Governo, navigazione a vista per riorganizzare le forze

Il risultato del voto in Umbria, l’assedio di Salvini e le scorribande corsare di Renzi hanno dato un grosso scossone all’equilibrio di governo.

Governo, navigazione a vista per riorganizzare le forze (senza un esito scontato)

Il risultato del voto in Umbria, l’assedio di Salvini e le scorribande corsare di Renzi hanno dato un grosso scossone all’equilibrio di governo. La crisi in tempi rapidi che si poteva prevedere non c’è stata, almeno finora, ma la sconfitta in Umbria ha smorzato molti degli ottimismi sull’accordo regionale PD 5 Stelle che invece sembrava aprire la prospettiva di un’intesa strategica tra i due partiti.

Il crollo del governo non c’è stato, e anzi di fronte agli scossoni il duo Di Maio-Zingaretti ha tenuto con sufficiente freddezza, impostando una legge di bilancio che, nonostante i limiti, è orientata su una linea riformista impedendo l’aumento dell’IVA, con un taglio (molto modesto) del ‘cuneo fiscale’ per il lavoro dipendente e una serie di altri provvedimenti di carattere sociale, di modifiche fiscali contro l’evasione e di tasse ecologiche, contenuti ovviamente nei limiti di bilancio.

A fronte di questa impostazione si è alzata la bagarre della destra che non vede soddisfatte le esigenze di una fiscalità ridotta per i ceti proprietari e di una impostazione della legge di bilancio basata non sull’equità sociale ma sugli investimenti ‘produttivi’. Il corsaro nero Renzi sta facendo il resto per destabilizzare completamente la situazione.

Quello che sarà interessante vedere ora non è solo se si arriva o no alla crisi di governo, quanto piuttosto cosa saranno in grado di fare i due partiti che lo dirigono per stabilizzare la loro posizione e dare un futuro alla loro alleanza. Questa è la questione di fondo.

Se dovessimo considerare le cose da un punto di vista militare dovremmo dire che a fronte di un’offensiva della destra che tendeva a sfondare la linea di difesa delle forze di governo si è arrivati a un avanzamento delle truppe salviniane, ma senza conseguire un risultato strategico. La guerra dunque continua ma, mentre per Salvini la via da percorrere è chiara – attaccare in Emilia e in Toscana per chiudere il cerchio – non altrettanto chiaro è come si riorganizzeranno PD e 5 Stelle dopo l’offensiva umbra.

Da questo punto di vista la situazione è molto complicata. Il PD pressato da Renzi e dalla sua quinta colonna nel partito dovrebbe avere la capacità di rilanciare una politica riformista con contenuti sociali e ricompattare l’area democratica che lo aveva sostenuto negli anni migliori. Per i 5 Stelle si tratta di ridefinire un’identità di partito di governo non basandosi solo sulla tattica, ma costituendo un richiamo per quei settori di sinistra che ne hanno condiviso i provvedimenti sociali, la lotta alla corruzione e per certi versi anche gli orientamenti di politica internazionale che negli ultimi tempi si sono però parecchio appannati. Tutto questo nell’imminenza della nuova offensiva salviniana e sotto gli attacchi dei franchi tiratori renziani.

Se la linea del fronte si rompe, aspettiamoci l’arrivo della destra al governo, il rilancio sfrenato del liberismo renziano, la riduzione dell’Italia a campo di battaglia delle forze che contano nello scacchiere geopolitico. Il resto non è ora prevedibile. Ce n’è abbastanza però per una riflessione su ciò che potrebbe accadere e su come dobbiamo difenderci.

Aginform
3 novembre 2019

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