La risoluzione presentata dalla Clean Clothes Campaign chiede che tutti i profitti realizzati nel 2018 da questo gigante mondiale della moda siano destinati a un fondo speciale per i salari dignitosi.
Gli azionisti di H&M coglieranno l’opportunità di far uscire i lavoratori dalla povertà?
Martedì 7 maggio gli azionisti di H&M voteranno per decidere se compiere un passo radicale nel sollevare i lavoratori dalla povertà. La risoluzione presentata dalla Clean Clothes Campaign chiede che tutti i profitti realizzati nel 2018 da questo gigante mondiale della moda siano destinati a un fondo speciale per i salari dignitosi.
Questo fondo rimarrebbe in vigore fino a quando i salari dei lavoratori non fossero almeno pari al livello di un salario vivibile. Rappresenterebbe una risposta costruttiva alla domanda dei consumatori di tutto il mondo: che H&M garantisca condizioni di lavoro eque e un salario dignitoso senza ritardi.
“Chiediamo agli azionisti di dire no ai profitti realizzati sulle spalle di lavoratori poveri. Se essi approvassero le misure che abbiamo proposto alla prossima Assemblea Generale degli azionisti (AGM), H&M potrebbe finalmente essere all’altezza della sua responsabilità di rispettare i diritti umani nella sua catena di fornitura, almeno in termini di salari”, dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti.
Questa responsabilità è sancita tra l’altro dai Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti umani. Il salario vivibile è riconosciuto come diritto fondamentale dalla Dichiarazione universale dei diritti umani ed è incluso nel codice di condotta di H&M.
Eppure, a nessuno dei lavoratori delle fabbriche fornitrici di H&M è garantito abbastanza per soddisfare i propri bisogni primari, nonostante l’impegno assunto da H&M di pagare a 850.000 lavoratori un salario dignitoso entro il 2018 e nonostante gli sforzi dell’azienda di presentare questo impegno come un grande successo.
La Clean Clothes Campaign ha messo in luce questa ipocrisia e i tentativi di H&M di nascondere il suo impegno originale attraverso la campagna “Turn Around, H&M!”. La partecipazione all’assemblea annuale degli azionisti (AGM) di H&M è il passo finale di questa campagna lanciata nel maggio 2018 in collaborazione con l’International Labor Rights Forum e WeMove.EU.
A tutti gli azionisti presenti in Assemblea sarà chiesto di votare sulla proposta presentata dalla Clean Clothes Campaign, che ha il sostegno certo della Fondazione Finanza Etica (FFE), partner della Campagna Abiti Puliti in Italia e la cui missione è sostenere la giustizia sociale, la sostenibilità e la democrazia economica attraverso l’uso responsabile degli strumenti finanziari.
“Voteremo a favore della risoluzione perché vogliamo che H&M riconosca che questioni come il salario dignitoso e altri diritti umani stanno diventando sempre più fonte di preoccupazione per gli investitori. Un’azienda che non si preoccupa abbastanza per i diritti umani lungo la sua catena di fornitura espone sé stessa e i suoi azionisti a potenziali impatti negativi sui suoi ricavi e profitti”, ha dichiarato Mauro Meggiolaro, responsabile per l’azionariato critico di FFE.
Nel corso della scorsa settimana, gli azionisti con maggiore influenza – la maggior parte di loro banche nordiche – sono stati sollecitati direttamente a utilizzare il loro potere e guidare H&M sulla strada giusta votando a favore dell’istituzione del fondo per i salari dignitosi all’AGM di domani. AP4, Alecta, Folksam, Nordea, Storebrand, Swedbank e la famiglia Persson hanno ricevuto la petizione, insieme ai commenti dei firmatari, alle testimonianze dei lavoratori e ad un appello per sostenere la risoluzione della CCC.
Domani i rappresentanti della campagna #TurnAroundHM consegneranno direttamente la petizione con circa 178 mila firme al CEO di H&M Karl-Johann Persson e alla responsabile della sostenibilità Anna Gedda. Oltre 30.000 persone hanno accompagnato le loro firme con commenti personali, che hanno dato vita a vivaci discussioni sui social media durante l’ultima tornata di campagna online.
Oltre alla petizione e alla risoluzione per gli azionisti, un altro elemento chiave della campagna è stata la pubblicazione dei risultati della ricerca sulle fabbriche fornitrici coinvolte dall’impegno di H&M a favore dei salari dignitosi. I lavoratori intervistati in India e Turchia guadagnano circa un terzo e in Cambogia meno della metà del salario vivibile stimato. In Bulgaria lo stipendio dei lavoratori intervistati presso un “fornitore d’oro” di H&M non raggiunge nemmeno il 10% di quanto sarebbe stato necessario a loro e alle loro famiglie per avere una vita dignitosa.
A novembre, i lavoratori e gli attivisti hanno animato il quinto anniversario della roadmapdi H&M per salari dignitosi con una settimana globale d’azione che ha ulteriormente evidenziato l’incapacità di H&M di rispettare le sue promesse. Le azioni di strada e la campagna online si sono svolte in alcuni dei più grandi mercati di H&M e in diversi Paesi di produzione tra cui Austria, Belgio, Cambogia, Croazia, India, Indonesia, Italia, Germania, Finlandia, Hong Kong, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Sri Lanka, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti e Turchia.
NOTE ALL’EDITORE
– Il sito web della campagna #TurnAroundHM: https://turnaroundhm.org
– La risoluzione presentata dalla Clean Clothes Campaign: http://www.abitipuliti.org/wp-content/uploads/2019/05/Risoluzione-HM-2019.pdf
– Risposta all’ultimo rapporto di sostenibilità di H&M: https://turnaroundhm.org/2019-04-03/
– I Principi Guida delle Nazioni Unite per le imprese ei diritti umani affermano che “La responsabilità di rispettare i diritti umani è uno standard globale di condotta attesa da tutte le imprese economiche ovunque operino.” Questi principi stabiliscono inoltre che, laddove gli Stati non riescono a garantire che ai lavoratori siano pagati salari vivibili, le aziende non possono trarre vantaggi commerciali da questa e devono invece adottare misure efficaci per garantire il rispetto dei diritti umani.
– Fondazione Finanza Etica con Meeschaert Asset Management (con sede a Parigi) e che detiene 34.100 azioni di H&M, ha presentato una ulteriore risoluzione che chiede al gruppo di includere tra gli obiettivi di sostenibilità per la remunerazione dei dirigenti senior, obiettivi precisi sul miglioramento della salute, della sicurezza e dei salari per i lavoratori lungo la catena di fornitura del gruppo. Fondazione Finanza Etica e Meeschaert Asset Management sono tra i membri fondatori di SfC – Shareholders for Change, una rete di dieci investitori europei che coinvolge le aziende sui diritti dei lavoratori, la fiscalità e le questioni legate al clima. La rete rappresenta oltre 23 miliardi di euro investiti in partecipazioni azionarie.