Riapre ai migranti bando alloggi popolari in Emilia Romagna

Soltanto il 2 maggio del 2018 l’Assessore Gualmini, e con essa la Giunta Bonaccini, della regione Emilia Romagna dichiarava come “ un’ atto di equità sociale “ il provvedimento che obbligava gli extracomunitari a presentare documentazione […]

UNIONE INQUILINI EMILIA ROMAGNA ; RIAPRE AI MIGRANTI IL BANDO ALLOGGI POPOLARI, IL REDDITO DI CITTADINANZA E MENSE SCOLASTICHE.

Soltanto il 2 maggio del 2018 l’Assessore Gualmini, e con essa la Giunta Bonaccini, della regione Emilia Romagna dichiarava come “ un’ atto di equità sociale “ il provvedimento che obbligava gli extracomunitari a presentare documentazione, di  o non possesso, di immobili nel proprio pase, senza essa non potevano accedere , ne permanere, all’ Edilizia residenziale Pubblica.
Questo iniziava un girone dantesco di carte bollate, pagate dai cittadini, e rifiuti dalle proprie ambasciate o documentazione spedita dai paesi di origine nella lingua del proprio paese con ulteriore, se ce ne fosse bisogno, perdita di tempo nella traduzione degli stessi.
Tutto questo nasceva , da parte del PD, sull’onda di “arginare” l’ondata leghista con provvedimenti che rincorressero la stessa sul suo terreno, Minniti Docet.
Riteniamo ulteriormente assurda la possibilità di esclusione , dalla domanda o addirittura dall’alloggio ERP, anche per i cittadini italiani che possedessero “pezzi di casa” di proprietà a migliaia di kilometri dalla regione in cui hanno deciso di vivere e lavorare, e che la maggior parte delle volte non producono reddito ma ulteriori spese.
Ricordiamo che nella nostra Regione gli alloggi di edilizia Residenziale Pubblica sono 55.699 di cui il 90% occupati ( 50.053 alloggi) (quindi ci sono ancora 5.640046 alloggi ERP vuoti, che magari aspettano solo la firma dell’ufficio tecnico di abitabilità) che 120.000 persone li abitano, 84.000 italiani (71%), 2.783 comunitari (2%) e 32.212 extracomunitari (27%), che 18.000 (37%) persone vivono in una situazione monofamiliare e 14.000 è composto da due persone (30%), gli abitanti con più di 65 anni sono il 25% del totale e che 24.000 sono minorenni (20%), e che le politiche dell’ attuale Giunta Bonaccini ha portato ad un aumento delle tariffe, degli alloggi , del 3,5% ,ad alcuni sono anche triplicati gli affitti, con la delibera 894/2016 che modifica la L.24/01.
Come Unione Inquilini avevamo già denunciato , all’Assessore Gualmini che  l’Atto Unico della Regione Emilia Romagna presentava se non dubbi di incostituzionabilità almeno grosse difficolta nel reperire gli accertamenti verso i paesi che con cui l’Italia non aveva fatto adeguati trattati e che ancora più grandi sarebbero state le difficolta nel tradurre i documenti che sarebbero state inoltrati per le verifiche.
Il decreto 21/10/19 dei Ministri del lavoro e degli Esteri che, in relazione alle domande di migranti da Paesi extraeuropei, indica i Paesi dai quali è possibile avere la documentazione relativa alla impossidenza immobiliare e i migranti dovranno presentare la documentazione dato che possono averla. Gli unici Paesi extra europei che possono certificare la possidenza di immobili sono
solo questi: Bhutan, Corea del Sud, Figi, Giappone, Hong Kong, Cina, Islanda, Kosovo, Kirghizistan, Kuwait, Malaysia, Nuova Zelanda, Qatar, Ruanda, San Marino, Santa Lucia, Singapore, Svizzera, Taiwan, Tonga. Tutti i migranti provenienti da Paesi. ‘non sono citati’, non dovranno produrre la documentazione nel  loro Paese di origine e quindi potranno accedere al reddito di cittadinanza presentando gli altri documenti e avendo i requisiti”.
Questo decreto  ha una evidente ricaduta sull’ Atto unico che prevede che i migranti per partecipare ai bandi debbano presentare l’Isee con la certificazione dei redditi da immobili del loro Paese di origine.
E’ palese che la stragrande maggioranza dei migranti di Paesi non indicati dal decreto ministeriale del 21 ottobre, ora potranno partecipare ai bandi senza presentare tale documentazione. Il decreto sancisce un fatto: ci sono Paesi che non sono in grado di fornire ai migranti la certificazione e questo deve comportare una modifica sull’accesso alle case popolari e anche alle delibere comunali per esempio le mense e l’accesso al reddito di cittadinanza che prevedevano la richiesta di tale certificazione ai migranti dato che ora si sa che tale certificazione è impossibile da produrre.
Chiediamo ai concorrenti in campo per l’elezione Regionali del prossimo gennaio  e alla prossima Giunta regionale che si attivino per definire un vero piano casa che punti ad aumentare la disponibilità di case popolare nella Regione e destini risorse alle manutenzioni di edifici di case popolari per contrastare il degrado delle stesse e a garantire condizioni decenti agli assegnatari di case popolari e che si attivino per recuperare ai fini abitativi e sociale il patrimonio pubblico sfitto o lasciato all’abbandono come le varie caserme sparse per la regione e messe all’asta, per la maggior parte andate deserte, per fare cassa.
Come Unione Inquilini dell’ Emilia Romagna continueremo nelle nostre battaglie per il diritto alla casa e il diritto all’abitare nelle istituzioni e nelle strade delle nostre città.

 


 

Unione Inquilini Abruzzo

Comunicato stampa     30 novembre 2019

CASA, MIGRANTI: “ALLA LUCE DEL DECRETO 21 OTTOBRE 2019 DEL MINISTRO DEL LAVORO E DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, LA LEGGE REGIONALE DELL’ABRUZZO SULL’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA SUBISCE UN BRUTTO COLPO, AVEVAMO RAGIONE NOI, SI PROCEDA AD IMMEDIATA MODIFICA”    DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI WALTER RAPATTONI, COORDINATORE REGIONALE UNIONE INQUILINI, MASSIMO PASQUINI, SEGRETARIO NAZIONALE UNIONE INQUILINI.

“Solo poche settimane fa e con grande impatto mediatico l’Unione Inquilini aveva denunciato il fatto che la recente legge regionale dell’Abruzzo, relativa alla partecipazione ai bandi di edilizia residenziale pubblica presentava profili di incostituzionalità ed ecco che arriva il decreto 21 ottobre 2019 dei Ministri del lavoro e degli affari esteri che, in relazione alle domande di migranti da Paesi extraeuropei, indica i Paesi dai quali è possibile avere la documentazione relativa alla impossidenza immobiliare e i migranti dovranno presentare la documentazione dato che possono averla ebbene, gli unici Paesi extra europei  che possono certificare la possidenza di immobili sono solo questi:

Regno del Bhutan Repubblica di Corea Repubblica di Figi Giappone Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese Islanda Repubblica del Kosovo Repubblica del Kirghizistan Stato del Kuwait Malaysia Nuova Zelanda Qatar Repubblica del Ruanda Repubblica di San Marino Santa Lucia Repubblica di Singapore Confederazione svizzera Taiwan Regno di Tonga.

Tutti i migranti provenienti da Paesi che sopra NON SONO CITATI, non dovranno produrre la documentazione di impossidenza di immobili nel loro Paese di origine e quindi potranno accedere al reddito di cittadinanza presentando gli altri documenti e avendo i requisiti.

Questo decreto ha una evidente ricaduta sulla legge regionale recentemente approvata che prevede che i migranti per partecipare ai bandi debbano presentare l’Isee con la certificazione dei redditi da immobili del loro Paese di origine. E’ palese che la stragrande maggioranza dei migranti di Paesi non indicati dal decreto ministeriale del 21 ottobre, ora potranno partecipare ai bandi senza presentare tale documentazione. Il decreto sancisce un fatto: ci sono Paesi che non sono in grado di fornire ai migranti la certificazione e questo deve comportare una modifica alla legge regionale dell’Abruzzo sull’accesso alle case popolari e anche alle delibere comunali per esempio le mense che prevedevano la richiesta di tale certificazione ai migranti dato che ora si sa che tale certificazione è impossibile da produrre.

E’ quindi fallito il tentativo della Giunta Marsilio e della maggioranza di destra di inserire surrettiziamente un criterio che tendeva platealmente ad escludere le famiglie dei migranti dalla partecipazione ai bandi.  Questo era solo uno dei punti di criticità che l’Unione Inquilini aveva immediatamente segnalato. Ora aspettiamo che il Consiglio dei Ministri eccepisca la incostituzionalità della legge regionale su altri punti della stessa.

Se la Giunta Marsilio tentava di escludere dal diritto alla casa famiglie aventi diritto ha fallito.  Piuttosto la Giunta regionale si attivi per definire un vero piano casa di punti ad aumentare la disponibilità di case popolare nella Regione e destini risorse alle manutenzioni di edifici di case popolari per contrastare il degrado degli stessi e garantire condizioni decenti agli assegnatari di case popolari.”

sotto il link al decreto interministeriale del 21 ottobre 2019, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale

https://www.lavoro.gov.it/redditodicittadinanza/Documenti-norme/Documents/DI-21-ottobre-2019-Rdc-Stati-esteri.pdf?fbclid=IwAR02M2fQ0g8ULtOEKuTSKBUX8lHOnsGvr2TYb4slAtmfNSbdhoSiYf1zm2g

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