Questo annuncio è arrivato in un momento in cui diversi morti e decine di feriti sono stati segnalati a Cochabamba, uno dei centri di ripudio popolare del colpo di Stato domenica scorsa.
Com’era prevedibile, non ci sono dati ufficiali, ma le immagini scattate dai telefoni cellulari e caricate sulle reti mostrano l’entità della feroce repressione.
In questo video diffuso su Twitter dalla presidente di teleSUR, Patricia Villegas, si vedono cinque corpi senza vita disposti a terra e con segni visibili di essere morti ammazzati. È successo nel comune di Sacaba, Cochabamba.
Quién graba el video, identifica a las víctimas de la #MasacreEnCochabamba pic.twitter.com/xNgBith9Kb
— Patricia Villegas Marin (@pvillegas_tlSUR) November 15, 2019
“Questo governo transitorio ha il compito principale di pacificare il nostro paese”, ha detto Añez, verso la fine del suo terzo giorno in carica dopo l’autoproclamazione illegale.
Dopo aver minacciato il presidente estromesso Evo Morales che farà tutto il necessario per impedirgli di presentarsi alle presunte elezioni che i leader del golpe non hanno ancora convocato, Áñez lo ha avvertito che se tornerà in Bolivia dovrà affrontare un processo per “frode elettorale”.
In Bolivia il governo golpista minaccia e reprime i giornalisti indipendenti
“La legge sarà pienamente applicata contro quei giornalisti o pseudo-giornalisti che sono sediziosi, che siano nazionali o stranieri”, ha affermato Lizarraga e ha colto l’occasione per incolpare Cuba e il Venezuela per i disordini sociali in corso in Bolivia.
#VideosLaJornada Ministra de Comunicación en Bolivia amenaza a periodistas
Roxana Lizárraga señaló que se tiene identificados a los periodistas “que están causando sedición” y aseguró que tanto nacionales como extranjeros “tienen que responder a la ley boliviana”. pic.twitter.com/GtswD1W4Ft
— La Jornada (@lajornadaonline) November 14, 2019
“Vogliono metterci in ginocchio”, ha aggiunto e ha avvertito che il Ministero degli Interni ha già un elenco di giornalisti che stanno suscitando resistenza o ribellione contro il regime nato dal colpo di Stato.
Dopo questi annunci, quattro funzionari cubani sono stati arrestati e accusati di manifestare contro il governo ad interim guidato dalla senatrice Jeanine Añez, che si è autoproclamata presidente il 12 novembre.
Secondo i documenti di identità a cui i giornalisti internazionali hanno avuto accesso, tuttavia, i detenuti sono tecnici cooperanti che fanno parte della Brigata medica cubana.
Il medico Ramon Emilio, l’economista Idalberto Delgado e l’ingegnere elettromedicale Amparo Lourdes sono attualmente detenuti presso l’Unità Tattica delle Operazioni di Polizia (UTOP) a La Paz.
L’identità del quarto detenuto non è ancora nota.
onostante la censura che i media mainstream stanno esercitando riguardo quanto sta accadendo nel paese andino, si moltiplicano le espressioni di solidarietà internazionale con il popolo boliviano.