunque e può essere chiunque – scrive Antonio Mazzeo – Dove gli spazi di espressione, libertà e agibilità politica degli stessi cittadini si riducono a zero e il pianeta accelera la sua folle corsa verso il baratro e l’annientamento di ogni forma di vita….”
ANTONIO MAZZEO
IL RISCHIO EDUCATIVO
Siamo talmente circondati di apparecchiature, accorgimenti tecnici, procedure di sicurezza, normative stringenti, da lasciar presumere che il livello di rischi cui siamo esposti sia pressoché azzerato. Per questo svalutiamo l’elemento rischio come opportunità di crescita. In ambito educativo, spiega il maestro Giampiero in questo articolo, l’esposizione al rischio assume una preziosa opportunità per il raggiungimento di autonomia e autostima, ma anche per sperimentare capacità di collaborare e di gestire problemi
GIAMPIERO MONACA
ESSERE COME NESSUN ALTRO
Il senso generale dell’educare non è accompagnare ad essere se stessi, ad essere diversi da qualsiasi altra persona al mondo? Un compito terribilmente difficile nel lavoro educativo con bambini e soprattutto con adolescenti, “oggi il pericolo dell’uguale che neutralizza la bellezza della diversità, dell’«omologazione culturale» di cui Pasolini ci avvertiva già quasi cinquant’anni fa – scrive Daniele Ferro, insegnante di sostegno -, regna nella bibbia pubblicitaria del consumo in cui viviamo…”
DANIELE FERRO
LE ELEZIONI SPAGNOLE E LA SIRENA DI GERNIKA
È la prima volta dalla fine del regime di Francisco Franco che un partito di estrema destra entra nel parlamento spagnolo. La piattaforma politica di Vox è quanto di peggio si possa immaginare. “Nel frattempo, come segnale di una speranza che comunque non si affievolisce, una delle sirene originali che suonò a Gernika il 26 aprile 1937 per dare l’allarme quest’anno nella cerimonia di commemorazione è stata azionata da cinque rifugiati africani – scrive Carlo Francesco Ridolfi – I giovani baschi dell’associazione Lobak (“nipoti”) che hanno ritrovato la sirena e ne hanno ripristinato il funzionamento si sono uniti, davanti all’ex fabbrica di armi Astra, diventata polo sociale e culturale de lla città, con quelli del movimento Ongi Etorri (“benvenuti”), che hanno accolto e dato lavoro ai rifugiati. Ci sono altre voci da ascoltare, oltre a quelle minacciose del passato fascista. È importante che su di loro non cali mai il silenzio e l’indifferenza…”
CARLO RIDOLFI
QUANDO SIAMO RIDIVENTATI UOMINI
Abbiamo bisogno di rifiutare ogni giorno la riduzione dell’altro a cosa, l’adesione fanatica ma anche il silenzio complice alla disumanità. Per questo la Festa della Liberazione produce senso. Scrive Marco Revelli: “La Resistenza fu – bisogna ripeterlo perché in quello sta la sua “anima” – un clamoroso atto di disobbedienza di massa, il primo veramente popolare, in un Paese abituato al conformistico seguire la corrente, catartico nella sua radicalità…”
MARCO REVELLI
RIBELLARSI FACENDO: UN’AGENDA COMUNE
30 APRILE, PADOVA REINCANTARE IL MONDO
Incontro con Silvia Federici dedicato al suo ultimo straordinario libro
30 APRILE, ROMA ECONOMIA DI PACE
Diritto alla pace e a un ambiente sano: convegno di Wilpf Italia al Cesv
30 APRILE, COLOGNO AL SERIO / BG BOAL E FREIRE
La colonizzazione dell’oppresso. Con D. Argiropoulos e B. Fernandez
2 MAGGIO, RIMINI ARRIVANO I PACIFICI
Al parco Marecchia, i pacifici della primaria Montessori
3 MAGGIO, ROMA LIBERIAMO I MIGRANTI DALLA LIBIA
Set them free! è un laboratorio costituente
4 MAGGIO, ROMA FARE CULTURA E FARE CITTÀ: NASCE SCUP-LAB
Un nuovo sspazio polifunzionale di teatro e arti performative. Dibattito
4 MAGGIO, VENEGONO S. / VA “L’ERBA DEL CONIGLIO”
Una storia di Resistenza. Sala consiliare: presentazione del libro
5 MAGGIO, ROMA LE DONNE MOSO
Incontro a Lucha y Siesta
7 MAGGIO, GENOVA A SOSTEGNO DI MEDITERRANEA
Incontro cittadino con tavoli tematici