Dopo la presa di posizione del Parlamento irlandese, un secco no al trattato di liberalizzazione commerciale tra Unione Europea e Mercosur è stato votato dal Parlamento austriaco il 18 settembre scorso, marcando una netta discontinuità con l’agenda europea che fino a oggi ha concluso negoziati su negoziati.
EU MERCOSUR: l’Austria boccia il trattato
Stop TTIP CETA Italia: “ora che l’Italia faccia la sua parte”
Dopo la presa di posizione del Parlamento irlandese, un secco no al trattato di liberalizzazione commerciale tra Unione Europea e Mercosur è stato votato dal Parlamento austriaco il 18 settembre scorso, marcando una netta discontinuità con l’agenda europea che fino a oggi ha concluso negoziati su negoziati, senza alcuna attenzione a pesanti impatti sociali e ambientali che tali accordi portano con sé.
Tutte le forze politiche hanno deciso di dare voce alle preoccupazioni della società civile, soprattutto dopo il disastro ecologico che sta vivendo il Brasile con migliaia di ettari di Amazzonia distrutti, le politiche sconsiderate del presidente Bolsonaro, per nulla rispettose dei diritti umani e delle comunità indigene, e il rischio di una deroga agli alti standard agroalimentari, sociali e ambientali dell’Unione Europea.
Il Governo austriaco, a questo punto, non avrà altra scelta se non mettere il veto in uno dei prossimi Consigli Europei, quando verrà messa in votazione la ratifica del trattato.
“Un passo avanti notevole” commenta Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP CETA Italia, “che rende merito alle posizioni critiche delle organizzazioni e delle reti della società civile che da più di due anni chiedono il blocco del negoziato per le stesse preoccupazioni espresse dal Parlamento europeo. Ci aspettiamo una chiara presa di posizione anche da parte del Parlamento e del Governo italiano” conclude Di Sisto, “perchè va imposto un deciso cambio di rotta all’agenda di liberalizzazioni commerciali dell’Unione Europea, mettendo al centro la priorità della salvaguardia ambientale, della lotta al cambiamento climatico e all’esclusione sociale. Il Parlamento austriaco ha dimostrato che si può fare. Che l’Italia adesso faccia la sua parte, soprattutto ora alla vigilia dello sciopero globale per il clima dei Fridays for Futuredel 27 settembre nel momento in cui il nostro governo si propone di mettere in campo un Green New Deal, accogliendo almeno in parte la richiesta dei ragazzi”.