Il titolo sensazionale «Ultim’ora» che Sputnik dà ad un articolo dedicato alla dichiarazione del vice ministro degli esteri russo Serghej Rjabkov ai giornalisti in merito alla temporanea presidente della Bolivia, Jeanine Añez è esagerato e non riflette letteralmente il senso pieno delle parole del diplomatico russo. La traduzione di Sputnik non è proprio impeccabile, il tono è un pò diverso.
La mia traduzione letterale di Rjabkov è questa: “La Russia prende atto del fatto che Jeanine Añez guiderà la Bolivia fino alle elezioni, ma tenendo ben presente che lei non ha raggiunto il quorum pieno in Parlamento. Questo è un fatto che noi
certamente non accantoniamo. Tuttavia è chiaro che proprio lei verrà considerata capo della Bolivia nel periodo fino alla risoluzione della questione del nuovo presidente attraverso le elezioni. Mosca considera gli avvenimenti che hanno preceduto il cambio di potere in Bolivia come l’equivalente di un colpo di Stato”.
Oggi Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli esteri russo ha dichiarato in merito alla presidente ad interim della Bolivia : “la designazione e, cosa ancora più importante, la legittimità del capo di uno Stato deve inserirsi rigorosamente nelle norme legislative della Costituzione del paese, servire ad unire e non spaccare il paese”.
Marinella Mondaini (Facebook)
La Russia riconosce Jeanine Añez come presidente ad interim della Bolivia
Mosca ha ufficialmente riconosciuto Jeanine Añez in qualità di presidente ad interim della Bolivia, pur sottolineando il fatto che sia stata eletta senza raggiungere il quorum in Parlamento.
Mosca riconosce la senatrice Jeanine Añez come presidente ad interim della Bolivia, pur sottolineando il fatto che sia stata eletta senza raggiungere il quorum in Parlamento.
A riferirlo è il viceministro degli Esteri, Sergey Ryabkov, che ha espresso la posizione della Federazione Russa ai giornalisti.
“Partiamo dal principio che, in aderenza alle norme legislative vigenti, è la persona che si trova in questa posizione in una situazione di impossibilità di adempiere ai doveri del presidente da parte di chi in precedenza si trovava al di sopra nella sequenza del protocollo”, ha detto Ryabkov.
Il diplomatico russo ha però poi precisato che “al momento della votazione in Parlamento non è stato raggiunto il quorum richiesto. E’ un qualcosa che teniamo in considerazione, sebbene sia chiaro che sarà lei ad essere considerata il capo dello stato boliviano durante il periodo che porterà all’elezione di un nuovo presidente, il resto sono questioni interne alla Bolivia”.
La situazione in Bolivia
Evo Morales, presidente uscente della Bolivia, ha ottenuto la vittoria alle elezioni tenutesi il 20 ottobre già al primo turno, ma il suo primo rivale, il conservatore Carlos Mesa, si è rifiutato di accettare i risultati della votazione, scatenando una forte ondata di proteste in tutto il paese.
Domenica scorsa le forze armate boliviane hanno pertanto invitato Morales a rassegnare le proprie dimissioni in virtù della forte instabilità venutasi a creare e trovando il consenso del primo presidente indigeno della Bolivia.
Subito dopo, Morales ha abbandonato il paese, chiedendo asilo politico in Messico dove è stato accolto. Al suo arrivo, ha raccontato che ad alcuni membri del governo erano stati proposti forti somme di denaro per consegnargli l’ex presidente della Bolivia.
Ieri Jeanine Añez, che martedì aveva già annunciato di voler assumere la massima carica dello stato, è stata proclamata presidente ad interim della Bolivia dal Tribunale costituzionale e dal Parlamento, dove si è votato senza tuttavia raggiungere il quorum.