Contro la nuova colata di cemento voluta dal Comune di Roma

Santa Palomba territorio da salvare: Legambiente partecipa all’incontro in Regione Lazio contro la nuova colata di cemento voluta dal Comune di Roma.

“Fare case a Santa Palomba è una follia che contrasteremo com forza” 

“La sindaca di Roma lo racconta come progetto esemplare di rigenerazione delle periferie, ma qui non c’è nessuna periferia da rigenerare ma suolo che lascerà spazio a nuovo cemento, in barba ai mutamenti climatici e al rischio idrogeologico”

Associazioni, comitati, consiglieri di maggioranza e opposizione e responsabili della Regione Lazio, amministrazioni comunali del territorio, oggi, tutte insieme, si sono dati appuntamento presso la Sala Mechelli del consiglio Regionale per contrastare il progetto di una nuova colata di cemento a Santa Palomba, nell’area più meridionale del comune di Roma, 10 km fuori dal GRA ma prossima ai comuni di Albano, Pomezia e gli altri comuni dei Castelli.
Il progetto prevede l’edificazione di 1.000 appartamenti in palazzi che ospiteranno oltre 4.000 abitanti di Roma.

“Il progetto edilizio di Santa Palomba è una follia e lo contrasteremo con forza – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – La sindaca di Roma addirittura, racconta questo come un progetto esemplare su come si fa la rigenerazione delle periferie, peccato che nell’area non ci sia nessuna periferia e con il loro progetto, la terra lascerà spazio a nuovo cemento. Siamo in piena area altamente antropizzata dei comuni confinanti con Roma, sui quali ricadrà tutto il peso trasportistico e sociale di un progetto così pessimo. Oltre a tentare di mascherare con housing sociale la nuova edilizia, la Capitale lo fa, andando a ricadere unicamente sul territorio di altri comuni; se c’è un evidente filo conduttore che lega insieme i decenni della politica romana, è la speculazione edilizia, la cementificazione e il consumo di suolo, di certo la giunta attuale dimostra ancora volta l’assoluta e agghiacciante continuità del Campidoglio con l’edilizia devastante dei decenni passati”.

Nell’incontro Legambiente ha ricordato che a Roma il consumo di suolo nel 2018 ha battuto ogni record con i 75 ettari consumati, peggior dato in Italia; ma anche che il consumo di suolo dell’area è gravemente più alto della media nazionale: nel comune di Pomezia il suolo cementificato è il 26,2%, Albano 27,1%, Aprilia 14,3%, Genzano 20,5%, Castel Gandolfo 11,5%, Ariccia 25,6% e Roma 23,23%, la media nazionale dei comuni italiani è 7,64%. Anche lo stato in cui si trova la FL4 Roma-Velletri non sembra essere efficace per la nascita di nuovi quartieri: la ferrovia che dovrebbe supportare la mobilità dei 4.000 nuovi abitanti dell’area, con stazioni però lontane chilometri e chilometri dal nuovo quartiere, viene percorsa da treni lenti a tal punto da essere i più lenti del Lazio con meno di 30 km/h di media.

“Chiediamo che il Comune di Roma abbandoni questo folle progetto edificatorio e percorreremo insieme a tutti i soggetti oggi presenti, ogni strada possibile per fermarlo. Ci sarebbe tanta edilizia abbandonata da rigenerare veramente nelle mille periferie romane e invece qua si prende un’area completamente libera e verde e la si trasforma in un nuovo cemento, in barba all’adattamento del territorio nei confronti dei mutamenti climatici che dovrebbe essere il principio fondamentale per ogni amministrazione; invece – conclude Scacchi -il Campidoglio fa, a Santa Palomba l’esatto contrario, trasformando un’area verde in un’area grigia, dove non ci sono mezzi pubblici, servizi, dove le strade sono già intasata e il rischio idrogeologico può solo aumentare”.

All’incontro erano presenti sindaci e amministratori dei comuni limitrofi, le associazioni e i comitati del territorio, i consiglieri Bonafoni, Cacciatore e Ognibene, la responsabile regionale contratti di Fiume e piccoli Comuni Cristiana Avenali, Nicola Passaretti presidente del circolo “Il Riccio” di Legambiente.

Ufficio Stampa Legambiente Lazio

COMUNICATO STAMPA – 09/12/1979

 

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